Camminammo in silenzio per il bosco. Tra di noi c'era un silenzio confortevole, come sempre, ma qualcosa non andava.
"Come ti senti?" Chiesi rompendo il silenzio "Quella ragazza Maximoff ci ha davvero incasinato la testa, eh?" Cercò di riderci sopra, ma suonò più come un grido di aiuto. Annuii, guardandolo preoccupata.
"Andrà tutto a puttane" mormorò. Rimasi a bocca aperta teatralmente. "Steve, sono sinceramente delusa, non si usa quel tipo di linguaggio." Emise una risata, e la tensione alleviata gli fece abbassare leggermente le spalle. "L'hanno detto anche te, eh?" chiese scuotendo la testa, un accenno di sorriso comparì sulle sulle sue labbra.
"Clint e io abbiamo avuto molto tempo per chiacchierare durante il viaggio. Mi ha detto tutto." sorrisi "Linguaggio!" Lo imitai. "Non volevo dirlo, mi è scivolato via dalle labbra." cercò di difendersi. "Certo, certo" dissi sarcasticamente tra una risata e l'altra. Lui mi prese la mano attirandomi tra le sue braccia "Non avrà mai una fine tutto questo, vero?" sorrise "No" risposi, il mio cuore sussultò quando i suoi occhi incontrano i miei; si avvicinò al mio viso e per un attimo mi fece pensare che da li a poco mi avrebbe baciata, ma si fermò, fissandomi come faceva sempre, in modo affettuoso.
Presto, quelle emozioni furono sostituite da qualcosa di completamente diverso. Qualcosa che assomigliava alla tristezza e alla desolazione. Il suo sorriso svanì e si lasciò sfuggire un sospiro pesante. "Io provo davvero qualcosa per te" disse, facendomi ribaltare lo stomaco. "Ma non posso farlo." borbottò.
"F-fare cosa?" chiesi, confusa. Ingoia il nodo formatomisi in gola, sentendomi come se un secchio pieno di acqua ghiacciata mi fosse stato appena versato addosso. La sua risposta non tardò ad arrivare "Noi" Il mio cuore si strinse, sentendosi come se fosse stato frantumato in un milione di pezzettini.
Mi tirai fuori dalle sue braccia, cercando di trovare le parole per esprimermi, fallendo. "Da quando mi sono svegliato, è stato tutto un disastro. Ma per qualche motivo quando ti ho incontrato, le cose sono iniziate ad andare bene per la prima volta. Sei tutto quello che avrei mai potuto chiedere" continuò, rendendomi ancora più confusa. "Ed è per questo che non posso farti questo."
"Che cosa significa?" parlai "Non vedi? Tutti quelli che ho amato sono finiti per farsi del male in un modo o nell'altro. Non posso farti questo, Cam. Non posso." disse, a pezzi.
Annuii, aspettando che la rabbia prendesse il possesso della mia testa, ma invece non sentii nient'altro che le lacrime combattere contro l'istinto di fuoriuscire dai miei occhi. "Allora, è questo quello che vuoi?" chiesi, facendo del mio meglio per mantenere la voce il più ferma possibile. "Non si tratta di ciò che voglio, ma di quello che devo fare. Per tenerti al sicuro-"
Si perse nelle sue stesse parole, "Al sicuro da me. Non perderò anche te, mi dispiace" Il silenzio cadde su entrambi mentre cercavamo di ricomporci. Steve ruppe il silenzio, "Ti meriti qualcuno che potrebbe darti una vita normale-" E a quel punto qualcosa in me scattò "Questa è la mia vita, Steve. Lo è sempre stata." dissi, interrompendolo. "Non è mai stata normale e non lo sarà mai. Ho smesso di provare a vivere una vita normale molto tempo fa." dissi, e mi voltai per andarmene, asciugandomi gli occhi prima che le lacrime potessero cadere.
La prima volta che mi diceva cosa provava era finita in un disastro. "Ehi, Cam" Clint mi salutò vedendomi entrare in casa, "Tutti gli altri si sono già sistemati" Si fermò a guardarmi, scambiandosi uno sguardo con Laura che era in piedi accanto a lui. Alzò un sopracciglio "Stai bene?"
"Sì, sto bene." sforzai un sorriso. "Dov'è Cap?" Chiese un momento dopo. Accennai alla foresta: "Là fuori, a prendere un po' d'aria fresca" dissi "Probabilmente tornerà presto."
"Oh," disse Clint, "Beh, è rimasta solo una stanza e voi ragazzi dovrete dividere il letto" continuò "Io e Rogers?" chiesi "Sì, è un problema?" chiese preoccupato. "Niente affatto" risposi, quasi troppo in fretta. "Sei arrabbiata con lui, vero?" Chiese. "L'hai chiamato Rogers. Lo fai solo quando sei arrabbiata con qualcuno".
"Non è vero" Mi difesi velocemente "Sì, invece" Clint rispose. "Ricordi quella volta che mi hai chiamato Barton per un mese perché ti avevo fatto incazzare? Beh," si fermò per un momento prima di scrollare le spalle, "Lo fai anche con i conoscenti. Ma chiaramente non è questo il caso. Tu e il Capitano siete piuttosto intimi-"
"Clint!" Lo rimproverò Laura, prima di cacciarlo via, lui se ne andò con riluttanza. "Allora, cosa ti ha fatto quel ragazzo?" Chiese Laura "Non sono arrabbiata con lui." Risposi, ed era vero, non lo ero. Forse un po 'infastidita, ma soprattutto, delusa. "Pensavo che lo sarei stata" ammisi "Ma non lo sono"
"È molto preso da te, sai?" disse "Così mi è stato detto" Sorrisi "Te l'ha detto Clint?" Laura scosse la testa, "Non serve che me lo dica, è ovvio dal modo in cui ti guarda. Non puoi guardare qualcuno in quel modo e poi non provare nulla." ridacchiai "Sì, è complicato".
"Ho capito" rise Laura, allungandosi per prendermi la mano. "A parte questo, come stai? Ti stai abituando alle nuove abilità?" Guardai la mia mano, immaginando le scintille viola irradiarsi, come quando usavo i miei poteri.
"Non credo mi abituerò mai ad avere poteri." dissi "Voglio dire, sono passati tre anni e ancora non l'ho realizzato "
"Cosa? Davvero? È una cosa così normale!" Scherzò Laura facendomi ridere, "Ma è meglio ora che ho capito come usarli" dissi "Il dottore che mi ha insegnato, il dottor McCoy, ha aiutato davvero molto"
"Anche con i sogni?" chiese poi, con la preoccupazione evidente nei suoi occhi. Annuii "si, mi ha insegnato come affrontarli. Ancora li percepisco a volte, ma non così spesso come prima."
"È bello sentirtelo dire." disse. Un'improvvisa sensazione di panico mi riempì il petto quando pensai agli eventi accaduti durante la giornata. Laura sembrò cogliere il mio stato d'animo.
"So che sembra tutto davvero confusionario in questo momento, ma capirai, Cami. Ci riuscirai" Mi rassicurò.
Le rivolsi un sorriso di gratitudine, stringendole delicatamente la mano prima di alzarmi. La conversazione con Laura mi fece già sentire meglio.
Tendeva ad avere una buona influenza sulle persone. Andai in camera mia, con la mente pronta per una doccia calda e poi un po' di sonno.
STAI LEGGENDO
Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1] TRADUZIONE
Fiksi PenggemarSolo in pochi sanno dell'esistenza della sorella di Natasha. Che proprio come lei, era un'agente dello SHIELD. Sfortunatamente Camille Romanoff è deceduta 5 anni fa, o così si dice in giro. Ma quando Fury viene a bussare alla sua porta, in cerca di...