Riuscii ad afferrare rapidamente le mie armi e passai per la mia stanza, non avendo ancora avuto la possibilità di rattopparmi la gamba.
L'emorragia stava rallentando, così pensai che non sarebbe stato un grosso problema
«Cap, dove sei?» Premetti le il bottoncino sul mio auricolare. Aspettai una risposta che non tardò ad arrivare.
«Propulsore 3» Rispose Steve quasi immediatamente. «Ricevuto, sto arrivando» iniziai a correre, ignorando il dolore al polpaccio.
Arrivai lì appena in tempo per catturare due uomini che stavano avanzando verso Steve.
Agguantai due frecce, e con il mio arco mirai proprio sopra la spalla di Steve. Era di certo un tiro complicato ma riuscii comunque a farcela.
I due uomini caddero non appena le frecce li trafissero, e Steve li finì con qualche colpo.
Il Capitano si voltò sorpreso, fissando i due intrusi caduti, a bocca spalancata. Si girò e sorrise quando si accorse che ero stata io ad aver scoccato le frecce.
«Grazie» disse senza fiato. «Quando vuoi»; sorrisi, e notando un intruso, alzai l'arco, colpendolo e facendolo cadere alle mie spalle.
Un altro uomo si presentò a noi, così con un clic, il mio arco si appiattì, trasformandosi in un bastone improvvisato.
Feci una capriola in avanti, evitando un proiettile che l'intruso mi aveva sferrato. Cercò di colpirmi di nuovo, così avanzai verso di lui, mirando alle gambe, e non appena fui abbastanza vicina, lo feci cadere a terra finendolo con un pugno in faccia.
Il Capitano balzò giù dalla sporgenza, atterrando proprio accanto a me, e facendo fuori l'ultimo intruso a modo suo. «Sembra che siamo pari ora» scherzai. Lui riuscì a sorridere tra un affanno e l'altro, «Sembra proprio di si».
«Dannazione, ti hanno incasinato i capelli.» Ne approfittai per prenderlo in giro, allungando la mano per sistemare i suoi capelli biondi, e rimasi sorpresa di come al tatto fossero più morbidi di quanto già sembravano.
Rise, guardandomi mentre lo superavo. I suoi occhi erano ricolmi di un'emozione indecifrabile, qualcosa tra il divertimento e l'affetto, credo.
Cominciai a salire la scala di lato e mi ritrovai su una sporgenza proprio accanto al pannello.
«Quindi, dovresti tirare quella leva rossa quando ti dice di farlo, giusto?» Chiesi una volta che fu anche lui in piedi sulla sporgenza. «Già, come lo sapevi?».
«Beh è semplice», iniziai, «È un'unità di controllo dello statore, quindi può invertire la polarità abbastanza a lungo da disinnestare il maglev e darebbe quindi, abbastanza tempo a Stark per-», mi allontanai guardando Steve che in quel momento aveva un'espressione confusa sul volto. «Non hai idea di quello che sto dicendo, vero?» chiesi.
«Non credo che nessuna persona normale ce l'avrebbe» disse con un sorriso.
Rimasi senza fiato, facendo la finta offesa. «Mi stai dando della strana, Capitano?»
«Beh,» fece spallucce, «Strano è bello. Mi piace lo strano» disse.
Non potei fare a meno di ridacchiare: «Oh.. grazie. Anche tu mi piaci». Mi resi conto solo poi, di quello che era appena uscito dalla mia bocca.
Il Capitano mi guardò con le sopracciglia alzate e un'espressione non decifrabile sul viso.
Spalancai la bocca maledicendomi mentalmente. Boccheggiai in cerca delle parole giuste per esprimermi. «N-non, in quel senso» blaterai.
«Solo come amici, o meglio compagni di squadra. Però va bene anche se non mi vedi solo come un amica». Venni subito interrotto dai dei colpi sparati nella nostra direzione, e per una volta nella mia vita, fui grata di quegli spari.
Steve entrò immediatamente in azione, prese una pistola, lasciata da uno dei precedenti aggressori e rispose al fuoco.
Sistemai il mio arco, facendo avanzare gli intrusi nel frattempo che prendevo la mira. Due di loro caddero, mentre uno non tardò a mettersi al riparo dietro ad un muro. L'uomo uscì dal suo nascondiglio, ricominciando a sparare qualche colpo.
Ci ritirammo schivando tutti proiettili che ci piovevano addosso. Nel trambusto riuscii comunque a scoccare un ultima freccia, che trafisse il petto dell'uomo, ma non prima che sparasse un ultimo colpo.
Il proiettile passò molto vicino alla testa di Rogers e per schivarlo, quest'ultimo inciampò all'indietro calpestando una griglia allentata lì vicino.
La grata cadde e con lei anche Steve. «Capitano!» urlai tuffandomi e riuscendo ad afferrare la sua mano appena in tempo.
Lo tenevo su a fatica, visto la nostra differenza di peso. «Ho bisogno di aiuto, ora!» Urlai disperatamente dentro al mio auricolare. Sfortunatamente per la seconda volta oggi, non ricevetti risposta.
Imprecai sottovoce mentre le dita di Steve iniziarono a scivolarmi dalle mani. Aspetta finché non arriva aiuto. Mi dicevo mentalmente.
Proprio mentre pensavo di aver assicurato la presa, un paio di mani mi afferrarono o le caviglie trascinandomi indietro e allontanandomi dal bordo.
«No!» Urlai, cercando di liberarmi e al tempo stesso, tenere strette la mani del Capitano.
"Lasciami andare!" Iniziai a prendere a calci la faccia dell'uomo, sperando che lasciasse andare la presa per qualche sorta di miracolo.
Quando però l'uomo mi strattonò per l'ennesima volta, la mano di Steve scivolò via completamente dalla mia.
Un nodo mi si formò nel petto mentre lo guardavo cadere, non avendo la possibilità di vedere dove sarebbe atterrato;
Il mio aggressore mi tirò ancora una volta verso di lui, e rotolandomi sulla schiena, riuscii a riprendere il controllo, pronta a difendermi.
Alla vista dell'intruso però rimasi pietrificata.
«Clint» mormorai tra respiri pesanti. Era pallido, malaticcio quasi. I suoi occhi erano di un blu gelido e non del loro solito verde.
«Cap, abbassa la leva!» Urlò Stark attraverso l'auricolare. «Solo un attimo!»ricevette una risposta quasi istantanea.
Il sollievo che provai nel sentire il suono della sua voce mi scaldò il petto, sensazione che svanì in un lampo una volta realizzato il nuovo problema. Stark sarebbe rimasto schiacciato se nessuno avesse raggiunto quella leva.
«Leva! Adesso!» La voce fredda di Tony diventò impaziente, non gli restava molto tempo. La linea fu silenziosa e un attimo dopo Stark parlò nuovamente, «Ragazzi aiuto».
I miei occhi guizzarono verso la leva che era a solo a qualche metro di distanza da me.
Clint sfruttò la mia distrazione e in un istante mi bloccò, puntandomi contro un coltello.
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Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1] TRADUZIONE
Fiksi PenggemarSolo in pochi sanno dell'esistenza della sorella di Natasha. Che proprio come lei, era un'agente dello SHIELD. Sfortunatamente Camille Romanoff è deceduta 5 anni fa, o così si dice in giro. Ma quando Fury viene a bussare alla sua porta, in cerca di...