Prologo [03]

2.2K 78 1
                                    

"Ancora nessuna parola sulla posizione dell'eroe americano diventato latitante, Steve Rogers."  Gemetti al suono delle notizie di oggi. "Spegnilo, per favore." Mi lasciai cadere sul divano, coprendomi gli occhi con una mano. "Le autorità hanno cercato dappertutto ma non sono riuscite a trovare nulla riguardo alla posizione di Capitan America." La signora in camicia continuò.

"Ora, per favore" chiesi di nuovo. "Aspettate, abbiamo appena ricevuto la notizia che c'è stata un'irruzione nella prigione di massima sicurezza, dove sono detenuti gli alleati di Steve Rogers, coinvolti fisicamente nello scontro" le sue parole mi fecero balzare dal divano. "Aspetta!" Urlai, costringendo Fitz, che aveva già il dito sul pulsante di spegnimento del telecomando, a bloccarsi.

"Dobbiamo ancora ricevere ulteriori informazioni in merito. Tuttavia, le autorità hanno motivo di credere che Steve Rogers sia in qualche modo responsabile di questo". 

"Oh, Steve." Mormorai tra me e me: "In che guaio ti sei cacciato questa volta?" Lo schermo si spense e mi girai vedendo Mack con il telecomando in mano. "So che erano tuoi compagni di squadra, ma devi smetterla di fissarti" disse, sedendosi anche lui. "Non aiuta." continuò "Sono più che semplici compagni di squadra, Mack." risposi con un sospiro, "Sono una famiglia". 

"Sì, beh, questa famiglia si riunirà molto presto." Sentii Phil parlare alle mie spalle. Mi girai di scatto e vidi un paio di figure familiari in piedi dietro Phil. "Oh mio Dio." Fitz borbottò, con la bocca leggermente spalancata. "È incredibile. Sto sognando?"

"Calmati, Fitz." Dissi con un sorrisetto mentre i miei occhi incontrano un paio di familiari blu, "Non sono così grandiosi". 

"Vorresti essere fico anche solo la metà di quanto lo siamo noi." commentò Clint sarcasticamente, con un ampio sorriso. "Ehi, Artemide." 

"Clint." Mi precipitai tra le sue braccia. "Pensavo non ti piacesse essere chiamata così?" Chiese Phil. "Credi davvero che mi ascoltino?" Gli feci notare. "Wanda, ehi." La salutai, abbracciando anche lei. Feci una pausa e i miei occhi si posano di nuovo su Steve, che, appoggiato allo stipite della porta con gli angoli delle labbra arricciati in un sorriso, si avvicinò. 

"Hey." il suo sorriso si allargò. Lo salutai con un cenno prima che la stanza cadde nel silenzio. "Non mi presenti la bella signorina?" Chiese l'uomo in piedi accanto a lui.

Avevo letto il suo fascicolo un paio di volte, era un veterano che prestava servizio nell'Air Force. Steve si schiarì la gola, rompendo il silenzio imbarazzante. "Bene, questi sono Sam Wilson e Scott Lang. Ragazzi, questa è Camille Romanoff, la sorella di Natasha." Lang mi offrì semplicemente un cenno di saluto, Wilson però alzò un sopracciglio divertito. "Allora, questa è la ragazza di cui hai parlato per tutto il tempo."  Disse, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Steve. 

"Solo cose buone, spero." lo presi in giro. "Non hai idea." Wilson sorrise "Come mi avete trovata?" Chiesi, deviando rapidamente l'argomento. "Potrei aver dato una mano con l'estrazione." intervenne Phil. Rimasi senza fiato e feci la finta offesa, "E non me l'hai detto?" 

"Beh, ho chiesto io di non farlo. Dovevamo tenerlo nascosto." Steve scattò in difesa di Phil, "Ci sarebbero state persone che ti avrebbero tenuta d'occhio con gli Accordi. Quindi, ho pensato che sarebbe stato meglio tenerti fuori da questa cosa." Aprii la bocca per parlare, ma presto Steve mi interruppe. "Lo so, lo so. Non è era una mia decisione" disse lui. "Non era quello che volevo dire." Mi sposati sotto lo sguardo di Steve, "Stavo per dire che sono contenta di vedere che voi ragazzi state bene." 

"Qualcuno di voi ha fame?" chiese Phil "Abbiamo da mangiare". 

"Non ti dispiace se..." Wilson chiese, dirigendosi verso la sala da pranzo. I ragazzi e Wanda andarono dritti verso panini e bibite e Clint mi guardò. "Allora, ho sentito da Nat che stavi vedendo qualcuno." disse Clint, dando un morso al suo panino. I miei occhi guizzarono inconsciamente su Steve, le cui orecchie erano tese all'ascolto, ma era apparentemente disinteressato.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora