𝖭𝗈𝗇 𝖾𝗌𝗂𝗌𝗍𝖾 𝖺𝖽𝖽𝗂𝗈 𝗉𝖾𝗋 𝗅𝖾 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖾 𝖼𝗁𝖾 𝗌𝗂 𝖺𝗆𝖺𝗇𝗈.

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"Il mondo è un posto pericoloso,
non a causa di quelli che
compiono azioni malvagie ma
per quelli che osservano senza fare nulla."





Tre anni dopo.
› Cortile del palazzo,
Kesey ed Enea.

«Enea non arrampicarti su quell'albero!» Dissi ad alta voce, appoggiando le mani sui fianchi mentre mio figlio continuava a fare quello che gli avevo più volte ribadito di non fare

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«Enea non arrampicarti su quell'albero!» Dissi ad alta voce, appoggiando le mani sui fianchi mentre mio figlio continuava a fare quello che gli avevo più volte ribadito di non fare.

«Perché, no? Voglio vedere che cosa c'è in quel nido.» Indicò il punto più alto dell'albero, laddove c'era un piccolo nido, guardandomi con un broncio adorabile sul volto. Alzai gli occhi al cielo e picchiettai la punta del piede sul terreno fangoso.

«Cadrai e ti farai male: sei troppo piccolo per arrampicarti, Enea» Chi avrebbe mai detto che fare la mamma di un capriccioso bambino fosse stato facile? Specialmente se aveva lo spirito di un avventuriero e di chi si cacciasse continuamente nei guai.

«Ma... mamma!» Piagnucolò, guardandomi con i suoi occhioni eterocromatici. Mi avvicinai a lui, spettinandogli il ciuffo corvino davanti agli occhi. Incurvai la schiena in avanti, arrivando alla sua altezza: aveva solo tre anni, ma era abbastanza alto per la sua età.

«Che ne dici se facciamo un gioco meno pericoloso di quello?» Provai a convincerlo, nonostante sapessi che era cocciuto quanto un mulo. Continuavo a ripetermi da chi avesse preso, nonostante fossi insistente di carattere anche io.

«Nascondino?» Propose con gli occhi luccicanti, ai quali non resistetti nel sorridere. Annuì, drizzando la schiena e porgergli la mano.

«Vada per nascondino...», Risposi. «Chi inizia la conta?» Chiesi retorica, scorgendo un'espressione furba sul volto di mio figlio.

«Tu!» Esclamò in un gridolino felice, mollando la mia mano velocemente e scappare verso i cespugli del grande cortile. Restai con la bocca aperta per poi scoppiare a ridere e scossi il capo per essere stata così sciocca nel chiedergli una cosa del genere. Mi avvicinai all'albero, il quale un attimo prima Enea cercava disperatamente di arrampicarsi, e nascosi la faccia nelle mie mani, iniziando la conta.

«28... 29... 30: arrivo!» Esclamai e mi allontanai dalla mia postazione, camminando con passi lenti e silenziosi proprio come un predatore per nascondersi ed esaminare la sua preda. Mi guardai attorno indagatrice, cercando di individuare qualche movimento strano, tipo il fruscio anomalo di un cespuglio. Continuai a tenere gli occhi ben aperti, voltandomi di tanto in tanto per controllare alle mie spalle, fin quando un rumore udibile di un ramo calpestato per sbaglio, non mi fece sorridere vittoriosa.

Camminai a punta di piedi verso il cespuglio da cui arrivò il rumore e feci il giro attorno, scorgendo la capigliatura corvina nascosta e raggomitolata tra se stessa. Sorrisi giocosa, portando una mano alla bocca per non ridere e mi avvicinai alle sue spalle, urlando un forte: «Preso!», mentre il mio bambino gridò per la paura e dall'adrenalina, il quale lo tenni stretto a me, iniziando a girare su me stessa tra le risate.

The Plot. [Attack on Titan] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora