2.

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È passata una settimana da quando me ne sono andata da Londra.
Da quando ho lasciato l'amore della mia vita, i miei amici, mio fratello.
Louis lo sento ogni giorno per messaggio, come con tutti gli altri.
Eccetto Lui. Ovviamente.
Fuori c'è il sole, mancano ancora tre settimane prima dell'inizio della scuola, e devo finire i compiti.
Mi alzo sbadigliando, controllo se sono arrivati messaggi e apro la chat di Luke quando leggo il suo «Buongiorno piccola», sorridendo.
«Buongiorno Trigre».
Lascio il telefono sul comodino, andando in bagno a lavarmi il viso.
Dovrei andare dalla parrucchiera, penso mentre spazzolo i capelli.
Sono lunghi, fin troppo. Arrivano a metà schiena.
Poso la spazzola, e torno in camera.
«Devo parlarti, Em. Alle tre sulla nostra panchina?», leggo.
Mi preoccupo, per un attimo, ma poi cerco di non pensare in modo negativo.
«Okay, a dopo» rispondo.
(...)
Alle due e mezza inizio a prepararmi, anche se alla fine ci metto poco più di dieci minuti.
Indosso un paio di shorts nero, una maglietta bianca e le Vans.
Vado verso lo specchio, legando i capelli in una coda alta, aggiungendo poi una bandana rossa.
Metto a posto le sopracciglia, applico un po' di mascara nero, la matita e sono pronta.
Scendendo le scale, mi spruzzo il primo profumo che trovo in bagno, lasciandolo poi in corridoio.
I miei sono già a lavoro, quindi non mi preoccupo di lasciar scritto niente. Torneranno tardi.
Chiudo la porta a chiave, sistemandole poi nella borsa nera.
Infilo le cuffiette e faccio partire Ed Sheeran. Ah, quanto lo amo!
Dopo un paio di canzoni, sono arrivata alla nostra panchina.
Fisso la scritta «L+E=BFF», incisa in quella panchina di legno un paio di anni fa.
«Ciao, piccola»
Mi giro e sorrido, «Ciao»
Mi prende per mano e iniziamo a parlare del più e del meno, girovagando per il parco.
«Allora, cosa mi dovevi dire?» chiedo, scacciando un sassolino da terra.
«Mh... Sì, già. Ho incontrato una ragazza...» dice imbarazzato.
«Oh, wow! Be' complimenti! Come si chiama?», cerco di sorridere, quando in realtà sono gelosa marcia.
Non ci saranno più i nostri pomeriggi passati a cazzeggiare? Sarà più staccato?
Mi eliminerà dalla sua vita?
«Becky», e il nome mi ricorda qualcuno «vorrei fartela conoscere, Em»
Annuisco, cercando però di ricordare.
Dopo un paio di secondi in silenzio, mi viene in mente! La ragazza della discoteca!
Magari è lei, vedremo.
«Si, magari» dico.
Luke si ferma, in mezzo alla sentiero, e mi guarda negli occhi.
Un tempo ero innamorata di quegli occhi. Ora ne vedo un paio verde.
«Emily?»
«Sì?» dico, cercando di togliere una pellicina dal pollice.
«Non ti dimenticherò, sei la mia piccolina. Sei sempre stata la mia migliore amica, e nessuno potrà mai sostituirti...» dice, e io lo abbraccio di slancio.
«Ti voglio bene, Luke. Grazie di esserci sempre»
(...)
Sono passate tre settimane, dall'uscita con Luke.
Mi ha fatto conoscere la sua Becky, e sì, era la ragazza della discoteca.
È simpatica, semplice e naturale, siamo diventate in fretta amiche.
Ogni tanto usciamo insieme, sparliamo un po' di Luke, andiamo a fare shopping e ci guardiamo un film ingozzandoci di popcorn.
Guardo l'ora sul telefono: 15:03.
Inizio a cercare qualcosa di decente da vedere alla televisione, ma oggi sembra proprio che debba annoiarmi.
«Che palle...», sussurro poco prima di ricevere un messaggio.
Da: Lou
«Skype?»
Sorrido, e dopo aver risposto con un «Sì!», salgo in camera mia per recuperare il computer.
Mi sistemo meglio sul letto, accendendo il computer.
Da: Lou
«Chiamo io?»
Metto la password del computer, e apro Skype.
A: Lou
«Adesso sì»
Dopo pochi minuti passati a rendermi presentabile, Louis mi chiama.
Accetto sorridendo, la chiamata, vedendo comparire il suo viso sullo schermo.
«Ciao, sorellina!», urla, sorridendo.
«Ciao Loueh»
La sua camera è in disordine, come sempre.
La cosa però, che fa crescere sul mio viso un sorrisino perverso, è un reggiseno rosso al lato del letto.
«Lou? Quel reggiseno?»
Trattengo le risate, vedendolo in difficoltà.
«Mh... L'altra sera con una ragazza in discoteca, poi l'ha dimenticato qui» dice sconfitto.
Io scoppio a ridere, portandomi le mani alla bocca.
Lui rimane per un po' con una faccia sconvolta, «Ma perché... Tu l'hai già fatto?»
Annuisco, «Con Luke, stavamo insieme»
Dopo venti minuti su discussioni, e sui dettagli della mia prima volta, la chiamata termina in modo dolce e sereno.
«Siamo a casa!» urla mia mamma da sotto.
Scendo le scale, e vado a stampare un bacio a tutti e due.
«Com'è andata a lavoro?» chiedo sedendomi sul bancone della cucina.
«Tutto bene. Tu? Hai fatto un po' di compiti?» dice mio papà.
«Sono a buon punto, sì»
Afferro una mela dal cesto, e salgo in camera.
Mi ero completamente scordata dei compiti.

My Summer Love 2 [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora