13.

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Il viaggio in macchina è silenzioso, tengo lo sguardo fisso ulla strada, la mano di Harry sul mio ginocchio.

Mi continuo a chiedere chi possa essere, se ha qualcosa a che fare con i ragazzi, con Luke o con Harry.

Dovrei chiamare Luke, forse.

“Scendi?” mi chiede gentilmente, aspettando una riposta.

Annuisco senza aprire bocca, prende il borsone dai sedili posteriori e scende dall’auto.

Apro la portiera, scendo, mi prende per mano.

Spero di riusciere a capire chi è, ma sono ancora piuttosto scossa dall’accaduto.

Apre la porta di casa, lascindo il borsone a terra.

“Vuoi un tè?”

Appoggia il giubbotto sull’appendiabiti, toglie le scarpe e si passa la mano fra i ricci castani. È nervoso. Lo sono anch’io.

“Grazie”, dico abbozzando un sorriso tirato.

Slego la sciarpa, butto il giubbotto sul tavolo in salotto.

Non ho la forza di fare niente.

Ripensando al bacio, mi sento le labbra pizzicare e uno strano sapore sgradevole.

Pochi minuti dopo Harry torna con due tazze di tè fumanti, e un pacco di biscotti.

Non ho molta fame, però.

“Vuoi raccontarmi?” sussurra, sedendosi affianco a me sul divano.

Quel divano.

“Aveva i capelli neri” mi rannicchio sul suo petto, “gli occhi scuri. Faceva un po’ paura.”

Inizio, sorseggiando la bevanda calda.

Inspiro, il profumo di Harry mi è mancato da morire.

“Poi?”

“Gli ho chiesto cosa volesse ordinare, e mi ha riposto –Te, piccola–  . E l’ha ripetuto. Voleva me. E io non capivo, Harry. Perché voleva me? Cosa ho fatto? Non riuscivo a muovermi, a respirare…”

Prima di finire la frase, inizio a singhiozzare sulla sua felpa.

“Se lo trovo lo ammazzo, quella merda” ringhia, con lo sguardo fisso al muro.

Poi d’un tratto si gira, mi guarda, “Ti accompagnerò io a lavoro, non uscirai più da sola”

Annuisco, sconfitta. Non posso farci niente, così mi aggrappo a lui un po’ più forte.

 “Harry?” interrompo il silenzio dopo attimi di tranquillità.

Mi guarda negli occhi, “Sì?”

“Quanto inizia il tour?”

“Febbraio, perché?”

Volevo andare a vivere a casa tua, la mia è troppo piccola per due.

“Curiosità”, gli lascio un bacio sulla mascella ancora tesa.

Rimaniamo intrappolati un una bolla silenziosa per mezz’ora, fino a quando mi rendo conto di volerlo sentire dentro di me, con me.

Mi alzo, “Che c’è?” chiede allarmato.

Scuoto la testa, mettendo da parte la figura dello sconosciuto, e gli prendo una mano.

“Andiamo” dico, portandolo in camera da letto.

Forse ha capito, forse no, non lo so.

Ho bisogno di senirlo vicino, di sentirlo con me, una cosa sola.

“Facciamo l’amore”  gli sussurro all’orecchio.

Chiude la porta, anche se non c’è n’è bisogno, si avvicina a passi lenti.

Appoggio le mie piccole mani tremanti sul suo petto, e gli sflilo la t-shirt, sollevandogli le braccia.

Mi fa scivolare la felpa, le mutandine, il reggiseno, i jeans.

Presto siamo nudi, stesi sul letto, pelle contro pelle, strati di sudore che imperlano i nostri corpi, frasi sussurrate all’orecchio.

Siamo un’unica persona, un unico amore, e per un momento, dimentico tutto.

Come se fossimo in un mondo a parte, solo io, lui, e il nostro amore.

E per un attimo non penso a cosa diranno le fans, alla Modest!, ai paparazzi, alla nostra vita fuori dalla nostra bolla.

Penso solo a lui, come se fosse la mia ancora di salvezza, e al solo pensiero mi gira la testa.

“Ti amo da morire” soffia sulle mie labbra, prima mi premerle sulle sue.

My Summer Love 2 [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora