32. You don't know what it's like

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Una settimana dopo.

"L'atomo è la struttura nella quale la materia è organizzata in unità fondamentali che costituiscono gli elementi chimici questi si aggregano normalmente in unità stabili dette molecole che caratterizzano le sostanze chimiche....ma che vuol dire?", Cerco di capirci qualcosa ma proprio la mia testa non ne vuole sapere di apprendere cose nuove, mi gratto la tempia con la punta della matita mangiucchiata.

"Posso entrare?", Sento dire prima che qualcuno bussi, mi volto con la sedia girevole, Elijah fa capolineo dentro la mia stanza all'interno villa Mikaelson.

"Sei già dentro", indico con la mano la porta, che lui richiude una volta entrato.

"Touchè", si avvicina alla mia scrivania e ci si appoggia sopra,"È passato per caso un'uragano?", Indica con il mento tutti i fogli rigorosamente sparsi nella mia stanza completamente sotto sopra.

"Si, e quell'uragano si chiama Stephanie Mariah Mikaelson, mi sto mettendo in sesta con lo studio che ho arretrato per un mese",sbuffo esausta.

"Sei sicura di voler ritornare a scuola?, Puoi benissimo studiare da qua", fa spallucce.

"Si sono sicura al cento per cento, non posso restare in queste quattro mura per i prossimi vent'anni solo per ciò che è successo, spero che con lo studio e la scuola riesca a svagarmi almeno un po' e dimenticare la cosa il più presto possibile", anche se la notte prima di dormire piango in silenzio nella mia camera con la faccia spiaccicata sul cuscino, per non fare sentire niente a nessuno, ma questo non glielo dico mica.

"Capisco...invece con Kol come và?", Sbarrò gli occhi ma lui non può vedermi perché ho la testa bassa, sa per caso cosa c'è tra me e Kol? Ma tra me e Kol non c'è nulla, scopamico no perché non lo abbiamo mai fatto, solamente qualche sbaciucchiamento qua e là, ma non c'è nessuna emozione almeno credo.

"Che c'entra Kol adesso?", Mi muovo nervosa sulla sedia, sperando che non se ne accorga.

"Ho notato negli ultimi giorni che siete molto affiatati e mi sembra molto strano visto che quando vi siete conosciuti vi odiavate a morte", cerca di studiarmi con i suoi occhi inquisitori.

"Odiare è un parolone, a morte poi", mi alzo dalla sedia troppo velocemente.

"Hai ancora la daga vero? Quella che ti avevo dato per pugnalarlo", Iniziano a tremarmi le mani, così come tutte le altre parti del corpo, annuisco impercettibilmente,"Perché non l'hai usata?", Continua il suo interrogatorio.

"M-mi è passato di mente", dico la prima cosa che mi passa per la testa.

"Kol ha sterminato tantissime famiglie qui a New Orleans non è una cosa che si dimentica Stephanie, anche se adesso è molto più pacato ed equilibrato, e non è una cosa da lui", continua a guardarmi insistentemente.

Cosa dovrei dirgli? Che non va più a sterminare persone perché sta con me?

"Tu ne sai qualcosa?", Mi domanda.

"Perché tutte queste domande?", Alzo di poco la voce, piega la testa di lato assottigliando di poco gli occhi per poi cambiare in un battibaleno espressione in un sorriso cordiale.

"Perdonami, sono stato poco mansueto", Si mette eretto abbottonandosi la giacca blu, mi lancia un'ultima occhiata e si dirige verso la porta.

"Ko-....Klaus...Klaus mi ha riferito che avete catturato le persone che mi hanno presa in ostaggio", si ferma sulla soglia.

"Si tu non ti devi preoccupare, ci pensiamo noi", cercava di rassicurarmi.

Mi fidavo di Kevin era un mio amico, mi ha fatto una cosa orribile che non dimenticherò mai, l'unica cosa che spero per lui è la morte.

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora