Lo fermai appena in tempo, con la lama a pochi centimetri dalla mia faccia mentre cercavo disperatamente di spingerlo via da me.
«Clint, fermati» grugnii, cercando di parlarci. «Non farlo. Questo non sei tu!».
Con una gomitata lo feci rotolare di lato, cogliendolo alla sprovvista. Lo disarmai rapidamente prima di calciare via il coltello con cui aveva cercato di ferirmi, che nel frattempo era caduto sul pavimento.
La situazione si ribaltò. Ora, ero io a bloccarlo con il mio avambraccio sulla sua gola.
«Per favore, Clint» supplicai, «Non voglio farti del male».
Continuò a dimenarsi, e riuscì a buttarmi a terra lontana da lui. Mi alzai in piedi e Clint mi colpì nuovamente, riuscii però a prendergli il braccio; mi slanciai facendo oscillare le gambe per avere una presa più solida sul suo collo.
Mi lasciai cadere, e lo feci schiantare a terra, gemendo. Colsi l'occasione mentre si girava, per bloccarlo in una stretta soffocante.
Affondò le dita nella ferita sulla mia gamba, cercando di liberarsi. Emisi un grido di dolore, che diede il tempo necessario a Clint per liberarsi dalla mia presa. Mi attaccò di nuovo, ma lo schivai facilmente.
Mi inginocchiai, e con una scivolata puntai alle sue gambe facendolo cadere.
Rapidamente, presi il sopravvento inchiodandolo ancora una volta.
Il mio sguardo si spostò sulla leva e poi di nuovo su Clint, indecisa su cosa fare.
Stark aveva bisogno del mio aiuto, pensai mentre Clint si dimenava sotto di me. «Mi dispiace, amico» dissi prima di stringere il pugno e colpirlo in piena faccia, facendogli perdere i sensi.
Mi alzai in piedi e mi precipitai sulla leva, cercando di tirarla con tutte le mie forze.
«Andiamo!» grugnii per la frustrazione, non riuscendo a spingerla.
Qualche attimo dopo, vidi con la coda dell'occhio, una figura arrampicarsi sulla sporgenza. Capii immediatamente chi fosse.
«Capitano», dissi una volta che fu al mio fianco.
«È bloccata!» dissi sforzandomi. Steve annuì, e mi corse in contro per aiutarmi.
Insieme, ma soprattutto grazie alla sua forza, riuscimmo ad abbassare la leva.
«Sta attenta!» urlò Steve, una volta che qualche dozzina di proiettili vennero sparati nella nostra direzione.
Proprio in quel momento, un proiettile rimbalzò sullo scudo di Steve, e tornando indietro colpì in fronte l'uomo che aveva premuto il grilletto. Ci spostammo, esalando un sospiro di sollievo.
Dopo essersi preso un momento per riprendere fiato, Steve mi rivolse di nuovo la sua attenzione. «Sei ferita?» Chiese, con gli occhi ricolmi di preoccupazione.«Beh, io-» mugolai, cercando di alzarmi invano, dato che il dolore lancinante mi fece cadere di nuovo sul pavimento.
«Dobbiamo fermare l'emorragia» disse, guardandosi intorno in cerca di qualcosa che potesse fare da laccio emostatico.
«Artemide» la voce di Fury risuonò nel mio orecchio, «Mi senti?».
Parte di me voleva rimproverarlo per aver usato quel nome, mentre un'altra parte, quella più adulta e responsabile, aveva altri problemi a cui pensare.
«Si, ti sento» risposi, premendo un dito sull'auricolare.
«Loki è libero. È stato appena individuato nel livello di detenzione. Ho bisogno che tu vada ad occupartene, ricevuto?» Mi diede istruzioni Fury.
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Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1] TRADUZIONE
FanfictionSolo in pochi sanno dell'esistenza della sorella di Natasha. Che proprio come lei, era un'agente dello SHIELD. Sfortunatamente Camille Romanoff è deceduta 5 anni fa, o così si dice in giro. Ma quando Fury viene a bussare alla sua porta, in cerca di...