Erano passate poco più di qualche settimane dopo il mio risveglio. Riuscire ad aprire gli occhi ed essere accecato dalla luce della stanza dell'ospedale era stata una gioia ma quello che mi aveva reso ancora più felice e ritrovare mia madre seduta su una sedia vicina al lato destro del mio letto, con accanto Yoongi che aveva la testa appoggiata sulla sua spalla.
E poi dalla parte sinistra del letto... c'era la testa castana del ragazzo che mi ha rubato il cuore.
Aveva un braccio sotto la testa in modo che la potesse sorreggere. Tre persone più importanti della mia vita erano li dentro, accanto a me.
La cosa che poi mi aveva sorpreso e quando avevo svegliato taehyung accarezzandogli i capelli morbidi, era rimasto sorpreso e felice di rivedermi sveglio con le lacrime agli occhi.
Da lì avevo notato che aveva un braccio fasciato ma ignorando le mie parole, si era alzato e aveva spalancato le porte urlando 'Jungkook è sveglio.' Ritrovandomi mio cugino, Jimin e tutti gli altri dentro la stanza con le occhiaie a contornare gli occhi.
Il quel momento sentivo il mio cuore pieno di felicità, mi sentivo per una volta non amato e voluto bene da una persona soltanto, ma più di una.
Per la prima volta mi ero sentito sicuro di me e che non dovevo temere di essere giudicato.
"Jungkook stai bene?" Domanda premurosa mia madre vedendomi lo sguardo puntato sul vuoto.
"Mai stato meglio." Ed è proprio così. Non mi sono mai sentito meglio in tutta la mia vita, stavo respirando, io.
Io stavo respirando. Senza una cannula nasale e senza una macchinetta d'ossigeno.
Stavo respirando a pieno polmoni.
E questo mi faceva andare in estasi.
Sento la maniglia della porta abbassarsi, dove la sagoma del dottore fece la sua comparsa entrando in stanza.
"Jungkook sei stato fortunato. Ancora non posso crederci di ciò che è successo, è stato un vero e proprio miracolo. Dovresti ringraziarla..." alla parola 'ringraziarla' corrugo le sopracciglia.
"Chi dovrei ringraziare?"
"Della donna che guidava l'auto all'incidente, non te l'hanno raccontato?" Scuoto la testa in segno negativo e il dottore inizia a raccontare.
Il giorno dell'incidente:
Mentre Taehyung cercava di sfuggire dalle parole di Jungkook, troppo scosso in quel momento per pensare lucidante e nel mentre il nostro piccolo Jungkook lo cercava disperatamente.
C'era un auto che sfrecciava all'impazzata nelle strade, guidava una ragazza dell'età di diciott'anni, ubriaca fradicia e con gli occhi appannati dal pianto.
"Cazzo non ne posso più!" Urla sbattendo la mano sul volante.
"Non ne posso più!" Sono quelle le parole che ripeteva la ragazza dai capelli rossi."Perché a me? Perché a me dio?" Si domandava ormai da una buona parte della sua vita. Non aveva mai passato un momento in serenità e tranquillità, gli unici momenti era quando era sola ad ubriacarsi per staccare per un po' la sua vita.
Essere rifiutata dai genitori e picchiata, ricevere altrettanto odio dal suo ragazzo, ed essere usata dai suoi amici. Questo lo chiamava amore tossico.
Ma oltre a loro alle persone che sono sempre stati vicine nella sua vita, c'erano i suoi compagni di scuola che la prendevano in giro, laciandogli minacce di morte.
STAI LEGGENDO
With you, under a starry sky
أدب الهواةTAEKOOK-VKOOK Jeon Jungkook durante la sua infanzia era un bambino normale, certo, questo prima che venisse effetto in una malattia grave ma non contagiosa. Quella malattia gli aveva tolto la libertà di fare qualsiasi cosa: correre, camminare, salt...