35. You Are My Blood

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Rebekah's pov

"No Stephanie! Resisti ti prego, non lasciarmi, te l'ho chiedo per favore non mi abbandonare, ho bisogno di te, cerca di restare sveglia ", infilo le dita nel suo collo cercando di togliere la scheggia di vetro del parabrezza che per l'impatto si è rotto tagliando la gola di Stephanie, una volta tolto gli dono il mio sangue ma è troppo tardi.

Quindi è così? L'unica cosa bella nella mia vita è svanita sotto i miei occhi, che guardano il cadavere della persona più positiva e solare che io abbia mai conosciuto, il mio cuore va a pezzi ogni secondo che passa, la mia anima in pena cerca di ribellarsi, di urlare facendo uscire tutta rabbia e frustrazione, ma questo non la riporterà da me...ma forse Freya può fare qualcosa.

"Kol?....Kol?! Dove vai? Cosa stai facendo?!", si dirige verso l'uomo che è appena sceso dalla sua auto nera, è uno di quei tipi di uomini insoddisfatti della propria vita e che per movimentarla lavorano in qualche market di periferia in un angolino e bere birre davanti la TV.

"Va a casa tua nel tuo bagno e scopargiti di latte e miele pian piano le mosche arriveranno lasciando delle larve che mangeranno il tuo corpo ormai quasi marcio facendo di te una morte lenta e dolorosa, non uscire di lì finché non sai morto", Kol lo soggioga, la persona in questione mette in moto l'auto e freccia via, Kol prende il corpo inerme e sanguinante di Stephanie e la porta dentro casa.

"Che è successo?", domanda Alaric ma non ho la forza di pronunciare una qualsiasi cosa.

"Lei è...è...è morta", viene in mio aiuto il mio caro fratellino.

"Ditemi che non è vero? Lei era l'unica cosa che mi rimaneva di Damon, il mio compagno di bevute, il migliore amico, ancor prima che lei nascesse Damon mi ha fatto promettere che l'avrei protetta, ma Elena l'ha affidata a voi ed è stato l'errore più grande che abbia mai fatto perché vedeva del buono in tutto ed è proprio questo il suo sbaglio, ha dato la vita di sua figlia in mano ad una famiglia di mostri che non amano niente oltre a sé stessi e il vostro ego soltanto per essere dei originali, voi siete anche capaci di togliere la luce al sole e non meritavate una persona così... E adesso andatevene da dove siete venuti, ma lei resta qui", indica la mia bambina senza vita sul divano.

"Non credo proprio", Kol gli si avvicina, ma cade per terra con le mani alle tempie resistendo dall'urlare.

Una delle due figlie di Alaric tende il braccio teso verso Kol.

"Smettila!", cerco di avvicinarmi a loro con scarsi risultati poiché l'altra della famiglia viene in soccorso, un dolore insopportabile si propaganda nelle tempie come se un ago enorme stesse entrando e uscendo di continuo senza fermarsi.

"Che infantili", con un gesto della mano Hope fa collassare momentaneamente le sorelle Saltzman, la tribolazione inizia ad attenuare alle tempie liberandomi dall'insopportabile fastidio.

"Ho capito! Tu sei uno di quei bulletti che non sa difendersi da solo perciò chiama i rinforzi, ma adesso che le streghe sono k.o.", Kol si rialza un pò barcollante tenendosi saldo al muro.

"Kol!...non farlo, non ne vale la pena", cerco di far ragionare mio fratello ad un eminente attacco verso Alaric.

"Non ne vale la pena o è solo paura che poi lei un giorno vi odi?", ma a quanto pare Rick fa di tutto per far perdere il controllo di Kol, sfidandolo.

"Caro Alaric, tu per lei non sei niente....ma il fatto qui è che...tu...non..sei...niente, ma guardati, non sai nemmeno difenderti da solo che cerchi aiuto negli'altri, mi fai pena Rick", l'ho guardo con tutto il mio disprezzo verso questo uomo, reprimemdo la voglia di piangere e liberando la mia debolezza ai quattro venti.

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora