Capitolo 11

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Decido di non dire niente.
Di non dare nell'occhio.
Nel mio cuore spero che nessuno mi abbia vista notare quel dettaglio.
Questo torto fatto da Lord Becket, era stato fatto a me.
E nessuno più di me voleva trovare la verità è fargliela pagare.

"Non mi sento molto bene ragazze. Mi gira la testa." Dico con tono flebile.

"Guardie presto! Lady Dyan non si sente bene. Aiutateci a riportarla nel suoi alloggi vi prego" sento dire da Cathleen a gran voce sull'uscio della porta.

"Lo dicevo io che era troppo presto... ma tu devi sempre fare più del dovuto vero?" Mi dice Cathleen prima di voltarmi verso di me, per poi continuare "scusami Dyan. Non volevo essere così dura con te. È solo che mi sembra tutto cosi surreale. Devi prenderti il tempo necessario per rimetterti in forze."

"Non preoccuparti Cathleen. Mi gira solo la testa. Un altro bel giorno di riposo mi rimetterà in piena forma vedrete."

"Sei forte Dyan. Noi lo sappiamo. E anche i reali lo sanno. Non devi dimostrare niente a nessuno. Devi solo rimetterti per te stessa". Mi rassicura Brittany.

Nelle mie stanze c'è un silenzio assordante.
Posso sentire le gocce d'acqua, di questo temporale estivo, che corrono sul vetro delle mie finestre.
Scendono così velocemente che fatico a seguirne una con lo sguardo.
Questo silenzio non mi aiuta.
Non mi ha mai aiutata in realtà.
Io sono una persona sempre attiva.
Cerco sempre di aiutare tutti quanti in ogni cosa e per ogni loro problema.
Ora quella che aveva un problema ero io però.

Perché quella rosa era lì?
Come è finita nelle stanze di Lord Becket?

L'uomo che hanno visto entrare nelle sue stanze in soccorso alle mie urla era lui?
E anche se fosse stato lui, io come lo avrei scoperto?

Mentre mi pomevo mille domande sento un rumore strano provenire da dietro il mio letto a baldacchino.
Provo a voltarmi.
Trattengo il respiro per evitare il più minimo dei rumori, per poter scoprire da dove sia provenuto quel lieve frastuono.

Niente.

Silenzio.

Nemmeno una mosca ronzante.

Mi guardo in torno e cerco la forza di alzarmi dalla sedia della mia scrivania.
Mi dirigo verso il letto silenziosamente.
Cerco di camminare con le spalle rivolte al muro così che nessuno possa cogliere di sorpresa.

Ma chi doveva esserci? Chi voleva cogliermi di sorpresa? Forse Lord Becket era tornato per uccidermi.
Maestro guardie alle porte della camera non hanno mai lasciato il loro posto, e lo avrebbero sicuramente visto entrare.

Ci sono quasi.
Un ultimo passo e...

Niente.

Dietro al mio letto non vi era nessuno.

Ma perché l'arazzo con il dipinto dei giardini del castello si muoveva?
Le finestre erano chiuse e non vi era vento in camera.

Mi avvicino al grande ornamento quando sento muoversi velocemente le tende del mio baldacchino alle mie spalle.
Non faccio a tempo a rendermi conto di ciò che sta accadendo che mi ritrovo una mano intorno alle mie braccia e una alla mia bocca.

"Dyan. Sono io. Sono venuto a vedere se stavate bene."

E quella voce, solo al suono, mi fece calmare all'istante.

"Dyan. Promettetemi che starete calma. Ho bisogno della vostra parola. Ho molte cose da raccontarvi. Non posso più nascondermi. Io mi sono innamorato di voi. Ho completamente perso la testa. Ma per parlarvi, stavolta ho bisogno di mostrarmi a voi. Dovete però prometterti di stare calma".

Mentre faccio cenno di si con la testa, sento la presa allentarsi sulla mia bocca e sulle mie braccia. Accarezzando il braccio cerca di farmi voltare verso di lui.
Lentamente.
Con una delicatezza divina.
E ora finalmente...

Sono senza parole.
Pietrificata potrebbe essere il giusto nome.

"Dyan vi prego ditemi qualcosa."

Cerco di far uscire qualche parola dalla mia bocca ma faccio fatica.

"Re Enrico?" Dico con un mix di sorpresa, paura, tremore...

"Beh sempre meglio di un urlo." Afferma con un mezzo sorriso, poi continua "non sono Enrico, sono suo fratello gemello Davide. "

Ora si che sono confusa.
Devo sedermi.
Faccio qualche passo per dirigermi verso il materasso e mi siedo di colpo.

"Aspettate questo è impossibile. Il fratello di Re Enrico non si chiama Davide ma..." Non faccio in tempo a finire che vengo subito interrotta da lui.

"Riccardo. Si è vero. Ho dovuto cambiare nome quando mio fratello mi esilio dall'Inghilterra. Non sono mai arrivato in Spagna. Mi hanno accolto delle persone in un villaggio vicino al porto.
Sono cambiato molto Dyan. Non sono più l'uomo che conosceva mio fratello."

"Siete qui per uccidermi dunque? Volete assediare il castello come si vocifera? Allora era tutto vero!  E io in tutto questo avevo solamente lo scopo di essere una pedina giusto? "

"No! Assolutamente no! Quel primo incontro nelle stalle è avvenuto per caso ve lo giuro sulla mia vita. Io ero nascosto lì perché avrei dovuto parlare con un mio contatto all'interno delle guardie. Dovevo trovare un modo per parlare con mio fratello senza essere ucciso, seguito o peggio... senza essere ascoltato da lui. Le cose non sono andate come lui crede. Mio padre voleva ucciderci entrambi. Era pieno pieno debiti e il popolo si stava per rivoltare contro tutta la famiglia reale. Io sapevo che Enrico sarebbe stato un ottimo Re. Io non ho mai bramato il trono come lui crede. Dovete credermi Dyan. Quella sera nelle stalle però siete arrivata voi. Dovevate essere tutti alla festa e invece voi vi siete presentata lì. In lontananza ho visto il mio contatto scappare. E inizialmente pensavo di usare voi ma..."

"Ecco vedete! Ammettere che per voi io sono stata so una pedina! Perché dovrei credere alla vostra storia e non a quella del mio Re? Perché credete che io..."

"Perché io vi amo Dyan".

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