02 [01]

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«Tieni il passo, Artemide» parlò Fury tramite il mio auricolare.

Schioccai la lingua al palato infastidita «ti ho giá detto di non chiamarmi così»

«Muoviti e basta» potei sentire il sospiro che emise.

Mi sporsi in avanti salendo sulla mia moto sportiva, e con la mano sull'acceleratore, assaporai il dolce ringhio proveniente dal motore del veicolo a due ruote; infine partii a tutta velocità.

Con gli occhi riuscii a scrutare Capitan America mentre lanciava il suo scudo contro Loki. Svoltai una brusca curva a destra e proprio in quel momento, vidi Ironman, che atterrò proprio accanto a lui.

«Li vedo» annunciai. «È tutta questione di maledetto tempo» commentò sarcastico Fury, facendomi alzare gli occhi al cielo. Lo facevo spesso.

«Ti sto connettendo ora» mi informò poco prima che la linea si interruppe.

Qualche secondo dopo, dal mio auricolare provení un fastidioso rumore acustico, seguito da della musica assordante. Sussultai, trattenendo l'impulso di strapparmi via l'apparecchio e buttarlo in mezzo alla strada.

Mi schiantai in frenata, scendendo appena in tempo, e facendo scivolare la moto di lato, che sfregandosi contro l'asfalto provocò delle scintille. Il veicolo si fermò solo una volta che andò a sbattere contro il fianco di Loki, facendo volare il Dio dell'Inganno lontano dal suo scettro; indossava dei vestiti ridicoli.

«Camille?!» sentii la voce di mia sorella, che pronunciava il mio nome scioccata.

«Hey Nat» la salutai alzando lo sguardo verso il Quinjet e sventolando la mano.

La mia attenzione fu presto ritornata su di Loki, quando egli si rimise in piedi.

«Ne ho abbastanza di voi umani» sputò velenoso. «Dovreste inginocchiarvi tutti al mio cospetto».

Non potei fare a meno di ridacchiare; «Ma che piacere» sorrisi, camminando verso lo scettro e raccogliendolo. «Lo tengo con me questo, se non ti dispiace»

«Non osare!», ringhiò il Dio, «ridammi il mio scettro»

Lo guardai riducendo gli occhi a fessure: «Quelle parole avrebbero dovuto intimidirmi? Perché in realtà non lo hanno fatto, per niente. Questo..» dissi, facendo roteare lo scettro tra le mani, «..è proprietà dello S.H.I.E.L.D. ora. Quindi, se lo vuoi, dovrai strapparmelo dalle mani».

«Cam, che cosa credi di fa-»

Il suono della voce di Nat si interruppe quando il mio dito schiacciò il bottone di spegnimento del dispositivo.

«Stupida umana» si fece scappare una risata Loki. «Pensi di poter avere qualche speranza contro un Dio» feci spallucce. «Suppongo che lo scopriremo ora, stronzo.»

Loki avanzò e un paio di pugnali affilati apparirono tra le sue mani.

Sterzai di lato mentre il Dio si avventò su di me. Inciampò, ma riacquisì rapidamente l'equilibrio.

Un grido di rabbia lasciò le sue labbra prima di scagliarsi nuovamente su di me, questa volta, cercando di trafiggermi con i suoi pugnali. Deviai le lame con il bastone, prima di colpirlo con un calcio al petto.

Il Dio cadde sulla schiena ma si rialzò velocemente. «Pagherai per questo» mi minacciò.

«Ne dubito» Non feci caso a qualunque cosa stesse dicendo mentre mi preparavo per combattere di nuovo. 

«Avresti dovuto restare giù» dissi, puntando lo scettro verso Loki.

Proprio mentre lo feci, sentii una strana energia, forse proveniente dallo scettro, scorrermi sotto le mie dita. 

Prima che potessi capire cosa stesse succedendo, un raggio di luce blu fuoriuscì dallo scettro, dritta verso il Dio dell'Inganno, che lo mandò a sbattere contro la rampa di scale dietro di lui.

Feci un fischio: «Accidenti, potrei usare uno di questi cosi all'infinito» Ridacchiai rigirandomelo tra le mani.

Tony Stark in un istante fu di fianco a lui. «È ora che tu faccia la tua mossa, piccolo cervo». Disse puntandogli contro ogni singolo ordigno incorporato nella sua armatura.

Lo strano costume di Loki, sembrò smaterializzarsi una volta che alzò le mani in segno di resa.

«Probabilmente dovrei portartelo via, sei pericolosa con quel coso». Una voce sconosciuta attirò la mia attenzione; mi girai e vidi il solo e unico Capitan America, in piedi davanti a me.

I suoi profondi occhi blu mi rapirono immediatamente, come una falena su una lampadina. Non potei fare a meno di guardarlo a bocca leggermente spalancata; sembrava proprio uscito da un film, come un Principe Azzurro.

«Giusto» mormorai, risvegliandomi finalmente dal mio stato di trance.

«Capitano» lo salutai con un cenno, consegnandoli lo scettro.

Mi sorrise in risposta e sentii le mie guance andare a fuoco.

«E tu chi sei?" Chiese Stark piombando di fianco a noi.

Lo ringraziai mentalmente per averci interrotto e mi girai verso la direzione da cui proveniva la sua voce.

«Sbaglio o non eri nel file?» Continuò alzando la maschera in metallo che gli nascondeva il viso.

«Non mi preoccuperei. Non ci sarebbe comunque molto nella mia cartella, sai, preferisco tenere le mie informazioni personali fuori dai sistemi dello S.H.I.E.L.D., Stark» dissi fermamente. «Ho avuto parecchi nomi nelle ultime paia di anni. Il più recente è Sabrina Smith. Piacere di conoscerti». Lo salutai, sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.

«Cosa?» disse Tony infastidito, e aggrottando le sopracciglia.

«Sto scherzando. Beh, più o meno» feci spallucce allungando la mano. «Camille» Stark la fissò per qualche attimo e poi decise di ignorarla.

«Sì, l'ho capito, quando Romanoff lo ha urlato attraverso l'auricolare» disse sarcastico.

«Non hai un cognome, Camille?»

Lasciai ricadere la mano sul fiano, intuendo che non me l'avrebbe stretta.

«Si ce l'ho in effetti» risposi «È Romanoff».

«Romanoff?» ridacchiò sarcastico Stark: «Scusa, dovrebbe essere una specie di scherzo? Perché non mi fa ridere. Se Romanoff avesse qualunque sorta di parente, io lo saprei».

Alzai le sopracciglia divertita: «non mi servirebbe a niente mentirti. Come ho già detto tengo molto alla mia privacy, e a meno che tu non abbia un'autorizzazione di livello 10, non penso troverai nulla su di me, ne nei file dello S.H.I.E.L.D. ne nei file di qualunque altra organizzazione.»

L'uomo di ferro rimase in silenzio, guardandomi scettico. «Non mi credi ancora, vero? Chiedi pure a mia sorella.. in effetti, dovreste probabilmente andare, vi starà aspettando sul Quinjet.» dissi sorridendo prima di voltarmi e risalire sulla mia moto.

«Dove te ne vai tu?» chiese il Capitano.

«Ho già un passaggio» dissi picchiettando sulla superficie del mio veicolo. «Immagino che vi vedrò di nuovo sull'Helicarrier» misi in moto e senza aspettare una risposta partii a tutta velocità, superando i due uomini.

Era una bella sensazione essere tornata.

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora