Il fidanzamento fu annunciato con successo. La musica non si stancava mai e il clima a corte rimase ospitale per tutta la durata del banchetto. Non vi erano pressioni politiche. Nessuna discussione sulla fine dei prigionieri giunti nelle segrete nei giorni passati. Nulla trapelava quella sera in sala, se non la cordialità e la felicità.
Mi ritrovo con l'ennesimo bicchiere di vino in mano, mentre permetto ai miei piedi del meritato riposo, dopo aver danzato per ore e ore con le mie amiche e con nobili di ogni titolo.
La cosa surreale è, che in ogni uomo cercavo caratteristiche o comportamenti che mi facessero pensare al misterioso provocatore. Quell'uomo senza volto mi aveva ormai rapito l'anima e il corpo con il suo tocco suscitatore di peccato.
È quasi l'alba e io sono cosi stanca che decido di congedarmi dalla festa e ritirarmi nelle mie stanze, nell'ala nord del castello.
Ho tolto le scarpe. I miei piedi mi chiedono pietà.
Mi soffermo ad ammirare le stelle dal terrazzo del corridoio centrale. Sono così magiche nelle notti d'estate.
- C'è qualcuno? - dico ad alta voce non appena sento dei passi fuggenti, dopo aver udito il tonfo di un bicchiere, proprio alle mie spalle.
Ho il cuore in gola.
E se fosse lui?
- Mi scusi lady Dyan, sono mortificata di averla spaventata. -
- Tranquilla Riley - dico ancora con il cuore in gola - nessuno spavento. Buona notte. -
Era solo Riley, una delle cuoche del castello.
Forse devo proprio farmene una ragione. Quell'uomo, non lo rivedrò mai più.
Mi incammino nuovamente. La stanchezza ormai ha preso il sopravvento.
Intravedo la mia stanza da qui. Ancora pochi passi e le mie gambe e il mio corpo potranno finalmente distendersi sul letto e rilassarsi fino al mattino seguente, cercando di riprendere le loro forze.
- Sapevo di trovarvi qui Lady Dyan. Vi ho pensata molto in questi giorni. -
Non mi sembrava vero.
Quella voce.
Era proprio lui.
- Dove siete? Non riesco a vedervi. - dovevo vederlo. Volevo, e dovevo dare un volto all'uomo che mi ha fatto perdere completamente la testa.
- Facciamo un gioco Dyan. - fece una leggera pausa - Sulla maniglia della vostra porta troverete una benda rossa. - e dopo essersi reso conto che la stessi guardando, mi disse: - Indossatela! - Udì il suo tono diventare deciso. Come al nostro primo incontro nelle stalle.
- Ma cosi non vi vedrò. - dico timidamente con un filo di voce.
- Vi ho detto di indossarla lady Dyan. -
Ero pietrificata. Sapevo che se avessi accettato, non sarei più potuta tornare indietro. Ma ero altresì eccitata dall'idea di averlo di nuovo con me, che accettai.
Poggiai a terra il bicchiere e le scarpe.
Lasciai scivolare lo scialle che mi copriva le spalle con un movimento molto dolce. Presi la benda fra le mani.
Cercai il coraggio di voltarmi, ma mi bloccai. Alla fine quel velo di mistero rendeva quel peccato ancora più eccitante.
La indossai.
Ero pronta.
Impaurita.
Ma pronta.
Sento i suoi passi avvicinarsi a me. Era nella penombra, nella rientranza del corridoio proprio davanti alle mie stanze. Pronto ad aspettarmi. Era proprio li per me.
- Vi sono mancato? - mi chiese. Nel mentre mi avvolge da dietro con le sue possenti braccia baciandomi delicatamente il collo - Ho bisogno di saperlo Dyan. -
- s-si - gemendo riuscivo a dire a malapena questo.
- Ho bisogno di sentirvelo dire. Ditemi che vi sono mancato Dyan. - il suo tono era sempre più fermo, eccitato e deciso.
- Voi mi.. - riprendo fiato - mi siete mancato.
Sento che mi manca l'aria. Sento il calore che mi provoca accendersi e prendere possesso del mio corpo stanco, come per dargli una botta di vita.
Mi fece voltare e mi ritrovo con le spalle al muro.
Lo sento inginocchiarsi dinanzi a me, e durante quel suo scivolare sul mio corpo, percepisco la sua erezione.
Le sue mani dal collo si fanno strada al mio seno.
Una stretta decisa. Sicura. Il mio seno sodo e perfettamente proporzionale ad una coppa di champagne, si sente invaso di piacere e desiderio.
Una mano scende per poi risalire fra le mie gambe.
Tremo.
Ansimo.
La sua bocca sarà la mia rovina.
Il suo tocco mi annebbiò i sensi.
La sua mano bagnata mi colpi le natiche con tale passione, le strinse a se facendomi tremare ancor di più.
Poi un grido di piacere. Soffocato dal suo movimento repentino per rialzarsi e baciarmi come nessun altro uomo aveva mai fatto prima.
Un sospiro. Lento. Una lieve risata.
- Fra due giorni ci sarà il ballo in maschera. Sarò vestito da arciere. Al costume aggiungerò una rosa rossa. Se vorrete giocare di nuovo con me.. - fece una breve pausa intensa - forse mi rivelerò a voi. Ma devo essere sicuro di ciò che volete voi lady Dyan. Ma soprattutto devo sapere che di voi posso fidarmi. È stato un piacere rivedervi mia cara. -
Tremavo ancora di piacere, a fatica riuscii a capire cosa fosse accaduto. Ma quando tolsi la benda dagli occhi. Di lui non vi era più traccia.
Trovai solo una rosa rossa per terra. Adagiata vicina alle mie scarpe.
Accanto un biglietto con scritto:
"Al fato devo tutto, per avermi fatto incontrare una creatura tanto bella, quanto misteriosa come voi." Firmato " D ".
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La Dama e il Peccatore
RandomIL ROMANZO CORRETTO E FINITO È DISPINIBILE IN TUTTE LE LIBRERIE E SU AMAZON ❤️😍 1260. Inghilterra. Lady Dyan, una dama di compagnia della Regina Eleonora di Provenza, fantastica su un uomo misterioso che incontra in diverse occasioni senza però ved...