24. Perfect

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Kol's pov

"Heeeiiidi, Heeeiiidi ti sorridono i monti, Enrico ottavo era i re de i re, ulalla ulalla ulalalala questo è il ballo del miscerino, oh oh oh occhi di gatto oh oh oh occhi di gatto", Stephanie continua a cantare sigle di cartoni animati sopra la mia spalla saltando qualche parola, cammino lento per le strade di New Orleans, non uso la velocità da vampiro per il semplice motivo che voglio rimanere il più tempo possibile con questa terribile cantante, in realtà sarebbe meravigliosa se non fosse ubriaca.

"Sta zitta le mie povere orecchie chiedono pietà", la supplico, per un momento sembra stare zitta ma non è così.

"Cattivo", la immagino mettere un broncio adorabile, talche' mi spunta un sorriso.

Gli ho dovuto mettere la mia giacca perché ovviamente mentre passavamo di fianco ad ogni ragazzo si fermavano a guardarla come dei maniaci, e lei ovviamente dava baci volanti dicendo che si sarebbero visti, a me dava estremamente fastidio perciò lo costretta ad mettere il mio indumento.

La tengo ben stretta per le ginocchia, quando sta per cadere perché è scoppiata a ridere.

"gggrrr", non ci posso credere,"gggrrr".

"Smettila di fare il verso del maiale", ma ovviamente ignora ciò che ho detto e continua a fare il verso dell'animale.

"Come fa la pecora? Beeee, come fa la mucca? Muuuu, come fa il cane? Bau Bau Bau, come fa il gatto? Miao miao miao, aaaaahhh".

"Sei fortuna che siamo arrivati, sennò ti avrei già buttata in un burrone", vado verso il retro della casa, proprio sotto la finestra della ragazza che tengo in spalla.

"Stai ferma se puoi trattieni il respiro", e come una stupida prende un gran respiro e lo trattiene,"non devi prendere alla lettera qualsiasi cosa", prendo lo slancio e salto dentra la camera, metto giù Stephanie, gli sposto i capelli dal viso il quale è paonazzo per essere rimasta per più di dieci minuti in testa in giù, barcolla all'indietro ma le afferro le mani mettendola in quel piccolo equilibrio che ha.

"Fa caldo", si lamenta abbassa la zip della mia giacca che indossa e la lancia nella poltroncina posta vicino la scrivania rimanendo nuovamente nel trimizito reggiseno, toglie anche il vestito in latex adesso è completamente in intimo, ed è una delle cose più belle che io abbia mai visto in vita mia, e ne ho viste tante di cose belle, ma lei supera ogni cosa, la stanza è immersa nel buio della notte, la luce fiocca della luna che filtra dalle tende fa brillare l'infinito dei suoi occhi.

La vedo avvicinarsi a me facendo dei piccoli passi ma con molta scioltezza come se ogni paura è timore siano stati abbattuti con forza, è così vicina che sento il suo respiro accarezzarmi la pelle, come se stesse accarezzando un vaso di cristallo con una piuma leggiadra, posa una sua mano nel mio collo facendo movimenti circolari con il pollice, scende arrivando alle mie labbra e ne traccia il contorno, a quel contatto chiudo gli occhi godendomi il suo tocco, li riapro, e i suoi occhi cerchiati di rosso per via della sbornia sono già puntati su di me.

"Che vuoi fare?", domando vedendola accostarsi verso il mio viso.

"Voglio fare l'amore con te", risponde tranquillamente, come se non mi avesse detto l'impossibile, poggia la fronte contro la mia.

"Per quanto lo vorrei, è impossibile non possiamo", indietreggio di qualche passo, ma lei si riavvicina.

"Non puoi o non vuoi", mise le sue mani ghiacciate sul mio petto.

"Non posso", sfioro le sue spalle con le dita.

"Quindi vuoi", affermò lei.

"Si", risposi sincero.

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora