𝖠𝗇𝗇𝗂𝖾 𝖫𝖾𝗈𝗇𝗁𝖺𝗋𝗍 𝗅𝖺 𝗍𝗋𝖺𝖽𝗂𝗍𝗋𝗂𝖼𝖾.

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Non avevo intenzione di soffocare la mia attenzione verso su qualcosa che vedevo opaco, oscuro, privo di colori ed emozioni. La sensazione che provavo, quella maledetta collera di vendetta nel vedere i miei compagni uccisi dai titani, mi suscitò un forte dolore al petto. Non avrei mai perdonato i giganti. Non avrei mai perdonato Annie Leonhart. La sua umanità si era spenta nello stesso momento in cui i miei compagni diedero l'ultimo respiro. Chi l'avrebbe perdonata? Chi avrebbe mai perdonato un mostro come lei?

Strinsi le cinghie del mio cavallo strette tra le dita, cercando di tenere a freno i miei bollenti spiriti che non desideravano altro che sfogar la propria frustrazione. Gli occhi blu opachi che bramavo come un qualcosa di pericoloso, mi bruciarono addosso come fuoco ardente. Continuai a fissare le mie nocche divenute bianche per la pressione messa contro alle corde e non avevo la minima intenzione di spiegare il malessere che mi avvolgeva in quel momento.

Avevo promesso ad Hange che non avrei torto un capello ad Annie Leonhart, ma dentro di me sapevo che non mi era possibile rispettarla. Desideravo la vendetta. Mi sarei sentita meglio quando avrei provato il suo sangue macchiarmi la pelle, il suo perdono urlato a squarciagola e i suoi occhi iniettati dalle lacrime. Mi sarei sentita meglio facendole del male? Il mio cuore insieme alle mie emozioni, potevano contemplare questo vuoto? Nessun sentimento, nessun legame, nessuna emozione. «Tch!» Digrignai i denti fortemente da sentirli grattare uno contro l'altro. Calmati, Keyes. Ti recherai soltanto più dolore. Non puoi perdere la calma così.

«Comandante Erwin Smith a cosa devo questa visita nel nostro Distretto?» Il Comandante Neil Doak frenò i nostri cavalli, tenendo saldamente un fucile in entrambe le mani, puntandolo addosso a noi. Sia io che i due uomini ci lanciammo un'occhiata veloce; Erwin scese dal suo cavallo con una certa eleganza, sistemandosi il mantello verde.

«Comandante Neil Doak, stavo venendo giusto da lei per incontrarla.» Ribatté con un tono che non emetteva repliche. Scesi dal mio cavallo e lo afferrai per la cinghia, arrotolandola intorno al palmo.

«Comandante! Comandante Neil!» Uno dei soldati del Corpo di Gendarmeria, corse verso di noi con un affanno. Goccioline di sudore gli solcarono delicatamente la fronte e la sua espressione non esprimeva altro che paura e preoccupazione. Neil guardò il suo soldato con diffidenza, fin quando quest'ultimo non aggiunse: «Due giganti stanno combattendo tra di loro al centro della città. Alcuni dei nostri soldati si trovano sul campo, ma nessuno di loro sa come muoversi. Abbiamo avuto molte perdite sia tra i civili sia tra i nostri soldati.»

Neil caricò il fucile e digrignò i denti, puntando l'obiettivo contro Erwin. «Erwin! Scommetto che ci sei tu dietro a tutte queste distruzioni.» Gridò autoritario, formando una piccola ruga al centro delle sopracciglia corrucciate.

Mollai la presa al mio cavallo e lasciai che il mio istinto di proteggere il Comandante avesse tutta le necessità. Afferrai un pugnale che tenevo nascosto sotto al mantello verde, sfilandolo lentamente dal pantalone. Se avessero sparato, non mi sarei posta il problema di accoltellarli con un solo gesto alla giugulare.

«È così!» Rispose Erwin, senza peli sulla lingua. «Sono io il responsabile di questo piano e non ho intenzione di chiedere scusa.»

Il Comandante Neil strabuzzò leggermente gli occhi e abbassò l'arma, avanzando il passo verso Erwin. Lo afferrò per il colletto del mantello, avvicinando il viso infuriato ad un palmo dal suo. Strinsi istintivamente il pugnale con più forza. «Quei due mostri stanno distruggendo l'intera città, come hai potuto fare una cosa del genere?», «Allora? Che fai, non rispondi?» Insistette, facendomi irritare ancor di più.

Sfilai lentamente il pugnale e me lo girai tra le dita, riducendo gli occhi in due fessure. «L'ho fatto... per la vittoria del genere umano.»

«Ma vorrai scherzare? -indietreggiò e di colpo afferrò di nuovo il fucile, puntandoglielo addosso- Tu sei solo un rivoltoso e se anche ti giustiziassi adesso, i miei superiori non avrebbero niente da ridire.»

The Plot. [Attack on Titan] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora