𝖫𝗎𝗂.

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Le mani tremanti si posarono oppressive contro i miei seni coprenti, sollevando la maglia fino all'altezza dei capezzoli divenuti turgidi al tocco. Gettai la testa all'indietro così velocemente da sentire il mio collo scricchiolare dall'impatto. Quelle mani così inesperte che accarezzavano con possessione e foga ogni lembo di pelle, facendo pulsare il centro del mio sesso che mi urlava pietà nel soddisfarlo.

Eren era puro fuoco. Se un mese fa mi sarei ritrovata in quella situazione clandestina, sicuramente mi sarei data della sciocca più di cento volte, propagandami come la più squilibrata delle squilibrate. Tuttavia, c'era da dire che il dolore e il rifiuto cambiava le persone e se l'unico modo era quello di sfogarlo nel sesso, ero ben predisposta a concedermi al tocco di Eren che mi mandava in subbuglio.

Se qualcuno ci avesse scoperti in quell'esatto momento, nella mia stanza, avrei dovuto dare spiegazioni agli altri, specialmente a Mikasa e Levi. Nonostante non fossero imparentati, c'era una cosa particolare sovrumana che veniva tramandata agli Ackerman. Ad un certo punto della loro vita, risvegliano un particolare potere, descritto da Levi come: «Un momento in cui si risveglia nel corpo una grande forza e l'utilizzatore sa benissimo come utilizzarla.» Il potere veniva risvegliato solo in un momento preciso della vita dell'Ackerman in questione, innescato – probabilmente – da un potente schock o esperienza negativa. Quando me lo raccontò, nella Città Sotterranea, disse che lui non aveva subito altre esperienza traumatiche al di fuori di sua madre, ma era ugualmente forte e agile nel manovrare oggetti taglienti. Così, quando seppi da quest'ultimo la notizia della morte di Furlan e dall'etichetta che gli venne affibbiata come l'uomo più forte dell'umanità, non ci volle uno scienziato per capire che Levi aveva sbloccato quella tecnica non ancora ben specifica e che Mikasa avesse fatto altrettanto.

«Quanto cazzo sei bagnata.» Eren ansimò nel mio orecchio, pressando il pollice contro il mio clitoride, pressandolo e muovendolo delicatamente. Mordicchiai il labbro inferiore, trattenendo un gemito grottesco all'interno della mia bocca. «Voglio fotterti, Keyes.» Parole sporche sussurrate, mentre il pollice sfregava senza gentilezza il mio clitoride, tirandolo e giocarci con le dita, contraendomi sotto di lui. Spinsi la mia intimità nuda contro alla sua erezione coperta dal tessuto bianco del pantalone, chiedendo di più. «Tu, vuoi fottermi?» Non immagini quanta voglia ho di fotterti in questo momento. Eren era un provocatore nato. Riusciva a farmi toccare il cielo con un dito e poi rispedirmi giù all'inferno.

Lo guardai negli occhi leggermente azzurri in penombra, pregandolo con lo sguardo di continuare quella meravigliosa tortura. Il ragazzo si mise a sedere, dandomi l'opportunità di osservare il suo fisico scolpito, divaricandomi di più le gambe sotto ai suoi occhi attenti e famelici. Mi sentì una bambina imprigionata sotto alla grinfie del mostro.

Il pollice di Eren continuò ad accarezzarmi tra le pieghe inzuppate del mio sesso in una tortura lenta e decisa, lanciandomi sguardi peccaminosi nel voler a tutti costi farmi torcere sotto di lui in un modo vulnerabile. Con un gesto veloce, senza interrompere il suo gioco perverso, sbottonò i primi due bottoni del pantalone e li abbassò fino alle ginocchia, insieme alle mutande. Afferrò l'asta eretta in una mano e iniziò a pompare il glosso, facendomi spalancare la bocca dalla sorpresa nel sentir due dita penetrarmi di scatto. Strinsi tra le dita le lenzuola candide del mio letto, trattenendomi nell'urlare.

Eren continuò a pompare il suo cazzo, fin quando l'eccitazione non gli fece lacrimare gli occhi dal piacere, uscendo con le dita dal mio sesso e penetrarmi con tutta la sua lunghezza in un colpo secco. Miagolai estasiata, inarcando la schiena e gettare il capo all'indietro, mentre lui spinse voracemente dentro di me, arrivando al punto di non ritorno.

Non ci volle un secondo in più a rilasciare il mio orgasmo sul suo glosso che anche lui mi seguì a ruota, stringendomi con molta pressione i due seni nei suoi palmi callosi. Uscì dentro di me e si distese a peso morto al mio fianco, dove una gocciolina di sudore gli solcò la fronte.

The Plot. [Attack on Titan] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora