Non avevo mai amato perdermi a guardare l'orizzonte. Ero sempre stata una persona molto realista più che sognatrice. Desideravo che la realtà si mescolasse con la consapevolezza che tutti quanti noi, appesi sullo stesso filo del destino, avessimo una speranza per riprenderci la libertà. Mi ritrovavo seduta sull'erba con la schiena rilassata alla corteccia dell'albero e le gambe strette al petto. Erano passati due giorni dall'ultima battaglia, o meglio dire, l'ultima sconfitta, e non avevo perso punti se non acquisirli. Passai più tempo a meditare sulle mie colpe, accanto a quell'albero ad osservare l'orizzonte.
Uno stormo di uccelli svolazzò in cielo, passando sulla mia testa, e un sorriso amaro, debole, increspò le mie labbra carnose. Avevo i capelli spettinati e racchiusi in una crocchia bassa, non avendo voglia di darmi una sistemata e rendermi presentabile. Le borse sotto agli occhi, rispondevano alla domanda: «Come stai?» Senza che potessi usufruire delle corde vocali e di un cenno di testa. Non avevo voglia di parlare né di pensare né di muovermi. Volevo solo... essere lasciata in pace.
Edward si era svegliato dal suo lungo sonno soltanto il giorno prima e inutile dire che, in mia presenza, iniziò a sbraitarmi contro. Se non fosse stata per la presenza di Levi e di Hange che lo tenevano immobile sul letto, ero sicura che un pugno in faccia non me lo avrebbero tolto nessuno. Sospirai e spostai una ciocca di capelli fastidiosa dietro all'orecchio. Ero... stanca? Stanca della mia vita? Stanca di respirare? Poteva essere.
Ad un tratto, sentì degli schiamazzi provenire davanti all'ingresso della struttura. Non ero molto lontana dall'abitacolo e potevo sentire cosa dicevano senza sembrare una ficcanaso. Eren insieme ai suoi compagni, parlavano tra di loro. Vidi che c'erano anche i tre ragazzi che avevo conosciuto sul campo di battaglia: Jean, Reiner e Armin. Sembravano molto affiatati, nonostante Jean punzecchiasse Eren ogni due per tre e Reiner restava a guardarli, mentre Armin cercava di calmare i loro spiriti bollenti.
«Jean, ti ho detto che devi piantarla di ostacolarmi. Sei solo un maledetto bastardo!» Esclamò stizzito Eren, fronteggiando Jean che restò ad osservarlo dall'alto verso in basso, visto che era più alto di lui di qualche centimetro.
Jean ridacchiò sotto ai baffi che non aveva, stringendo le braccia al petto con prepotenza. «Tu vorresti superarmi? Davvero, Eren Jaeger? Sei solo un ragazzino testardo che ha tutta l'aria di volersi far ammazzare ogni volta che ci troviamo sul campo.»
«Lascialo in pace, Jean!» Ribatté Mikasa infastidita.
«Dai, ragazzi...» Farfugliò Armin, grattandosi la nuca a disagio.
«Anche se fosse? -sputò prepotente Eren, ignorando Armin e Mikasa che avevano tutte le buone intenzioni di intervenire- Ho un valido motivo per odiare tutto ciò.» Testardo e immaturo come pochi. Chiusi gli occhi e buttai la testa all'indietro, respirando profondamente. Credo che sia meglio fermarli prima che arrivino alle mani e Levi li conci per le feste.
Mi alzai dal mio posto a sedere e spolverai il pantalone nero, scacciando i residui di fili d'erba e terreno. Camminai verso di loro, ma erano così concentrati a bisticciare che neanche si accorsero che li avevo affiancati. Gli altri restarono a guardare, chi in silenzio e chi come una ragazza carina mangiava un patata bollita osservando con occhi curiosi la situazione. Deglutirono rumorosamente quando tutti percepirono la mia presenza accanto a loro. Sicuramente avrebbero pensato che li avrei dato una bella lezione per il loro comportamento fuori dal comune e indisciplinato, visto che avevamo perso la maggior parte dei soldati del Corpo di Ricerca delle due Divisioni e stavamo rimuginando il lutto dei nostri compagni. Ma no, non avevo voglia di prendere a calci in culo la gente in quel momento. Volevo interagire con qualcuno, visto che avevo speso i due giorni di riposo tra silenzi e assenze a far compagnia ad un albero.
STAI LEGGENDO
The Plot. [Attack on Titan]
Fantasy[COMPLETA] Il Generale Kesey Schwarz è il Capitano della Seconda Divisione dell'Armata Ricognitiva, nonché l'ex moglie del Capitano Levi Ackerman. I due si conobbero da bambini, ed entrambi vennero cresciuti e allevati da Kenny Ackerman, fin quand...