Arrivati alla fermata dell'autobus per nostra fortuna era già arrivato. Saliamo e prendiamo subito posto.
Sono curioso di sapere dove vorrà portarmi, dice che è un posto speciale ma non mi ha detto nessun particolare."Taehyung ma perché siamo in autobus quando c'è benissimo la tua macchina?" Gli domando girandomi verso di lui intento a mettersi comodo.
"Perché nel posto in cui ti sto portando non ci si arriva con la macchina e non ci sono parcheggi." Mi sorride alzando le spalle.E se Yoongi avesse ragione? E se veramente Taehyung è interessato a me? Io cosa dovrei fare, come reagirei?
Insomma sono stato chiuso in casa per molto tempo per paura di essere giudicato e preso in giro per la mia malattia, avevo paura che magari qualche avvenimento spiacevole mi avrebbe distrutto completamente. Mia madre all'inizio non era così d'accordo di lasciarmi chiuso in casa perché voleva che crescevo e vivevo come un ragazzo della mia età; gruppo di amici, chissà una ragazza, partecipare alle feste, ubriacarmi e tutte quelle altre cose che non ho mai fatto. Poi, però, con il tempo mia madre prese bene questa cosa di starmene a casa e ora è normale se si preoccupa che esco fuori di casa visto che è abituata a vedermi dentro.
Ero così preso tra i miei pensieri che non mi accorsi di Taehyung che stava giocherellando con le dita della mia mano. Sembra anche lui pensieroso ma ha un viso rilassanto quindi non ci faccio molto caso.. però ammetto che il suo tocco mi sta mandando una scarica di brividi lungo il corpo, diamine, sta solo giocherellando con le tue dita Jungkook! Datti una calmata. Penso nella mia testa e porto l'attenuazione al finestrino, guardando le macchine.
Dopo un po', penso saranno passati cinque o dieci minuti, sento la mano di Taehyung intrecciarsi alla mia mentre con il polpastrello mi accarezza il dorso. Sono ancora girato verso al finestrino e sento le mie guance surriscaldarsi, dal troppo imbarazzo sciolgo le mie dita dalle sue e la porto sotto il mento fingendomi di grattarmi.
"Allora Jungkook.." prese parola e io dopo essere ritornato alla giusta temperatura corporea mi giro verso di lui. "Non ti ho mai visto a casa di Hoseok, cioè, non sapevo che avesse un cugino qui." Si porta una mano sul collo grattandosi imbarazzato.
"Umh.. si, vivo qui da quando ero molto piccolo in realtà, e non mi hai mai visto a casa di Hoseok perché capita sempre al contrario. E io non posso uscire." Alle mie parole annuisce e si perde di nuovo tra i suoi pensieri, corrugando la fronte.Guardo i suoi lineamenti del suo volto, accolgo ogni particolare, guardo i suoi capelli castani, il suo fisico magro e la sua pelle di una carnagione chiara. È bellissimo lo devo ammettere.
L'autobus si ferma e Taehyung alza lo sguardo prima di prendermi per mano e farci uscire da quel mezzo di trasporto molto stretto.
Mi guardo intorno e non c'è nulla se non alberi e qualche casa più in là.
"Taehyung dove siamo?" Gli domando mentre lui ancora tiene la mia mano mi trascina verso la natura. "Ad un passo al posto speciale, qui non ci è mai venuto nessuno. Nemmeno Jimin che è il mio migliore amico sa di questa meraviglia. Di solito ci vengo quando sono giù di morale e preferisco stare solo con i miei pensieri oppure semplicemente perché ho voglia di rilassarmi e distaccarmi dal mondo." Mi spiega mentre percorriamo.
Ogni tanto le suole delle nostre scarpe schiaccia qualche foglia secchita o un ramoscello caduto dagli alberi. Continuamo a camminare finché davanti a noi ci sta di mezzo un burrone e un ponte di legno un po'troppo vecchio.
Alla mia espressione il ragazzo che continua a tenermi per mano ridacchia. "Tranquillo questo ponte e stato controllato qualche mese fa. Può reggere ancora." Mi rassicura trascinandomi. "Qualche mese fa?" Domando prima di mettere piede in quel ponte. "Si, solitamente una volta al mese vengono a controllare se il ponte regge ancora o meno per utilizzarlo. Dipende che cosa, quelli che abitano qui vengono da questa parte per andare alla fontana." Mi spiega.
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With you, under a starry sky
FanficTAEKOOK-VKOOK Jeon Jungkook durante la sua infanzia era un bambino normale, certo, questo prima che venisse effetto in una malattia grave ma non contagiosa. Quella malattia gli aveva tolto la libertà di fare qualsiasi cosa: correre, camminare, salt...