6. Marcel

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Quando sono arrivata a casa mi sono chiusa in camera, per adesso sto leggendo un libro della libreria, odo dal piano di sotto che la cena è pronta, poso il libro sul letto e scendo al piano di sotto, mi siedo tra Hayley e Hope, davanti a me ci sono Elijah e Rebekah.

Stanno tutti chiacchierando, Hope mi stringe la mano per darmi conforto, richiamo l'attenzione dalle  persone che ho difronte, quest'ultimi si voltano verso di me, come il resto degli altri.

"Elijah, Rebekah... Volevo dirvi una cosa"

"Dicci" risponde Rebekah

"È importante" dico più seria che mai, il suo sorriso si spegne piano a piano

"Ci sta facendo spaventare, è successo qualcosa a scuola?", questa volta è Elijah a parlare

"No, la scuola non c'entra nulla"

"Allora cosa?", non rispondo e chino la testa verso il basso

"Per l'amor del cielo Stephanie, parla mi stai facendo spaventare!" urla Rebekah, a quel punto è inutile trattenersi, così sputo il rospo

"Che fine hanno fatto i miei genitori?", vedo i presenti sbiancare in volto

"C-che v-vuoi-i dire?"

"Dove sono? Come si chiamano? Perché non sono con loro?", si danno un'occhiata e si voltano verso di me

"Non credo sia un momento opportuno" parla Elijah

"Perché no? Io sono qui, voi siete qui, perché non ora?"

"Stephanie, tu non vuoi veramente saperlo, se l'ho sapresti ne soffriresti, da retta a me ti prego, questa conversazione finisce qua!" risponde Rebekah

"No! Io voglio saperlo veramente! Se pensate che voglio saperlo solo perché non voglio stare con voi o che me ne andrò vi sbagliate di grosso, siete la mia famiglia, farei di tutto per voi, ma vi prego ditemi cosa è successo, voglio soltanto sapere, sapere in quale occhi guardarli, amore, disprezzo, odio!"

" Non pensiamo che te ne andrai, ma soltanto che ne soffriresti e noi non vogliamo questo, quindi non parliamone più ", a quel punto, mi alzo facendo stridere la sedia per terra

"Io ne ho tutto il diritto di sapere, di sapere le loro azioni e non sarete voi a impedirlo, scusate ma mi è passata la fame" sbatto il tovagliolo di stoffa che avevo in mano sul tavolo, prendo un giacchetto che avevo a portata di mano sopra la poltrona

"Dove stai andando" Rebekah mi corre incontro

"A fare un giro, devo schiarirmi le idee, DA Sola", sussurro, esco fuori e sbatto la porta talmente forte da far quasi tremare le pareti

Non ci posso credere che non vogliono dirmelo, forse non hanno abbastanza fiducia in me, non si fidano, come ho detto prima farei di tutto per loro, ma forse non capiscono come mi sento, mi schifata,non capita.

Basta per adesso non voglio pensarci, voglio godermi questa città fantastica.

New Orleans di sera è magnifica, è piena di luci colorate, musica, attrazioni, gente che balla, che ride, che scherza, bambini che si rincorrono, giochi, e chi più ne ha più ne metta.

Senza che me ne accorga vado a finire in un vicolo cieco, mi guardo indietro e in avanti, continuo a camminare finché non vedo una figura di un uomo barcollante venire verso di me, ha una bottiglia in mano, è ubriaco si capisce da come cammina da una parte all'altra, ride da solo e canta stonatissimo, io sono immobile non so che fare, mi giro per andare indietro ma c'è un'altro uomo, mi afferra il polso e l'ho stringe forte fino a farmi male.

||•𝑯𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂•|| Kol MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora