26. Pieces of my life

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Mi giro e rigiro nel letto, ma il sonno proprio non vuole venire, mi rigiro un'altra volta e mi accocolo al petto di Ben, niente, due occhi neri mi si presentano continuamente in testa, quel momento in cui mi prende per la gola, la sua aggressione verso di me, non posso proprio cancellarlo, quel momento viene solo di notte come un'incubo, poiché di giorno sono occupata a dividere i fratelli per non scornarsi e per non commettere nessun un'omicidio, per comprare le cose necessarie per il bambino, per fare lunghe passeggiate nei boschi, e per riflettere per ciò su cui sto combattendo.

Con l'ultimo tentativo di dormire fallito, mi alzo facendo attenzione a non svegliare il ragazzo accanto a me, infilo ai piedi le mie babbuce a forma del gatto Silvestro, guardo l'orario sulla piccola sveglia posta sopra il comodino in legno scuro che segnano le cinque del mattino.

È passata una settimana da quando sono andata via da villa Mikaelson, ma soprattutto che non li sento più, non sono andata nemmeno a scuola per paura si incontrare Hope, cosa dovrei dirgli? Me ne sono andata perche la tua famiglia vuole uccidere mio figlio e cosi per codardìa sono scappata? No, non ci penso proprio, e meglio far calmare le acque, ci penso sempre per come si trovano senza di me, si è passata una settimana, ma credo che si senta lo stesso quel poco di mancanza, no?

Il sonno è andato a farsi fottere, davanti a me c'è lo zaino con ancora dentro il libriccino con la 'S' scritta sopra e il portatile, li prendo al volo ed esco fuori la camera chiudendo la porta, scendo le scale che conducono al punto principale della casa che è diviso tra la sala da pranzo e il salone, decido di andare fuori casa, apro il portone e piano senza far rumore lo richiudo.

È buio pesto, l'unico punto di luce è la mezza luna e un lampione in fondo al bosco, mi avvicino al fiume dove accanto c'è un'enorme albero con due altalene, mi avvio ad esse e prima di sedermi testo se può portare il mio peso, metto le mani su entrambe le corde e tiro verso il basso, mi siedo tirando i lembi della mia felpa extralarge per coprire le mie gambe scoperte, per essere a novembre non fa poi così tanto freddo, estraggo dallo zaino il portatile e lo metto sulle gambe.

"Cazzo!", impreco sottovoce per quanto sia congelato l'apparecchio elettronico, l'ho apro, così anche google, e digito per la seconda quel nome 'Giuseppe Salvatore'

'Giuseppe è nato il 9 ottobre 1810.
Presubilmente negli stati uniti. Ad un certo punto prima del 1840, incontrò e sposò una donna di nome Lily che gli diede due figli: Damon Salvatore e Stefan Salvatore....

Damon, Damon, Damon, dove ho già sentito questo nome?

Flashback

Mi volto con il busto verso Rebekah  e chiedo:

"Come si chiamavano?"

Si danno tutti un'occhiata e poi finalmente li posa su di me.

"Elena Gilbert e Damon Salavatore", annuisco," se vuoi puoi prendere il cognome"

"No, non lo voglio", dico a testa bassa.

Il mio respiro si fa irregolare totalmente, il cuore va a 365k/h, le mani mi tremano e per farle smettere mi conficco le unghie nel palmo della mano, serro la mascella tanto forte da far quasi spaccare i denti, intorno a me tutto si ferma, sento un vuoto in mezzo al petto e un pugno allo stomaco, no, non può essere vero, Damon, il mio padre biologico è il figlio di questo Giuseppe Salvatore, quindi questo vuol dire che è mio nonno!?

Nonostante questo continuo a leggere.

'Dopo che sua moglie morì presubilmente di tubercolosi, Giuseppe allevò i suoi due figli da solo, dimostrandosi però, essere un genitore di parte. Era sempre deluso da suo figlio maggiore, Damon, poiché credeva che egli fosse irresponsabile e privo di ogni tipo di onore. Tuttavia, era molto più vicino al figlio minore, Stefan, che riteneva responsabile, studioso e rispettoso, e per questo, considerava Stefan il suo figlio preferito. Ciò non sorprendentemente contribuì al resentimento di Damon per suo fratello minore, che era sempre il preferito.
Quando scoprì dell'essesistenza dei vampiri a Mystic Falls, insieme ad altri in città, è cresciuto con l'odiarli fino alla morte, credendo che fossero degli assoluti mostri, e che dovevano essere uccisi a tutti i costi.
Insieme alle altre famiglie, creo il consiglio comunale  con la missione di eliminare i vampiri da Mystic Falls, lui insieme ad altri membri del consiglio dei fondatori, aiutò ad intrappolare ventisei vampiri nella cantina, della chiesa per poi poter  essere bruciati a morte, ma essi furono salvati da Emily Bennett nel 1864'

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora