14. I love you

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"Quindi.....? Tu saresti una strega dalla nascita, solo che non te l'hanno mai detto, nascondendo la tua magia attraverso una collana?",mi dice Ben sorpreso e confuso, dopo evergli detto tutta la storia.

"Già", stiamo camminando fianco a fianco diretti verso casa sua, che tra l'altro non ho mai visto.

"E i tuoi genitori prima erano dei vampiri, poi hanno preso una specie di cura per il vampirismo diventando di nuovo umani, ti hanno concepito, solo che tuo padre e morto prima che tu nascessi, così tua madre per la disperazione ti custodi' ai Mikaelson, e si è uccisa anche lei, per ricongiungersi con il suo amore incondizionato? "

" Esattamente... sì", alzo la testa verso il cielo, ormai quasi buio facendo brillare le stelle.

Siamo stati tutto il tempo al lago, a parlare del più e del meno, anche di cose banalissime, del tipo 'quale è il tuo colore preferito' o ' animale preferito'.

"E che il tuo vero Cognome è Salvatore.....Stephanie Salvatore, Salvatore Stephanie.....e bello, ti si addice di più che Mikaelson"

"mmh..." mugugno, chinando la testa verso le mie scarpe.

Di colpo si ferma, di conseguenza facendo fermare anche me, mi mette due dita sotto il mento facendo scontrare i nostri occhi.

I nostri occhi sono identici, azzurri, ghiaccianti, così simili.

"cos'hai?", mi domanda

"Niente.....e solo che ho sempre pensato di fare ricerche sui i miei genitori, sapere che faccia hanno, da chi ho preso gli occhi, i capelli, la pelle, sapere perché mi avvesero dato ai Mikaelson come un sacco dell'immondizia, come se fossi solo un peso per loro.....ma adesso che so che sono morti...non lo so.....mi fa sentire in colpa perché li ho sempre odiati, ma con mia madre, c'è lo con lei, anche se è morta, poteva crescermi con sé, andare a scuola e dire questa è mia madre, anche se non ci sono mai andata ma non ha importanza, forse sono io che non ho importanza, forse non ero abbastanza da volermi bene e spedirmi in un'altra famiglia come un pacco postale", sbotto agitando le braccia, mi prende le spalle e le scuote leggermente per farmi riprendere.

"Ehi, ehi, ehi, calma, calma, non dire mai più che non sei abbastanza, o che non importi, perché a me importi e anche tanto, o che non sei abbastanza anzi sei troppo, tu sei troppo importante",mi mette le mani sulle guance accarezzandole con i pollici, si abbassa un po' per arrivare quasi alla mi altezza guardandomi negli occhi " da quando sei nella mia vita tutto è più bello, il sole sembra più splendente, il prato sembra più verde, gli uccellini che cantano nella mia finestra sono meno fastidiosi", mi scappa una risata," ridi, ridi sempre perché quando sorridi sei bellissima....cioè non è che tu non lo sia nemmeno ora....ma quando ridi di più....cioè anche ora...ma anche dopo......mi sono confuso!", si gratta la tempia e fa una risatina nervosa

"sisi ho capito non ti preoccupare e rilassati!", gli metto le mani sulle spalle

"Bene", mi prende di nuovo la mano e dopo cinque minuti siamo quasi fuori la città in una specie di boschetto dove ci sono delle cassette di legno sparsi qua e là.

"Benvenuta nella mia umile dimora", dice fermandosi davanti casa sua, "non è ovviamente una villa super lussuosa come la tua ma è accogliente".

La casa è in legno con la porta rossa berdeux, ci sono all'incirca sei scalini per arrivare alla porta, ad un lato c'è una maca, e dell'altro lato una sedia a dondolo con qualche pianta sparsa, la casa è due piani piena di piccole finestre, entriamo dentro ed è tutto internamente di legno, pareti, soffitto, pavimento.

"Mio padre è un falegname, e molto nel suo stile,....e poi non è che abbiamo tanti soldi per permertecci di una casa migliore di questa", si appoggia ad una finestra guardando fuori

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora