La testa piena di te

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Malfoy si guardó in trono con fare sospetto. Camminava svelto nel cuore della notte verso la stanza delle necessità.

Prima di passare davanti alla statua tre volte, si guardò alle spalle almeno cinque volte. Era diventato paranoico, ma non poteva permettersi che qualcuno scoprisse il suo piano.

Entró nella stanza delle necessità e fece lo slalom fra le immense montagne d'oggetti accatastati finchè non arrivó davanti all'unico pezzo che gli interessava di quella stanza: l'armadio svanitore.

Era un'immenso armadio di colore scuro, con finiture eleganti su tutti i lati.

Doveva aggiustarlo. Glielo aveva chiesto il Signore Oscuro e lui da fedele servitore, doveva riuscire nel compito.
Ne dipendeva la sua e la vita della sua famiglia. E mai e poi mai avrebbe potuto fallire.

I giorni passarono e dopo ogni lezione e ogni notte, il ragazzo si dedicava completamente all'armadio.
Nella sua mente nel frattempo pianificava anche un piano per portare a termine il secondo compito che il Signore Oscuro gli aveva affidato: uccidere Silente.

Doveva trovare un modo per poter uccidere il preside senza essere scoperto, ma la sua mente non si voleva concentrare in nessun modo.

L'unica cosa che riusciva a pensare era la ragazza dagli occhi neri.

Con i suoi modi di fare, di imporsi sugli altri. Non si lasciava comandare da nessuno e non aveva mai paura di ribellarsi.

Gli anni prima non la considerava proprio, ci sarebbe andato a letto, ma lei non risultava essere interessata a nessuno dei purosangue, anzi era la prima a disgustarli e a chiamarli viziati, nonostante fosse lei stessa una purosangue.
Finchè un giorno, improvvisamente, non dichiaró d'amare alla follia Theodore Nott.

Spesso la guardava addormentarsi nel letto di Nott da sola, mentre lui era in giro per Hogwarts a spassarsela con altre ragazze.
Aveva provato compassione per quella ragazza che tutti definivano tanto intelligente.
E ogni tanto, sarebbe anche voluto intervenire per difenderla, quando Nott la umiliava davanti a tutti.
La usava solo come donna trofeo. Per potersi vantare. Ma non l'amava. Non l'aveva mai amata. Non almeno come avrebbe meritato.

Quell'anno per la prima volta sul treno aveva fatto ciò che da tempo desiderava fare, ovvero tirare un pugno a quel ragazzo arrogante che la maltrattava.
Non sapeva nemmeno lui perché lo aveva fatto, ma c'era qualcosa in quella ragazza che lo incuriosiva.
Forse la sua testardaggine, oppure il suo coraggio a ribellarsi agli altri.
Coraggio che lui non aveva e che forse non avrebbe mai avuto.

La incontrava spesso nella sala comune dei serpeverde, quando sgattaiolava via per recarsi nella stanza delle necessità.
Era sempre seduta nella stessa poltrona vicino al camino, che studiava.
Non faceva domande e non si interessava su dove andasse il ragazzo ogni notte dopo il coprifuoco.

Questo se da un lato era positivo perché non gli creava problemi, dall'altro lo irritava.
Lui era molto curioso sul perchè la ragazza non dormisse la notte, sul perché fosse sempre così stanca, ma nonostante tutto non chiudesse occhio.
Mentre lei nei suoi confronti non provava nessun interesse.
Non si erano più parlati dalla sera della festa, e Draco non era nemmeno sicuro che la ragazza si ricordasse d'avergli rivolto parola.

Si convinse che era meglio così.
In quel momento doveva concentrarsi solo sui suoi compiti, non poteva perdere tempo con una ragazza.

Nel frattempo Annabel stava concludendo la sua prima settimana di punizione.
Aveva passato il resto della settimana fra le aule, la biblioteca e l'infermeria.
Non passava del tempo con la sua migliore amica dalla sera della festa.

Con gli occhi facevano l'amore|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora