𝖭𝗈𝗇 𝖼'𝖾̀ 𝗉𝖾𝖼𝖼𝖺𝗍𝗈 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗏𝖾𝗋𝗀𝗈𝗀𝗇𝗈𝗌𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝗂𝗇𝗀𝖺𝗇𝗇𝖺𝗋𝖾 𝖼𝗁𝗂 𝖼𝗋𝖾𝖽𝖾 𝗂𝗇 𝗍𝖾.

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«Quindi, tu sei l'ultima componente in vita della famiglia reale Reiss?» Chiesi sbalordita a quella rivelazione, guardando attentamente la giovane ragazza dai capelli biondi e gli occhi di un azzurro intenso. Lei annuì timidamente, e potei notare quanto i suoi occhi fossero malinconici nel confermarlo.

Dopo l'entrata imbarazzante mia e di Hange, nessuno fece domande o sembrarono avere sospetti riguardo alle nostre posizioni. Tutti pensavano che il Caposquadra Hange fosse pazza e non c'era niente di strano se, all'improvviso, si fosse comportata come una squilibrata mentale che si eccitava nel vedere un gigante di sei o sette metri che mangiava la gente. Ricevemmo solo un commento molto gentile da parte di Levi, dicendoci che eravamo due cretine e che sicuramente i titani normali fossero più intelligenti di noi e meno sbadati. Non negai a me stessa che avrei voluto affogarlo nella cacca di cavallo, ma riuscì a contenere il mio impulso.

Più tardi, eravamo seduti al tavolo da pranzo, tutti insieme, mangiando la zuppa di piselli accuratamente preparata dalla nuova squadra del Corpo di Ricerca nonché il gruppo affiatato di Eren che per un giorno intero, –da come avevo capito– dovettero cucinare per tutti i presenti sotto agli ordini vigili del Caporale.

Appoggiai in equilibrio il cucchiaio di legno sul bordo della ciotola, prendendo il tovagliolo alla mia destra e pulirmi le labbra. La zuppa era davvero squisita.

«Quando lo abbiamo scoperto, abbiamo arrestato immediatamente il re fasullo che diceva di avere nelle vene il sangue reale. -spiegò brevemente Erwin, seduto a capotavola, portandosi il bicchiere alle labbra- Ovviamente, ora è nei sotterranei a marcire fino alla fine dei suoi giorni, assieme alla sua combriccola consigliera che sapeva tutto.»

Sospirai. Ero sollevata. Non avevo mai sopportato quel re, era inadatto nel regnare e soprattutto restava seduto tutto il giorno sul suo maestoso trono a poltrire come un maiale -rispetto per quelle graziose creature-. Chi si occupava di tutto il resto era il suo consigliere pervertito che aveva sempre un'ottima scusa per sfiorarmi e toccarmi, mentre gli comunicavo le informazioni del Distretto e le esigenze dei cittadini.

«L'importante è che questa situazione si sia sistemata nei migliori dei modi...» Commentai, torturandomi le dita. «E d'altro canto, volevo dirvi che mi dispiace di non essere stata d'aiuto in questi giorni.» Mi morsi il labbro inferiore, oscillando con gli occhi sulle loro facce, esaminando le loro reazioni compassionevoli. «Avrei potuto aiutarvi, in qualche modo

«In realtà... -parlò Armin- siamo molti felici che lei si sia ripresa, Generale Schwarz.» Confidò solare, sorridendomi timidamente. Un leggero rossore colorò le mie guance, sentendomi gli occhi insistenti di Erwin addosso come se avessero voluto dirmi: «Visto? Ci tengono a te

«Ti ringrazio, Armin.» Ricambiai quel sorriso innocente, portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio, scappata dalla coda disordinata.

La cena proseguì tranquillamente e partecipai alle loro conversazioni, battutine e risate. L'atmosfera non era tesa come le altre volte e giurai di aver intravisto un leggero sorriso invisibile sulle labbra di Levi per una battuta fatta da Connie rivolta a Sasha, la ragazza patata.

D'altronde, nonostante proseguisse tutto per la meraviglia, notai che il viso di Edward fosse più cupo e annuiva qualche volta al discorso di Armin e Jean, essendo stato preso subito in simpatia dai due, e la cosa non mi piacque per niente. La sua espressione era misteriosa ma al contempo così persa... triste.

Ad un tratto, mi sentì dare due colpetti al fianco con il gomito e voltai il mio capo a destra, dove Hange era seduta accanto a me che mi guardava con un sopracciglio alzato e un'espressione da: «Sai vero che dobbiamo parlare di quello che ho scoperto un'ora fa?» Ma io iniziai a muovermi nervosamente sul mio posto a sedere, annuendo con un sorriso tirato.

The Plot. [Attack on Titan] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora