3.

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Passeggio per le vie di Doncaster, pensando a Harry.
Come sempre, d'altronde.
Mi manca da morire, anche se non lo faccio vedere.
Mi manca tutto di lui, e devo ammettere che ogni tanto guardo il suo profilo FaceBook, o Instagram cerando di capire se ha trovato qualcun'altra.
Per ora, niente.
«Hey, Em!»
Mi giro, e mi ritrovo davanti Zack, un mio vecchio amico delle medie.
Eravamo inseparabili io, lui e Luke.
Poi i genitori di Zack si sono separati, e hanno dovuto trasferirsi.
«Zack!» gli salto al collo abbracciandolo forte.
«Mi sei mancata un sacco» sussurra sui miei capelli.
Oggi non fa troppo caldo, quindi decidiamo di fare una passeggiata al parco.
«Allora, che mi dici?» chiedo, prendendo un gelato al chiosco.
Pago, tornando poi a guardarlo in quegli occhi color nocciola.
«Mamma e papà sono tornati insieme», sorride «e abbiamo deciso di tornare a vivere qui»
Spalanco la bocca, sono felicissima!
Non ci speravo più, in realtà.
«Oddio! Che bello! E quando traslocate?», dico lasciandogli un bacio sulla guancia sorridendo.
«Già finito, in realtà», alza le spalle.
Lecco il gelato, assaporando la fragola, e mi vengono in mente le labbra di Harry.
Dovrei essere ricoverata in un ospedale psichiatrico.
«Tu? Novità?» chiede.
Scuoto la testa, «Stavo con un ragazzo, mi ha tradita e ora non ci sentiamo più...» dico, abbassando lo sguardo.
Dirlo ad alta voce fa più male, purtroppo.
Rimane senza parole, mentre mi circonda in un abbraccio senza fiato.
«Io non l'avrei mai fatto...», sussurra.
«Lo so»
Continuiamo la nostra passeggiata ridendo e scherzando, come una volta.
E quando decidiamo di bussare a casa Evans, per scoprire la reazione di Luke, quasi non si saltano addosso.
Ridacchio, e passiamo il resto del pomeriggio a guardare film, a giocare a obbligo o verità, o a mangiare.
«Io devo andare, ragazzi. Grazie di tutto», dico alzandomi dal tappeto rosso.
In contemporanea si alza anche Zack, e «Ti accompagno a casa».
Sorrido, e lascio un bacio sulla guancia a Luke, dicendogli di salutarmi Becky.
«A domani, biondo» lo saluto.
Usciamo di casa che ormai è tardi, saranno le sette e trenta.
Mia mamma sarà arrabbiata, forse.
Spero non sia ancora tornata a casa.
«Domani usciamo?» dice.
Salgo sul marciapiede, «Volentieri! Dove andiamo?»
Faccio quel giochino bambinesco, quello di mettere un piede davanti all'altro al bordo del marciapiede senza cadere.
«In piscina? O ad un Acqua-Park?»
Annuisco sorridente, ho sempre amato gli Acqua-Park.
«Passo a prenderti alle undici, va bene?»
Infilo al chiave nel portoncino di casa, «A domani Zack, grazie di tutto»
Lo abbraccio velocemente, ed entro un casa.
Mamma non è ancora tornata, papà aveva una cena di lavoro.
Sono sola in casa.
Salgo in camera, e senza preavviso inizio a piangere.
La maschera che mi sono creata in questi giorni, si sta sbriciolando poco a poco.
Piango, caccio le unghie sulle braccia, lasciando strisce rosse sulla carne chiara.
Mi manca, mi manca da morire e lui non lo sa.
Faccio partire «X» di Ed Sheeran, e le casse rimbombano le prime note.
Continuo a piangere, iniziando a spogliarmi.
Quando rimango in intimo, prendo una maglia di Harry, e la infilo dalla testa, lasciando una scia di mascara nero sul colletto.
«Porca puttana, Harry!», urlo.
Inizio a respirare affannosamente, rimango senza fiato per un po', mi sento svenire.
Mi sdraio sul letto, sotto il lenzuolo, e cerco di calmarmi.
«Harry, torna. Vieni e portami via», sussurro con la guancia immersa nel cuscino.
Dopo pochi secondi, sento un «drin!», provenire dal comodino.
Lo affetto, cercando di mettere a fuoco il mittente, chiudendo gli occhi e facendo colare un paio di lacrime nere.
Da: Harry
«Mi manchi, amore. Torna ti prego»

My Summer Love 2 [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora