Capitolo 22

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- Vostro fratello Riccardo non é la persona che dite di ricordare. E permettetemi inoltre di dire che quell'uomo non sta cercando affatto di assediare il vostro amato castello. - dico a gran voce. cercando di non prendere fiato fra una frase e l'altra per non essere interrotta.

Ma lo sguardo dei reali mi paralizza. 

Soprattutto lo sguardo di Re Enrico.

- Lady Dyan e Lady Brittany seguitemi nel mio studio. Immediatamente. - Dice trattenendo il nodo di rabbia nello stomaco.

- Veramente io dovrei andare dalla piccola Grace. Sicuramente ora si starà preoccupando, e direi che ne ha gia passate tante in questi giorni quella povera creatura. - dico cercando di mascherare il tremore che ormai mi aveva invasa per la paura.

- Vi ho detto di seguirmi nel mio studio Lady Dyan! É il vostro Re che ve lo ordina! - mi dice urlandomi contro.

Lui ha un passo spedito. 

Io, Brittany e la Regina fatichiamo a stare al passo.

Per arrivare nello studio di Re Enrico dobbiamo attraversare tutto il castello. 

La regina chiede al Re di rallentare, ma lui é cosi turbato che la zittisce subito:

- Tacete! Avete gia fatto abbastanza anche voi per oggi. Date troppe libertà alle vostre Dame, e ora chissà quali eresie dovranno ascoltare le mie orecchie! - dice con tono alto e offensivo.

Vorrei rispondergli per prendere le difese della mia Regina, ma Brittany mi ferma sussurrandomi: -Ti prego Dyan, aspetta di essere nel suo studio prima di parlare. Ma ti prego sii ragionevole e non impulsiva come sei di solito. - 

Ci guardano tutti.

Servitori.

Guardie.

Ospiti.

Era come se tutti percepissero l'ira del Re e volessero assistere alla nostra condanna; qualunque quest'ultima fosse stata.

Il suo studio dista ormai solamente pochi passi da noi. 

Il cuore mi batte cosi forte, da risalirmi in gola. 

Ho un blocco.

Fatico anche a Respitare.

Non so se riuscirò a parlarci ora, chiusa in una stanza di quattro mura e un soffitto, con la stessa grinta con la quale parlavo all'esterno del castello.

Entriamo nel suo studio e prima di chiudere la porta, chiede alle guardie discrezione e di non fare entrare nessuno all'interno dello studio, per nessun motivo.

- Ora accomodatevi. E spiegatemi voi, Lady Dyan, con quali prove mi accusate di aver giudicato male mio fratello, visto che non ha mai vissuto a corte da quando ci siete voi, e per vostra fortuna, non avete mai avuto il dispiacere di conoscerlo. - mi dice il Re rivolgendosi a me.

- Ebbene... Dunque io... Beh vede vostra grazia... - balbetto. 

Non riesco a formulare una frase. 

Noto che la pazienza del Re é appesa ad un filo.

Non lo avevo mai visto cosi nervoso prima d'ora. 

Sudava.

Si toccava il petto ripetutamente. 

Continuava a camminare avanti e indietro per il suo studio, dietro il tavolo della scrivania.

Il rumore delle sue scarpe mi ricordò il suono degli zoccoli dei cavalli. 

Se mi concentravo per bene mi sembrava di essere li in mezzo a loro. 

Come un cavallo selvaggio.

Faccio un bel respiro e dico:

- Io vi propongo un accordo. -  le parole mi escono tremolanti dalla bocca. - Io dirò ogni cosa che so su  vostro fratello Riccardo. Ma voi in cambio promettetemi di ascoltarmi, e che prenderete in considerazione di farlo venire al corte, nel vostro amato castello, senza ucciderlo, per ascoltare anche la sua versione dei fatti di vent'anni fa. Affare fatto? - chiedo soddisfatta del mio comportamento.

- In genere sono io che faccio gli accordi Lady Dyan. Ed essendo un Re, non posso permettermi di stringere degli accordi con una Lady. Men che meno se la Lady in questione, é una delle dame che serve mia moglie, la Regina. Quindi fatevi passare immediatamente questa vostra fantasia.- poi fa una breve pausa e continua il discorso appoggiandosi con le mani sulla scrivania, chinandosi in avanti verso il mio viso: - Per giunta, non avete fatto nemmeno un cenno di risposta alla mia domanda. E se non avrò al più presto una risposta che mi soddisfi, non sarò più cosi clemente. - sentivo il suo respiro mascherarmi il viso con la sua rabbia.

- Avete ragione. Ho espresso solo il desiderio delle mie richieste e non vi ho fornito alcuna informazione utile. - 

Guardo Brittany. 

Mi fa un cenno positivo con il capo, come se avesse capito cosa stavo per rivelare a Re Enrico.

Mi faccio coraggio. 

Infondo l'ho promesso a Riccardo. 

Ma ho promesso anche a Grace che nessuno si sarebbe più allontanato da lei. 

Ho promesso a me stessa che avrei fatto crescere la bambina in una famiglia unita. Ma soprattutto felice. E per raggiungere l'apice della felicità non bisogna avere segreti.

- Vostra maestà, io ho conosciuto vostro fratello Riccardo alcuni mesi or sono. Sin dal principio fra di noi si era instaurato un legame molto forte. Premetto che inizialmente vostra grazia, io non sapevo chi fosse. Non sapevo che si trattasse proprio di vostro fratello. Lui mi ha raccontato la sua versione dei fatti su quel giorno nel bosco con vostro padre... - non riesco a finire di parlare. Il Re mi interrompe allibito.

- Voi, la Dama da compagnia della Regina d'Inghilterra, avete conosciuto un ricercato, pericoloso uomo non appartenente più alla classe nobiliare, e non vi é mai passato per la testa di mettere al corrente la vostra Regina? Da quanto sapete che si tratta proprio di mio fratello? Cosa vi ha raccontato quel inetto? Io esigo sapere ogni cosa Lady Dyan! - conclude alzando i toni Re Enrico.

- Vostra Maestà, vi racconterò ogni cosa di cui sono a conoscenza ora. Ma poi promettetemi che rivaluterete la mia offerta. Ve ne prego. - dico con fare più tranquillo.

- Avete la mia parola. Ma non dovrete tralasciare nulla. Ricordatevelo. Nulla. - 

Mi fido del mio Re e della mia Regina. 

A loro devo molto.

Ora é il momento di iniziare a parlare. 


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