Il secondo colpo arriva alla mia schiena più forte del precedente se possibile, e da lì in poi l'ennesimo inferno. La bestia picchia forte, sempre nello stesso posto, allo scopo di farmi il più male possibile. Piango e mi dimeno, mi mordo le labbra e urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Dopo circa dieci colpi, si ferma. Mi prende il mento con la mano e mi guarda negli occhi, nutrendosi della mia disperazione <<Di chi sei tu?>>
Riprendo fiato e dico <<Vaffanculo>> e poi tossisco ripetutamente. Lui ricomincia allora la tortura, spostandosi alla base della schiena. Dopo altri dieci colpi pone di nuovo la fatidica domanda, ottenendo da me un altro ben servito. Si sposta sempre più giu, ripetendo lo stesso schema: dieci frustate, domanda, dieci frustrate, domanda...
Passa ai glutei, ai polpacci e poi all'interno del ginocchio. Lí fa decisamente un fottuto male e vacillo, pensando di arrendermi. Ma ovviamente non lo faccio. Continua sui polpacci e poi sulle piante dei piedi. Se pensavo di aver provato il dolore più terrificante di tutti pochi minuti prima, non avevo capito niente. Al primo colpo, un urlo agghiacciante fa capolino dalle mie labbra senza quasi che me ne accorgessi. Mentre continua a colpirmi con frustrate ogni tre secondi, quindi non continue come prima, dice <<Sulle piante dei piedi ci sono un sacco di tendini e piccole ossa, il che lo rendono un posto molto delicato>>. Se all'inizio mi scortico i polsi e le caviglie dimenandomi, poi mi accascio, sussultando ad ogni colpo ma non avendo più la forza di muovermi. Circa al quarto colpo svengo di botto. Mi risveglio intorpidita e subito il dolore alla schiena e alle gambe, ma soprattutto ai piedi, mi lascia senza fiato. <<Finalmente ti sei svegliata. Per colpa tua dovremo ricominciare da capo...>> <<No....no ti prego...lasciami star->> primo colpo. Di nuovo urlo forte cercando di liberare il qualche modo la tensione ed il dolore, poi arrivati ormai al sesto, sono sdraiata sul piano di legno senza riuscire a muovere più un muscolo. Ripeto ormai senza voce "basta" come un mantra, giusto per non svenire di nuovo. Avevo provato a fermarlo, ma lui aveva detto che avrei potuto rispondere alla sua domanda quando aveva finito.
Decima ed ultima frustata, la da molto più forte delle altre come monito. Ormai da qualche minuto sento il sangue colare dai piedi e cadere con un rumore lieve sul parquet. Non ho fiato. Mi costringo a non chiudere gli occhi altrimenti è la fine. Si abbassa alla mia altezza, piegandosi sulle ginocchia, e mi chiede scandendo bene le parole <<Di chi sei tu?>>
Ho perso, è riuscito a spezzarmi. A togliermi l'unica cosa che era ancora mia. Mormoro senza voce a causa delle urla e della sete <<Sono tua...>>
<<Ripeti, non ti ho sentita>>
<<Sono tua>> alzo un po' la voce.
Lui si alza velocemente sulle ginocchia e mi da una frustata contro la pelle della schiena, l'unico posto a cui arriva essendo dalla parte opposta del tavolo.
<<SONO TUA! SONO TUA, SONO TUA... sono tua........sono soltanto tua......>> mi affretto ad urlare e man mano la voce mi si spegne in gola. La vergogna mi opprime lo stomaco e sento che l'adrenalina sta andando via lasciando spazio al dolore più acciecante. Aaron mi accarezza con la mano la testa, smuovendo i capelli umidi di sudore. <<Brava ragazza, ora puoi riposare>> il suo tono era calmo, quasi paterno. Chiudo finalmente gli occhi, abbandonandomi ad uno stato di sonno veglia e lasciandomi completamente in balia degli eventi, pur assistendogli in prima persona, come se la mia anima avesse lasciato il mio corpo, guardandolo dall'esterno. Aaron con una grazia che non gli ho mai visto mi slega dalle corde e facendo attenzione a toccarmi il meno possibile le ferite, mi carica su una spalla, uscendo dallo studio. In corridoio alle sue spalle vedo spuntare da una porta due visi conosciuti, e anche se la vista sfuocata non mi facilita, riconosco espressioni preoccupare e tristi, vedendoli poi scomparire da dove erano venute. Aaron mi porta nella mia camera da letto, dove ci accoglie l'aria pulita e impersonale di una stanza lasciata vuota da qualche tempo. Sento le sensazioni come ovattate, senza capire a pieno cosa succede. Mi appoggia a pancia in giù su letto e va nel mio bagno per recuperare un asciugamano. Lo appoggia sul letto e poi lascia la stanza. Il profumo della biancheria pulita mi rilassa e stringo tra le dita le lenzuola, sentendole fredde. Dopo qualche minuto lo sento ritornare e vedo che ha tra le mani una bacinella di plastica e varie creme e prodotti che appoggia sul letto. In bagno riempie la bacinella con dell'acqua e poi me la tampona sulla schiena, sulle gambe e sulle piante dei piedi, risciacquando di tanto il tanto il telo nella bacinella. Mugolo di dolore e man mano che scende, incomincio a muovermi come per liberarmi dal dolore. Vedo con la coda dell'occhio l'acqua del recipiente macchiarsi di sangue, che forma delle volute che si dissolvono danzando nel liquido trasparente.———————————————————
In questo capitolo c'è una citazione da "Venduta" di Stephanieee02 , chi riesce a trovarla?
Ps: adoro alla follia quella storia, correte a leggerla!
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Contratto di vita
Ficção GeralTutto inizia da un tradimento, uno sbaglio provocato dal rancore e dalla fame di successo. Una cascata di avvenimenti distruggerà il passato e scriverà un nuovo presente pieno di dolore, intrappolata in una prigione tutt'altro che dorata Elizabeth a...