Cosa sei disposta a fare per amore?

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La sala grande era già piena di studenti che strillavano dai loro tavoli.
Appena Annabel e Daphne entrarono 5 persone si voltarono a guardarle.
Due serpeverde e tre grifondoro.

Il trio dei miracoli salutò con un sorriso Annabel, che da quella mattina era ormai diventata loro amica.

Ma non solo Annabel si accorse di quel saluto.

Dall'altra parte della sala i due serpeverde guardavano le ragazze avvicinarsi a loro, e Draco Malfoy fulminò subito con lo sguardo i tre ragazzi che stavano salutando Annabel.

"Che diavolo vuole Potter da lei?" Bisbigliò irritato.
"Draco la sta solo salutando, non le ha chiesto di fare sesso."
"Ci deve solo provare."

Blaise sorrise compiaciuto.

"Da quando ti interessa con chi va a letto Annabel?"
"Veramente Zabini? Usi le miei frasi contro di me?"

Il moro scoppio a ridere mentre alzava le mani in segno di resa.

"Che mi sono persa? Perché ridi?" Chiese Daphne, prima di dare un bacio al suo ragazzo e sedersi affianco a lui.

"Niente di che, Draco mi stava raccontando una cosa divertente." Rispose Blaise spostando di nuovo lo sguardo sul biondo, che lo stava fulminando con gli occhi.
"Uhh che cosa?" Chiese incuriosita Daphne mentre si riempiva il piatto di cibo.

Draco non rispose per qualche secondo, cercando di formulare una storia plausibile nelle sua testa.

"Stamattina Potter è inciampato nel mantello ed è caduto di faccia... ed è dovuto andare in infermeria."
"Sei sicuro?" Chiese Annabel.
"Si... perché?"
Malfoy spostò lo sguardo sulla ragazza, che lo guardava dubbiosa.

Ma perché era maledettamente bella anche in quel momento?
Non era facile essere convincente, se lo guardava in quel modo.

"Perché era in biblioteca con me."
"Da quando ci parli?" Chiese togliendo lo sguardo.
"Da stamattina. Abbiamo avuto un brutto inizio, ma ora siamo amici." Rispose la ragazza mentre scambiava uno sguardo d'intesa con Daphne, la quale iniziò un discorso sui colori che sarebbero andati di moda quell'inverno.

Malfoy non ascolto nemmeno una parola, e si limitò a ripetersi nella testa 3 semplici parole:

                                                                                               ora
                                                                                             siamo
                                                                                             amici

Torturava il cibo che aveva nel piatto, con cui, ormai da ormai mezz'ora, ci giocava senza mangiarlo.

Teneva così strette le posate che le nocche gli diventarono bianche.

Un tocco delicato lo fece tornare alla realtà, risvegliando la sua mente da quelle tre parole.

"Tutto bene?" Chiese Annabel con un filo di voce, mentre gli accarezzava la mano.
Con quel tocco la tensione del ragazzo si allentò e alzò finalmente lo sguardo verso di lei.

Lo stava guardando con quei suoi occhi grandi, in cui ci si poteva specchiare e quasi non si sentiva degno di quello sguardo.

Quegli occhi tanto belli quanto fragili, che da sempre erano tristi e malinconico, ma in quel momento stavano guardando solo lui. Draco Malfoy.

Non Potter, non Weasley, non Nott.
Lui, solo e soltanto lui.

Non si sentiva degno di quello sguardo, sentiva che non lo meritava, ma non gli importava. Voleva che lo guardasse così per sempre.
Perché forse per la prima volta nella sua vita, gli occhi che lo stavano guardando, non pretendevano nulla da lui, non si aspettavano missioni impossibili, non erano delusi prima ancora che lui facesse qualcosa.
Erano solamente li, a guardarlo senza pretese, e avrebbe ucciso pur di poter avere sempre quello sguardo addosso.

Ma quel momento, come ogni piccolo momento di spensieratezza in quell'anno, era giunto a termine.

Uno sguardo severo proveniente dal tavolo dei professori, lo fece tornare alla realtá.
Lo strappo da quell'angolo di paradiso che rappresentavano i suoi occhi, e lo riportarono all dura e orribile realtà.

Piton lo stava guardando, con quel suo sguardo severo che gli ricordava quale fosse il suo compito.

Scostò la sua mano da quella della ragazza e tornò ad irrigidirsi.
Si alzò senza dire una parola, ed uscì dalla sala grande, per andare nel posto in cui ormai passava le sue intere giornate. Dove la sua anima si stava corrodendo e la sua mente impazzendo: la stanza delle necessità.

I tre serpeverde guardarono la scena senza parlare.

Daphne guardò Annabel, la quale le fece un sorriso debole prima d'alzarsi anche lei dal tavolo e andare a rinchiudersi in camera sua.

Sarebbe stato quello il suo futuro?

Malfoy che passava dal chiederle di rivederla, ad ammettere anche lui, che non poteva più fare a meno della sua presenza, a scappare da lei senza dare spiegazioni. Senza voltarsi indietro per guardarla.

Ma se era questo, era disposta ad accettarlo? Ad andare oltre i suoi comportamenti e a farsi bastare quei pochi attimi di dolcezza che lui le concedeva?

Sorrise, mentre si metteva seduta sul suo letto.
Quel letto dove si era concessa a lui, dove avevano passato notti intere ad amarsi, dove per la prima volta aveva scoperto che l'amore non era violento come le aveva fatto credere Nott.

Guardava l'acqua del lago nero che rifletteva la luce flebile della luna, e continuava a sorridere mentre respirava a pieni polmoni quel fresco profumo di menta misto a tabacco.

Se lo sarebbe fatto andare bene.
Avrebbe accettato i suoi strani comportamenti e lo avrebbe aspettato, perché ormai non riusciva più a fare a meno di quel ragazzo pragmatico, che con poche mosse le aveva rubato il cuore.

Con gli occhi facevano l'amore|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora