Per la seconda volta nella mia vita vedo quella camera da letto illuminata solo dai raggi lunari. La prima volta che ci sono stata ero ancora una ragazzina illusa che pensava di aver trovato l'amore nonostante tutto e ora invece sono una donna, cresciuta troppo in fretta, coperta di cicatrici da testa a piedi. Aaron è sdraiato nel letto, a petto nudo, che guarda il telefono. I capelli sono raccolti dietro la testa in modo spettinato. Appena varco la soglia posa con calma il cellulare nel cassetto del comodino, che poi chiude a chiave. Si alza e mi mostra il mio giaciglio e dove posso appoggiare la mia roba. Quando ritorna con placidità sul suo materasso io mi metto seduta sul mio, pronta a dormire. Rimango a fissare il soffitto per ore, finché la voce di Aaron mi riscuote dai miei demoni. <<Elizabeth...vieni qua...>> dice ancora impastato dal sonno. Penso che voglia che gli porti qualcosa, tipo dell'acqua, ha la fronte imperlata dal sudore... Mi avvolgo di nuovo il lenzuolo sulle spalle e mi fermo in piedi vicino al letto della bestia.
<<Togliti quella roba>> tremo ma impaurita lascio scivolare il lenzuolo via dalle spalle, incrociando le braccia sotto al seno per ripararmi dal suo sguardo indiscreto. <<Sdraiati>> mi dice, indicando il materasso vuoto a fianco a lui. Faccio come dice, dandogli le spalle e aspettandomi un rimprovero, invece mi abbraccia da dietro, sento la sua erezione premere contro il mio sedere e lui lo sa. Ci addormentiamo così, io tesa come una corda di violino, lui con le labbra appoggiate sul mio collo.La mattina dopo un rumore assordante ma familiare mi risveglia e noto solo ora che sono di nuovo sul mio letto e di Aaron non c'è traccia.
Mi lavo e mi vesto con quell'orrido abito e scendo con calma dalle scale per la colazione. Non vedo ne Zelda ne Elena ma solo Aaron, già seduto a tavola. Mi posiziono in piedi contro la parete mentre mi torturo le dita: sono in ritardo.
Quando il bastardo mi rivolge lo sguardo gli chiedo se ha bisogno di qualcosa e mentre sta mangiando ciò che sembrano uova strapazzate, con la più totale naturalezza, dice <<Un pompino, grazie>>. Mi immobilizzo ma dopo essere sollecitata, mi avvicino a lui e mi inginocchio sotto il tavolo come mi ha detto di fare. Spero che lo uccidano altrimenti lo dovrò fare io in qualche modo.
Gli tiro gli un po' i pantaloni del pigiama e i boxer e tiro fuori la sua mascolinità. È la prima volta che lo devo succhiare senza che sia già duro. Mi bagno le labbra e con le guance che bruciano dalla vergogna, do dei piccoli baci sulla cappella, per poi salire e scendere lungo tutta l'asta. Lecco solo la punta con movimenti circolari e poi aggiungo una mano che faccio scorrere su e giù. Sento finalmente dei gemiti di apprezzamento. Meglio faccio prima finisco. Lo prendo in bocca e vado su e giù con calma finché Aaron non mi intima di andare più veloce. Sento man mano il suo cazzo indurirsi nella mia bocca e lui mi conduce una mano a massaggiargli i testicoli. Che schifo. Quando sta per venire, fa un gemito gutturale e mi tiene premuta la testa contro di lui riversando il suo seme dentro la mia gola. Ingoio tutto e mi alzo vacillando un po'. Mi viene da vomitare. Intanto lui finisce di mangiare e mi fa pulire il suo uccello con un fazzoletto di carta, poi si risistema e si alza. Invece di uscire però va a prendere un piccolo pacchetto rosa appoggiato al fondo del tavolo. Mi prende per un polso e con poca delicatezza mi mette a novanta sul tavolo dove non c'è la colazione. Mi alza la gonna e allargandomi le natiche, sputa per lubrificare il tutto. Che senso ha farsi pulire l'uccello per poi prendermi sul tavolo? Infatti scopro ben presto che non ha nessuna intenzione di usare il suo cazzo. Sento una cosa fredda a contatto con la mia entrata posteriore e sobbalzo. <<Volevo provare una cosa un po' diversa con te, vediamo se ti piace>> dice Aaron e dopo inserisce in me quell'oggetto dalle dimensioni ridotte, ma che a me sembra gigantesco. Mi rimette a posto l'intimo e la gonna per poi andarsene, intimandomi di non toglierlo fino a sera.———————————————————-
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Contratto di vita
General FictionTutto inizia da un tradimento, uno sbaglio provocato dal rancore e dalla fame di successo. Una cascata di avvenimenti distruggerà il passato e scriverà un nuovo presente pieno di dolore, intrappolata in una prigione tutt'altro che dorata Elizabeth a...