Capitolo 11

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Le ore passano veloci e già alle 5:00 pm la stanza è avvolta nell'oscurità. Sia Zelda che Elena sono andate a riposare perché le pulizie della mattina erano state decisamente stancanti. Mi stiracchio allungando gambe e braccia, beandomi del calore del maglione che indosso. Vogliamo poi parlare del non indossare il reggiseno? Un sogno. Chiudo gli occhi, beandomi di quello scorcio di serenità. Lo scricchiolio sinistro della porta della biblioteca mi avverte della presenza di qualcuno. Mi giro in quella direzione e vedo una figura alta e snella nella penombra, che identifico subito come Elena. Chiudo di nuovo gli occhi dicendo <<Ti sei riposata abbastanza? D'altronde due piani di casa da pulire in una mattinata non sono pochi!>>
Il sorriso che avevo dipinto sul volto si sostituisce ad un'espressione perplessa quando sento un rumore metallico che stento a riconoscere, ma che poi individuo come il suono della chiave nella toppa della porta.
Dopo qualche secondo apro gli occhi e mi ritrovo davanti una figura che controluce che riconosco solo dai capelli. <<È da due giorni che non ti vedo...Tutto b->> vengo bruscamente interrotta da un bacio prepotente, bisognoso, che io non tardo a ricambiare. In un attimo è sopra di me, mi stringe con forza i fianchi avvolti da leggins e approfondisce il bacio, togliendomi il respiro. Vorrei parlargli, chiedergli perché è sparito per due giorni interi, cosa gli sta succedendo, ma appena provo a esprimere una sola parola lui mi zittisce un un bacio rude. Dopo qualche minuto riesco a tirarmi a sedere per riprendere fiato, mentre Aaron dall'altra parte del divanetto con fare frettoloso si sbottona i pantaloni. Deglutisco e il mio cuore incomincia a correre sempre più veloce, rimbombandomi nelle orecchie. Cerco il suo sguardo ma quando lo incontro, vedo solo lussuria. Libera la sue erezione dai pantaloni e dai boxer, che poi butta per terra. Cercando di calmarlo mi avvicino e lo bacio, assaporando le sue labbra con calma, e gli sbottono la camicia, togliendogliela poi dalla testa. Finito quel momento, mi guarda dritto negli occhi con ferocia e quasi mi fa tremare per l'intensità del suo sguardo. Prende la mia mano e la posa sul suo membro, facendola scorrere avanti e indietro. Poi mi lascia e mi intima di continuare. Mi siedo sui talloni e provo da sola aggiungendo al che l'altra mano.
<<Succhialo>> mi intima con tono graffiante e rude. Lo guardo negli occhi come per implorarlo di non farmelo fare, non ne sono capace. Il suo sguardo però non ammette repliche, allora faccio come dice. Mi inumidisco le labbra e lo prendo in bocca. Vado avanti e indietro piano, aiutandomi con le mani. Dopo poco sento la sua mano sulla mia nuca che mi prende i capelli e mi spinge senza delicatezza, dandomi un ritmo decisamente più veloce di quello che stavo tenendo prima. Dopo qualche minuto sento che i suoi gemiti grutturali si fanno più forti e rimbombano nella stanza, mentre mi afferra più strettamente i capelli, facendomi male. Mi spinge con forza dalla nuca verso di se, mi viene da vomitare. Lo guardo in faccio cercando pietà trovando solo i sui occhi chiusi ed un espressione assorta, con il volto rivolto vero l'alto. Batto con la mano sulla sua gamba, poi afferro il polso con cui mi sta tenendo per chiedergli di liberarmi, dopo poco sento esplodere nella mia gola qualcosa di caldo e dal sapore disgustoso. Finalmente molla la presa e sono sul punto di sputare tutto per terra quando mi blocca, tenendomi una mano sulla nuca e l'altra premuta sulla bocca, mi guarda dritto negli occhi con lo sguardo più serio che gli abbia mai visto addosso <<ingoia>>. Allargo gli occhi e mugolo di lasciarmi, afferrandogli i polsi con le mani, ma dopo per mancanza d'ossigeno faccio come dice e mi lascia andare.
Tremo, ho le lacrime agli occhi e quel sapore osceno mi ha fatto assumere un espressione disgustata. Noto subito che il suo pene è ancora dritto e duro come lo era prima e sono genuinamente sorpresa, probabilmente non l'ho soddisfatto pienamente. Lo guardo negli occhi come a chiedergli "cosa succede ora?", lui prende fiato per qualche secondo, poi si avventa su di me, in particolare sul mio collo. Mi strappa di dosso con furore i vestiti fino a che sono completamente nuda, di nuovo. Le sue mani sono ovunque, sul mio seno e poi sulle mie cosce, fino a stimolarmi in mezzo alle gambe. Questa volta non ha niente a che fare a quella di due giorni fa: avevo visto un uomo rotto e in cerca di affetto e piacere, ora vedo un uomo pretenzioso e arrogante nei movimenti, che sta bruciando di desiderio. Cerco la sua bocca, ma non mi concede nessun bacio. Ora che sono sdraiata sotto di lui, guardandomi negli occhi mi allarga le gambe e incomincia a toccarsi. Tremo dalla paura, so che farà male, e lui non sembra voler andarci piano con me questa sera. Quando si sta per avvicinare a me, istintivamente chiudo le gambe e cerco di tirarmi a sedere, cercando di dirgli che non me la sento, che non è la sera adatta. Lui in tutta risposta mi afferra i polsi e li porta sopra la mia testa, mentre con l'altra mano mi spinge di nuovo sotto di lui. Mi tocca rudemente e mette tre dita dentro me. Inarco la schiena presa alla sprovvista e un gemito che nn mi aspettavo esce dalla mia bocca. Porto la testa indietro e chiudo gli occhi, assaporando ogni sensazione. Toglie le dita da me e per qualche secondo non sento niente, ne approfitto per riprendere fiato.

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