La mattina seguente mi sveglio con il fastidioso rumore della sveglia.
«Mh...» grugnisco, scocciata.
Faccio smettere di squillare l'iPhone, e mi giro.
Harry è vicino a me, con la bocca aperta, gli occhi chiusi.
Sorrido, gli tolgo dal viso un ricciolo.
Mi è mancato tanto. Ed ora è qui.
Gli lascio un bacio sulle labbra rosee, e mi alzo.
Il freddo mi colpisce, facendomi rabbrividire.
«Cazzo» impreco quando sbatto contro il mobile.
Tiro fuori un paio di jeans chiari, una felpa verde e infilo le scarpe.
Mi trucco leggermente, dopo essermi lavata il viso, e mi lavo i denti.
Stacco il telefono dalla carica, e vado in cucina cercando di non far rumore.
Strappo un pezzo di carta, scrivendo sopra un messaggio al riccio.
Guardo l'ora, sono le 8:37.
Mancano ancora venti minuti all'inizio del mio turno al bar, e per arrivare ci metto circa dieci minuti.
Prendo un elastico nero, e lo lego al polso destro.
Infilo il telefono nella borsa, e infilando il giubbotto esco di casa, con le cuffiette nelle orecchie e l'iPod in tasca.HARRY'S POV.
Mi sveglio sbadigliando, e ricordandomi di aver risolto con Emily.
Sorrido al pensiero, e faccio per lasciarle un viso sulla guancia, quando mi giro e non la vedo.
Dov'è andata? Si è pentita?
Mille domande mi martellano in testa, e non posso fare a meno di alzarmi e cercare un fottuto messaggino, che magari ha lasciato.
Controllo la chat su WhatsApp due volte, e anche quella dei messaggi normali. Niente.
Sbuffo, infilo un paio di pantaloni della tuta trovati nel suo armadio, e mi dirigo in cucina.
Apro il frigo, e tiro fuori il succo di frutta.
Perché se n'è andata?
Prendo un bicchiere, e appena appoggiato al tavolo di legno vedo un biglietto.
Ah, allora non è andata via!
Sorrido.
«Buongiorno, amore! Non so che ore saranno quando ti alzerai, conoscendoti dormirai fino a tardi.
Io sono a lavoro, torno per le 14:00, okay?
Ti amo, a dopo.
Em.xx»
La sua calligrafia scorre leggera sul foglio di carta, mi è mancata anche quella.
Cosa faccio in queste... Tre ore?
Sono solo le undici.
Finisco di fare colazione, e penso di andare a fare un giro in centro.
(...)
Torno a casa per l'una e mezza, e decido di preparare qualcosa per pranzo.
Metto a bollire l'acqua, e tiro fuori dal frigo l'insalata, i pomodori e le carote. Louis va pazzo di carote.
Mi fermo all'istante. Cazzo, Louis.
E se non accetta la nostra relazione? Come facciamo?
Mi passo due volte le mani fra i capelli, e li tiro leggermente.
Decido di non pensarci, e di chiarire poi con la mia ragazza.
Finisco di preparare il tutto, e apparecchio.
Dopo cinque minuti, circa, la porta di casa si apre.
«Amore! Sono a casa!» dice, e la immagino togliersi le scarpe con i piedi, e sfilarsi cappello e giubbotto.
«Com'è andata a lavoro?» chiedo, quando entra in cucina.
Le lascio un bacio sulle labbra, e sorride.
«Bene, tu? Che hai fatto?»
Si siede di fronte a me, credo abbia fame.
«Ho fatto un giro in centro e poi ho cucinato. Hai fame?» chiedo.
«Da morire» esclama, addentando una foglia di insalata.
Non le dico che ci sarebbe prima la pasta, la mangerà dopo.
«Em?»
Alza lo sguardo dal suo piatto, «Dimmi»
Giocherello un po' con il tovagliolo rosso, con la paura della sua reazione.
«Come facciamo con Louis? E con i ragazzi? E se non approvano la nostra relazione? E no-» inizio a parlare, senza rendermi conto che lei sta ridendo di buon gusto.
«E ora cosa ridi?» chiedo, leggermente alterato.
«Ho già detto tutto a tutti, mentre andavo a lavoro. Non preoccuparti. Louis ha solo bisogno di tempo, e agli altri non ha recato problemi» dice, sorridendo.
Mi sento un po' offeso, non mi ha neanche chiesto se a me andava bene... Dovrei arrabbiarmi?
Decido di lasciar perdere, pensando che per una volta, forse, riusciamo ad essere felici. Insieme.
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My Summer Love 2 [H.S]
FanfictionSequel "My Summer Love". • E poi lo vedo, dopo anni lo vedo. E il mio cuore si ferma, come la prima volta. I suoi occhi incontrano i miei, dio se mi è mancato. • "Prendimi per mano e partiamo, andiamo lontano."