01 [04]

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STEVE

"È ora di svegliarsi." dissi, scoccandole un bacio sulla nuca. Camille si strinse nel mio abbraccio, strofinando il suo viso contro il mio petto. "Altri cinque minuti." Borbottò assonnata. Non potei fare a meno di sorridere, scuotendo disperatamente la testa verso di lei. "È quello che hai detto cinque minuti fa." Le feci notare facendola ridere. "Va bene, mi alzo" Disse, gemendo e stendendosi accanto a me. La guardai nascondersi tra le coperte, in qualche modo riusciva ad essere sempre bella. Come potevo essere così fortunato? "Che guardi?"  Chiese, appoggiandosi sui gomiti. "Mi stavo solo chiedendo," dissi, "gli agenti non sono addestrati per svegliarsi in tempo all'Accademia?" la presi in giro.

Lei sussultò, "Sai, ero una delle agenti più puntuali che abbiano mai avuto."

"Lo sei anche ora?" Ridacchiammo. La abbracciai, tirandola più vicino a me prima di chinarmi per un bacio, ma lei alzò una mano per fermarmi. "Non mi sono ancora lavata i denti." si lamentò. Feci una pausa, fingendo di considerare quello che aveva appena detto prima di alzare le spalle. "Onestamente non mi interessa." Risi. Le nostre labbra si incastrano in un bacio appassionato che mi lasciò desiderare di più proprio quando lei alzò la schiena sedendosi. "Sei disgustoso." Arricciò il naso

"Eppure eccoci qui," le dissi baciandola di nuovi sulla fronte, "Un anno e quanti mesi ormai?" feci il finto tonto. "Ti odio." Scherzò, dimenandosi mentre le scoccavo un bacio proprio sopra la clavicola, uno dei suoi punti deboli. "È un peccato, perché io ti amo, così tanto." Mormorai, continuando con i baci, prima sul collo e poi sulla mandibola, finendo per scontrare le mie labbra con le sue. Cam ridacchiò, ritornando tra le mie braccia. Sorrise. Amavo vederla sorridere. "Ti amo di più io" Borbottò contro le mie labbra prima di baciarmi di nuovo. 

...

La dura realtà mi colpì non appena i miei occhi si aprono. Feci scorrere le mani sul punto vuoto del letto dove Camille normalmente dormiva, e in qualche modo, tutto sembrò raffreddarsi nonostante lo spesso strato di coperta che avevo sul mio corpo. Mi trascinai fuori dal letto e subito, la sensazione di angoscia mi pervase, chiedendomi di ri-tuffarmi nel letto. Combattei l'impulso, e andai in bagno a lavarmi. 

Sciacquai la faccia con dell'acqua fredda che scacciò via il sonno in un istante, non fece nulla invece per la sensazione di pesantezza che mi opprimeva nel petto. "Non credi che sia ora di radersi?" La sua voce echeggiò nella mia testa come se fosse proprio accanto a me. Passandomi una mano tra la barba, fissai il mio riflesso nello specchio e vidi un uomo che a malapena riconoscevo. 

Se n'era andata da solo ventidue giorni, eppure, sembrava un'eternità senza di lei.

Presi in mano il rasoio e cominciai a radermi la barba. Avrei scommesso che se Cam fosse stata qui, probabilmente non sarebbe stata in grado di resistere all'impulso di stuzzicarmi come faceva sempre. Lavai la lametta sospirando prima di asciugarmi il viso, aggrottando le sopracciglia quando lo specchietto laterale iniziò a tremare. 

Mi allungai per tenerlo fermo, e per rendermi poi conto che non era solo lo specchio. Tutto intorno a me tremava. Immediatamente, gettai da parte l'asciugamano, infilandomi una felpa prima di uscire dalla stanza. "Cosa sta succedendo?" Chiesi unendomi al resto della squadra. Nat e Rhodey erano affacciati a una finestra con Bruce e Pepper alle loro spalle, che guardavano qualcosa nel cielo. Anche da dove mi trovavo, potevo già vedere il bagliore che emetteva; 

Scoprii poi che era Danvers, che stava trasportando una nave spaziale. Ci precipitammo fuori nel cortile davanti al complesso, dove Danvers aveva già fatto atterrare la navicella in sicurezza. Il portello d'ingresso si aprì e ne uscì Tony accompagnato da una persona sconosciuta. Il sollievo mi invase appena lo vidi, un'emozione che non provavo da quella che sembra un'eternità. Tony non aveva un bell'aspetto, ma almeno era al sicuro. Mi precipitai ad aiutarlo, inciampò ma riuscii a sostenerlo afferrandolo per il braccio, sembrava stordito e confuso. "Non sono riuscito fermarlo." Disse, i suoi occhi si riempiono di dolore. Deglutii, alle sue parole la sensazione di dolore e fallimento mi inondò di nuovo petto. "Nemmeno io." Risposi.

"Ho perso il ragazzo." Disse, gli occhi luccicanti di lacrime. "Tony, abbiamo perso." Dissi, guardando il pavimento. "È uh-" Pepper si precipitò in avanti prima ancora che Tony potesse finire la frase. Le sue spalle si rilassarono per il sollievo mentre la stringeva in un abbraccio. Vederli entrambi insieme, mi confortò, ma allo stesso tempo ero anche estremamente invidioso. 

Avrei dato qualsiasi cosa per avere anche io un momento come quello. Tony sembrò percepirlo, i suoi occhi scrutarono i dintorni. "Dov'è Cam?" chiese. Chiusi gli occhi e scossi la testa. Non riuscivo a dire una parola. Alzai lo sguardo su Nat, le cui guance erano bagnate di lacrime alla menzione della sorella. Conducemmo Tony nel complesso per lasciarlo riposare. 

Dopo essersi ripulito si addormentò in pochi secondi. Il resto della squadra, invece, era completamente irrequieto. Si erano ritirati tutti nella loro stanza, ma potei vedere la luce che filtrava da sotto le loro porte e l'ombra occasionale mentre la superavano.

Tutti tranne Danvers, che guardava fuori dalla finestra il cielo illuminato dalla luce fioca della luna. "Deve essere stata piuttosto speciale." disse Carol quando mi unii a lei. "Questa, Cam?"

"Si, lo è" Risposi "Ha sempre avuto un modo tutto suo con le persone. Piace a tutti. Be ', tranne Tony all'inizio. Ma alla fine l'ha conquistato"

Feci una breve risata mentre i ricordi mi inondavano la mente. "Sembra che abbia conquistato anche te." disse "Già, tutto quello che avrei mai potuto sognare." Risposi. 

Camille se n'era andata e con lei anche una parte di me. Non avrei mai potuto sentirmi di nuovo completo.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora