20.

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Il pugno di Harry entra in collisione con il tavolo della cucina, e trattengo il respiro per un paio di secondi.
La mano sanguina, le nocche sono rosse.
Prima che possa dire una parola, tira fuori il telefono dai pantaloni, e compone velocemente un numero.
-Tom? Sì, esatto. Puoi venire qui, per favore?-
Tom? Chi sarebbe?
Annuisce un paio di volte
-Perfetto, a tra poco-
Lascia andare il telefono, e si passa la mano fra i capelli, frustato.
Gli alzo il mento, e cerco di sorridere.
Ho ancora un vuoto allo stomaco per il messaggio.
-Chi è Tom?-
-La nostra guardia del corpo- sospira.
Decido di non chiedere altro, e mi stringo un po' di più a lui.
Ho paura di perderlo.
Ci sono stata lontana quattro anni, spero che basti, perché sono stufa di non averlo per me.
Stiamo abbracciati su quella sedia minuti, sentendo l'orologio attaccato al muro scandire i secondi, sembrano infiniti.
Dopo circa venti minuti, il campanello di casa squilla, e mi spavento.
Stringo gli occhi, afferro Harry per il collo, e mi tira su andando ad aprire.
-Ciao, Harry-
La voce è maschile, adulta e riconosco di non essere quella del ragazzo.
-Ciao, Tom- risponde Harry, e sembra quasi esausto.
Quando sento il nome della guardia del corpo, apro di scatto gli occhi.
Vorrei vedere che aspetto ha, ma mi limito a ridacchiare, penserà che sia una bambina.
Sono in braccio ad Harry, raggomitolata su me stessa.
Piano piano il riccio mi fa scendere, e mi appoggia sul divano.
Alzo lo sguardo, e vedo un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati e corti, un completo nero il corpo robusto.
Ha un sorriso dolce in volto, quando mi vede, che ricambio.
Un auricolare nell'orecchio destro, e una postura rigida, la schiena dritta.
-Qual è il problema, piccolo Styles?-
Vorrei ridere per il soprannome, ma Harry mi sembra troppo serio per lasciarsi ad un sorriso, così mi contengo.
Il ragazzo inizia a raccontare a Tom cos'è successo, mentre litigo con una pellicina sul pollice.
-Bene, so cosa fare- dice l'uomo, quando Harry finisce di raccontare.
A quel punto lo guardo negli occhi, un insolito grigio a colorarglieli.
-Metteremo una piccola microspia sul giaccone, e un auricolare che coperto dai capelli, o dal cappello non si vedrà.
Sia l'auricolare che la microspia saranno collegati ai nostri computer, che terremo in una macchina con i vetri oscurati, a pochi metri dalla signorina Tomlinson-
Non prende quasi fiato, mentre spiega, e mi chiedo se non se lo fosse progettato già prima di venire qui.
Harry lo guarda con aria soddisfatta, si conoscono bene e si fida di lui.
-Grazie, sei sempre il migliore.
Dormi qui, così domani siamo pronti, o preferisci venire domani mattina?- gli chiede il riccio, sorridendo.
Mi appoggio al braccio di Harry, e mi lascio scappare un sospiro.
Mi sento molto più sicura di prima.
-Preferirei andare a casa, mia figlia torna sta sera dall'America- dice con aria soddisfatta, mentre si stira la giacca già impeccabile.
Da un abbraccio veloce ad Harry, lasciando poi un bacio fra i capelli a me, proprio come farebbe un padre.
-A domani, ragazzi-
Esce dall'appartamento, e chiude le porte alle sue spalle.
-Meno male male che c'è Tom- dico, fronte contro fronte, ad Harry.
Annuisce, e lo prendo per mano, ricordandomi dei tagli e del pugno.
Tiro fuori disinfettate e cotone, cercando di non fargli troppo male.
-Non succederà nulla, te lo prometto- esclama con la mascella serrata, per il fastidioso contatto con il disinfettante.
Le sue parole mi rassicurano, e dopo pochi minuti andiamo a letto, senza mangiare, con lo stomaco chiuso, aspettando che passino le ore per poter mettere in atto il piano di Tom.
*
-Prendi una sciarpa, Harry- dice la guardia del corpo.
Lui si affretta ad uscire dalla camera, e avvicinarsi alla sedia della cucina dove appoggio la sciarpa e il capello, immagino.
Sono le due e mezza, e Tom è appena arrivato.
Dobbiamo mettere a posto le microspie e l'auricolare.
Mi giro verso di lui e sorrido, prima di parlare -Cosa sta tua figlia?-
-Sta bene, grazie-
Annuisco, e mi siedo sul letto pochi secondi prima che Harry entri dalla porta della camera.
Porge la sciarpa e il cappello a Tom, -Ecco qui-
Torna dietro di me, si siede e mi abbraccia da dietro.
Mi lascia un bacio sulla spalla, e mi rilasso al suo tocco.
Tom sembra guardare per un po' i due indumenti, prima di chiamarmi.
Mi alzo, e gli vado in contro.
-Sciogli i capelli, Emily, e vai a vestirti per uscire- dice, con tono freddo e rigido.
-Okay- sussurro.
Prendo una felpa dall'armadio, una maglietta e un jeans, prima di andare un bagno.
Decido di non cambiare la biancheria intima -che in realtà ho cambiato sta mattina-, perché Harry si arrabbierebbe parecchio se tirassi fuori i miei slip da Tom, e io mi sentirei in assoluto imbarazzo.
Mi sciacquo la faccia due volte, prima di fermarmi e osservarmi allo specchio.
-Ce la posso fare- dico, decisa.
Sciolgo i capelli, facendoli ricadere sulle spalle, a boccoli.
Sfilo la maglia, creando dei brividi sulla pelle lattea per il freddo.
Noto il telefono sullo scaffale illuminarsi, il nome di mio fratello appare. Un messaggio.
Sospiro, e lo apro.
Da: Lou
«Piccola oggi stiamo un po' insieme?»
Mi mordo il labbro, perché davvero, vorrei stare con lui, ma non posso.
Quindi mi limito a scrivergli «Oggi no, ho un po' di febbre. Magari domani», per fargli capire le mie intenzioni.
Odio mentire a mio fratello, ma è l'unica soluzione.
Infilo un'altra maglietta, la felpa e poi sfilo i leggins per indossare i jeans chiari.
Applico un po' di mascara, la matita nera e il rossetto.
-Ce la posso fare- ripeto, con più convinzione.
Apro la porta del bagno, lasciando gli altri vestiti sparsi per la stanza, e torno da Harry e da Tom.
-Eccomi- dico, entrando.
L'uomo si avvicina a me, mi infila la giacca di pelle nera, e la sciarpa scura.
-Mh... Qui- esclama, indicando un punto sul tessuto soffice.
Prende la microspia dalla scrivania affianco al letto, e la pinza, cliccando un pulsante.
Si affretta a sedersi sulla sedia, per aprire una schermata video sul computer.
Appare il viso di Harry, freddo e con la mascella serrata.
Mi accorgo che la microspia è puntata contro di lui, quindi direi che funziona.
-Perfetto- sussurra Tom, andando a prendere poi l'auricolare color carne.
Scosta i miei capelli castani, e lo posiziona delicatamente nell'orecchio sinistro.
-Puoi andare in cucina, e provare a parlare, per favore?- chiede.
Annuisco, e già che sono per strada infilo le scarpe, per poi sussurrare un misero -Ciao-
Quando sento Tom urlarmi di tornare in camera, faccio dietro-front e torno da Harry.
-Okay, sei pronta, Emily.
Ora portiamo il pc nella nostra macchina, e ci parcheggeremo davanti al bar, o nei paraggi. Tu andrai a piedi, altrimenti potrebbe sospettare. Va bene?-
Tom adesso ha una voce calda, dolce, paterna, e mi ricorda un po' la signora della hall dell'ospedale.
Sforzo un sorriso, e -Sì, va bene-
Guardo l'ora sul telefono, solo le tre meno cinque, e per arrivare lì ci metto circa dieci minuti. Dobbiamo andare.
Tom chiude il computer con tutti i programmi e i macchinari vari, prima di lasciare me e Harry da soli.
Mi avvicino piano, con lo sguardo rivolto verso il basso.
-Emily?- sussurra, prendendo il cappello in mano.
Alzo lo sguardo, e incontro i suoi occhi verdi, e quasi mi dimentico di tutta questa faccenda.
Mi infila il cappello grigio, facendolo scivolare un po' all'indietro, coprendo però le orecchie.
-Ti amo- dice, posando le sue labbra sulle mie.
Sorrido, -Anch'io, Harry-
Mi prende per mano, e infilandosi le scarpe, andiamo alla porta di casa.
La chiude a chiave, per poi sussurrarmi, -Andrà tutto bene, vedrai. Non pensare neanche per un secondo che io non intervenga, se succede qualcosa. Chiaro?
Ti amo, piccola. Sei la mia vita. Ci vediamo dopo-
Mi lascia un bacio sulle labbra, e uno sulla fronte.
Sento gli occhi pizzicare per le sue parole, tiro su il naso.
Mi incammino infilando la cuffietta nell'orecchio destro, con Ed Sheeran che canta, sperando che vada tutto per il meglio.

*Spazio Autrice*
Spero che il capitolo vi piaccia, perché probabilmente non posterò per tutto il weekend.
Ho tre verifiche la prossima settimana, e devo studiare un sacco.
Fatemi sapere cosa ne pensate, e ditemi secondo voi chi è il ragazzo del bar.
Un bacio,
Chiara.

P.S. Anna spero ti sia piaciuto, e non uccidermi per la fine, ti prego.
P.P.S. Ciao Fede! Un bacio! (ti ringrazio se sei arrivata a leggere fino a qui)

My Summer Love 2 [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora