𝖫'𝗂𝗇𝗍𝗎𝗂𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖽𝗂 𝗎𝗇𝖺 𝖽𝗈𝗇𝗇𝖺 𝖾̀ 𝗆𝗈𝗅𝗍𝗈 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗏𝗂𝖼𝗂𝗇𝖺 𝖺𝗅𝗅𝖺 𝗏𝖾𝗋𝗂𝗍𝖺̀.

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"Gli uomini vogliono che
tutte le donne si stendano come puttane
e si alzino come vergini."





Due giorni dopo di navigazione.
› Porto sul canale di Marley,
Kesey Schwarz.

Il burbero sentiero del pontile della nave, mi mise in uno stato di agitazione, specialmente le urla dei marinai che informavano i Marleyani chi fossero e cosa non fossero. Enea dormiva quieto con il viso nell'incavo del mio collo e le braccia piccole strette attorno alle mie spalle in cerca di appiglio per mantenersi. Accarezzai la schiena del mio bambino, dormiente, mentre guardai Ston con la coda dell'occhio e fare un mezzo sorriso di circostanza.

Né lui né io eravamo felici di essere atterrati a Marley. Il dottor Jaeger, durante il soggiorno sulla nave Siena, ci aveva spiegato che da diverso tempo Marley e l'isola di Primo -la quale vissi per tre anni- stipularono un'accordo per la funzione del commercio delle navi petrolifere e mercantili, scambiando i beni materiali per far giacere la pace in entrambi i posti, senza dovere ricorrere alla guerra e alla maniere forti. Per questo, il dottor Jaeger, lavorava in uno degli ospedali dei pazienti dopoguerra, curandoli e prendersi la responsabilità delle loro cadute. Era un uomo di corte, della nostra isola, ma quando c'era bisogno di lui a Marley, salpava sulla prima nave e stava lì per settimane intere. Andava fiero della bontà che emetteva nel proprio lavoro, ma ogni qualvolta che tornava dai suoi viaggi -di cui non seppi l'esistenza fino a quel momento- era stremato psicologicamente anziché fisicamente. Non doveva essere bello aver a che fare con uomini traumatizzati da bombe e fucili a piombo che avevano visto i cadaveri dei loro compagni privi di vita al suolo, comportandosi come dei squilibrati mentali, dicendo che vedevano ancora i nemici uccidere quello che rimaneva della loro squadra.

«Muovi quel culo che ti ritrovi, femmina. Non possiamo aspettare che scendi dal pontile fino a domani: abbiamo fame.» Una voce alle mie spalle di chi aveva cattive intenzioni e poca educazione, mi fece irrigidire. Ston accorgendosi del mio stato, appoggiò una mano sulla base della mia schiena, mormorando nel mio orecchio di prendermi tutta la calma del mondo e di ignorare i malviventi che convivevano sulla nave. Non avevo paura di varcare a piedi uniti un pontile. Ero stata un Generale di un'Armata e niente, al di fuori della cattiveria e menzogna, poteva smuovere la paura che si celava dentro di me. Ma da quando Enea era entrato a far parte della mia vita, il mio lato protettivo, era peggiorato -e migliorato- il doppio. Se non mi sentivo sicura di una cosa o di una persona che conoscevo lì per lì, non avrei mai permesso al mio bambino di trovarsi in situazioni spiacevoli. Aveva solo tre anni. Doveva ancora conoscere la cattiveria e la sporcizia del mondo in cui vivevamo. Avevo una costante paura del suo futuro? Poteva darsi, specialmente se -a parole del Re- dentro di noi si celava un potere nascosto, il quale ci rendeva invincibili e forti, audaci e calcolatori, strategici e pacifisti. Nulla a che vedere con l'accordo di Ymir Fritz e il Diavolo della Terra. Noi eravamo i peggiori.
Alle parole dell'uomo pronunciate con rabbia accecata dalla fame, sussidiò un coro di voci mischiandosi insieme, incalzandomi a scendere oppure non avrebbero fatto ammenda, se avessi ancora avuto il bambino tra le braccia, gettandomi dalla nave.

Gonfiai il petto e inalai una quantità d'aria disarmante, posando gli occhi sui miei piedi e discesi verso il ponte velocemente, prima che a qualcuno gli fosse venuta la brillante idea di buttarmi realmente dal ponte. Atterrai con un piede e poi con l'altro sul cemento della strada, venendo presa dalle spalle da un soldato, il quale mi guardò comprensivo e mi fece un cenno di mettersi al mio fianco, il tempo che aspettassi Ston e il dottor Jaeger fare la mia stessa traiettoria.

In quell'asso di tempo, mi permisi di osservarmi attorno. Marley era diversa da Primo, così come da Paradis. Le persone sembravano molto più solari, rispetto alle altre che avevo conosciuto nella mia vita. Lì giaceva lo spirito della lealtà reciproca e non c'erano guerre o cannoni a bombardali, poiché erano proprio loro a causare distruzioni, feriti e morti. Marley non mi piaceva, nonostante i sorrisi spensierati dei bambini e la gentilezza dei soldati. Sembrava che tutti eseguissero un copione ben scritto, mettendo in mostra il lato buono di quel posto e non la schifezza che si celava dietro allo spioncino della porta.

The Plot. [Attack on Titan] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora