Commenti inappropriati e succo di zucca rovesciato

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Annabel si risveglió di soprassalto.
Aveva, per la seconda volta in una notte, sognato la morte di sua madre.
La situazione le stava sfuggendo di mano e non sapeva come risolverla.

Si alzó dal letto, era appena l'alba e le sue compagne di stanza dormivano ancora.

Daphne non si era nemmeno svestita e aveva dormito sopra le coperte con la sua minigonna nera.
Pansy Parkinson, invece, era sotto le coperte che russava beata.

Non le era mai andata a genio quella ragazza. Si credeva chissà chi e aveva più volte attaccato la sua migliore amica.
In compenso Daphne la odiava in quanto era stata una delle poche fidanzate di Malfoy.

Il ragazzo non era un santo e ogni serva aveva una ragazza diversa, ma il nominativo di fidanzata l'aveva ottenuto solo la Parkinson.

Non erano durati molto, massimo due settimane, durante le quali Annabel vide più volte Malfoy intrattenersi con altre ragazze.

Andó in bagno per farsi una doccia. Le lezioni sarebbero iniziare alle 9 ed erano ancora le 5:40 del mattino.
Aveva tempo per fare una doccia molto lunga e prepararsi.

In bagno si tolse la camicia da notte, lasciando così scoperta la sua schiena.

Si guardó allo specchio.
Aveva lividi violacei su tutto il ventre, sulla schiena e sulle gambe.

Cicatrici vecchie, le ricordavano giorno dopo giorno chi fosse, chi fosse suo padre e quale sarebbe stato il suo futuro se fosse rimasta in quella casa.

Dei lividi viola le coprivano anche i polsi.
Quello stronzo di Nott, non aveva accennato ad ammorbidire la stretta sui polsi della ragazza e quelli erano i risultati.

Quando stavano insieme, molto spesso si trovava con dei lividi violacei sul corpo, causati dal ragazzo.
Nei loro momenti intimi le stringeva molto forte i polsi o altre parti del corpo, facendole anche male, ma quando provava a lamentarsi lui le diceva di stare zitta.

La convinceva che quello fosse l'amore e che le lasciava dei segni per dimostrare a tutti che era solo sua.

Solo il ricordo le fece venire la nausea. Era accecata dall'Amortentia e non vedeva il mostro che aveva di fianco.

Era come suo padre. Cattivo e spietato, con nessun rispetto per gli altri.

"Ti fanno male?" Chiese Daphne facendo sobbalzare dalla paura Annabel.
"Daphne! Vuoi farmi venire un infarto?" Chiese la ragazza mentre cercava con l'asciugamano di coprirsi.

"I lividi e i tagli sulla schiena li riconosco, ma i polsi. Perchè hai i polsi viola?" Chiese avvicinandosi alla ragazza e prendendole i polsi fra le mani.

"Non è niente" mentì la ragazza.
Non voleva dire alla sua migliore amica la verità su Nott. Sapeva che se l'avesse scoperto lo avrebbe ammazzato con le sue stesse mani e voleva evitare un omicidio.
Anche se quell'essere meritava solo di soffrire dopo tutto quello che le aveva fatto.

Daphne alzó lo sguardo e incrociò quello della ragazza.
"Faró finta di crederti" disse prima di uscire a passo svelto dal bagno e fiondarsi sul suo baule.

"Daphne che fai ora? Cosa stai cercando?" Chiese seguendo la ragazza in camera e la guardó mentre scavava nel suo baule, mettendo tutta la sua roba a soqquadro. "Daphne mi stai ascoltando?"

"Torna in bagno e prepara dell'acqua calda"

Annabel alzó gli occhi al cielo e si recó in bagno per preparare ció che le aveva detto la ragazza.

Dopo cinque minuti di ricerca, la ragazza tiró fuori dalla valigia una busta con delle piante essiccate e strillo dalla felicità, facendo sbuffare un'arrabbiata Pansy Parkinson, che in quel momento voleva solo dormire.

Con gli occhi facevano l'amore|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora