𝖳𝗋𝗈𝗏𝖺 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖼𝗎𝗇𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝗍𝗂 𝖼𝖾𝗋𝖼𝗁𝗂 𝖺𝗇𝖼𝗁𝖾 𝗊𝗎𝖺𝗇𝖽𝗈 𝗇𝗈𝗇 𝗏𝗈𝗋𝗋𝖾𝗌𝗍𝗂 𝖾𝗌𝗌𝖾𝗋 𝗍𝗋𝗈𝗏𝖺𝗍𝖺.

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"Un popolo senza visioni
è destinato a perire."

Due giorni dopo

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Due giorni dopo.
› Quartier generale di Marley.

«Enea non correre!» Gridai, scontrandomi con la spalla con un passante, scusandomi velocemente. Continuai a correre dietro a mio figlio, il quale fece zig zag in mezzo alle persone, spingendole e superarle con molta facilità per via della sua minuta altezza. «Maledizione», imprecai in mezzo ai denti. «Enea!»

Improvvisamente, notai da lontano il gruppo dei quattro ragazzi composta da Falco, Gabi, Zofia e Udo. Mi sentì sollevata quando vidi Falco afferrare Enea per un braccio e cessare così la sua corsa da cavallo pazzo. Sospirai profondamente e con un grugnito di disappunto, li raggiunsi. Chi avrebbe mai detto che era più facile uccidere un gigante che tenere d'occhio un bambino?

«Grazie Falco, non so cosa avrei fatto se tu non l'avessi fermato in tempo», ringraziai il ragazzino che arrossì come un pomodoro, sorridendomi imbarazzato, mentre alternai lo sguardo su Enea il quale mi guardò spaventato, pronto a subirsi una delle mie raccomandazioni poco pacifiche.

«Non si preoccupi, signorina Kesey», farfugliò, ricevendo poi uno scappellotto alla nuca da Gabi. «Ahi! Mi fai hai fatto male!» Lagnò, massaggiandosi il punto colpito, guardandola male.

«Smettila di guardarla in quel modo Falco, è troppo grande per te», bisbigliò a denti stretti, guardandolo duramente. Peccato che, riuscì a sentire ogni parola uscire dalla bocca di Gabi che decisi di ignorare per non creare un ulteriore imbarazzo a Falco. «Salve, Kesey», mi salutò Gabi normalmente con un sorriso che non la contava giusta. «Giornata pesante?» Chiese cordiale, riferendosi al piccolo scimpanzé accanto a Falco.

I due ragazzi, Zofia e Udo, mi salutarono nella stessa maniera con più timidezza a differenza della loro compagna che sprizzava energia da tutti pori. «È così evidente?» Affermai con un sospiro pesante, portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Avrei dovuto sicuramente accorciare i miei capelli. Erano diventati fin troppo lunghi e ogni qualvolta che scuotevo la testa, questi finivano in zone dove non sarebbero dovuti finire.

«Abbastanza», rispose Zofia.

«Un minimo», concluse Udo, mimando con l'indice e il pollice un piccolo spazio sottile.

Sorrisi a labbra strette, cercando di non pensare al fatto di essere stata appena messa a tacere da due ragazzini. «Dove stavate andando?» Chiesi, cambiando argomento.

«Abbiamo appena completato l'allenamento...», rispose Zofia.

«E Falco è riuscito a superare Gabi!», concluse Udo con un sorriso smagliante.

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