TONY
La notizia della morte di Natasha aveva colpito duramente tutti noi, ma ci aveva anche dato una ritrovata determinazione per sconfiggere Thanos. Tutto ciò che Nat voleva era il ritorno di Cam e un'opportunità per sua sorella di vivere la sua vita. Per questo, era disposta a sacrificare la sua e non avevamo intenzione di lasciare che quel sacrificio andasse sprecato.
Mi sedetti davanti allo schermo di vetro che mi diede una visione chiara del guanto mentre ci lavoravo, Rocket e Bruce mi osservavano in silenzio al mio fianco. Feci un respiro profondo, prima di incastonare delicatamente le pietre negli appositi solchi del guanto, non mi resi conto di aver trattenuto il respiro fino a quando non emisi un sospiro di sollievo appena le pietre si adattarono perfettamente senza complicazioni.
"Boom!" Urlò Rocket, spezzando il silenzio e facendo sobbalzare sia me che Bruce per lo spavento. Il mio cuore batteva ancora quando lo guardai torvo, resistendo all'impulso di soffocarlo. "Non farlo più!" lo rimproverò Bruce. La stanza si riempì delle risate del procione. Lasciai uscire un grugnito irritato prima di recuperare il guanto finalmente completo. Potei sentire il potere che emetteva solo tenendolo in mano. "È fatta" Mormorai guardando Bruce "È ora di chiamare la squadra. Facciamolo"
Presto, il resto della squadra si riunì in laboratorio. Fissai il Guanto in silenzio, chiedendomi la stessa cosa che probabilmente si stavano chiedendo tutti gli altri; chi l'avrebbe fatto?
"Va bene, il Guanto è pronto. La domanda è: chi schioccherà le dannate dita?" pose finalmente la domanda, Rocket. "Lo farò io." disse Thor, avanzando con sicurezza verso il guanto. "Scusami?" Aggrottai le sopracciglia. Mi tolse via dalla sua strada, continuando verso il guanto, "Va tutto bene" Immediatamente, tutti si precipitarono in avanti per fermarlo, le nostre voci si sovrapponevano a vicenda mentre ci parlavamo. "Aspetta, aspetta. Thor, aspetta e basta!" Steve finalmente lo fermò, "Non abbiamo ancora deciso chi lo metterà."
"Oh, mi dispiace. Cosa? Ce ne stiamo seduti ad aspettare?" Chiese l'Asgardiano. "Dovremmo almeno discuterne." Disse Scott. "Ascolta, restare seduti qui a fissarlo non riporterà indietro nessuno" Thor cercò di ragionare "Sono l'Avenger più forte, okay? Perciò la responsabilità ricade su di me" lasciai uscire un sospiro, una parte di me capiva le sue ragioni. Parlava dell'essere degno e su come fosse l'Avenger più forte, ma sapevo che il reale motivo per cui voleva essere lui a schioccare le dita non riguardava nulla di tutto questo. Era a causa del senso di colpa, pensava di essere responsabile delle nostre perdite e, francamente, lo sentivo anch'io.
"È un mio dovere. Io-è-" balbettò Thor. Mi feci avanti per cercare di dissuaderlo "Guarda, non è quello-" Iniziai a parlare ma lui mi interruppe. "Smettila!" urlò, gli occhi gli si riempiono di lacrime mentre mi guardava "Lasciami fare, solo... lasciami fare qualcosa di buono" il mio cuore soffrì alla sua vista in quello stato, ma lasciarlo fare avrebbe potuto costargli la vita.
"Ascolta, non è solo il fatto che quel guanto potrebbe canalizzare abbastanza energia per illuminare un continente." Provai a spiegare "Ti sto dicendo che non sei nelle condizioni". Mi prese le mani implorando "Cosa pensi che mi stia scorrendo nelle vene in questo momento?" Chiese Thor. "Formaggio fuso?" Rhodey rispose guadagnandosi una mia occhiataccia. "Fulmini." Il Dio lo corresse, sperando che fosse stato sufficiente per convincerci.
"Sì, fulmini" Ripetei, dandogli una pacca sulla spalla. In questo momento, invece, pensavo più all'alcol.
Mi trattenni dal fare battute, decidendo per una volta nella mia vita che non fosse il momento. "I fulmini non ti aiuteranno, amico." Bruce parlò dal nulla, "Devo essere io" Thor finalmente mi lasciò andare, con aria sconfitta, "Avete visto cosa hanno fatto quelle Gemme a Thanos. Lo hanno quasi ucciso." Continuò "Nessuno di voi potrebbe sopravvivere". Steve ed io ci scambiammo uno sguardo scettico, "che ne sappiamo che tu puoi?" Parlò il Cap. "Non lo sappiamo." rispose, le sue parole mi capovolsero lo stomaco, "Ma le radiazioni sono principalmente gamma." Il bel Fusto guardò il guanto pensieroso,
"È io... sono stato fatto per questo". Steve emise un sospiro pesante, "Allora immagino sia deciso." disse. Dall'espressione del suo viso, era una decisione che avrebbe preferito non prendere, ma doveva essere così. Bruce prese il guanto tra le mani, che sembrava troppo piccolo per lui.
"Pronto?" chiesi. Bruce mi guardò, il suo viso un po' pallido. Non aveva paura di perdere la vita, ma che non funzionasse. "Facciamolo." rispose, la sua paura si trasformò in determinazione. "Va bene, ricorda. Tutti quelli che Thanos ha eliminato cinque anni fa, tu li riporterai indietro, adesso. Non cambiare nulla degli ultimi cinque anni." continuai. Bruce annuì, "Capito". La squadra lo circondò in attesa di vedere cosa sarebbe successo.
Tutti indossarono le loro armature per proteggersi da ciò che stava per accadere e io anche, proiettando uno scudo davanti a Clint e me. "Friday, fammi un favore e attiva il protocollo cerniera" richiesi. "Si, capo".
Le porte di metallo iniziano ad attivarsi, bloccando completamente tutte le entrate e le uscite mentre i nostri occhi erano concentrati sul guanto che si stava adattando alla grande mano di Bruce.
"Tutti tornano a casa" Mormorò. Cadde in ginocchio, grugnendo di dolore non appena il guanto fu completamente infilato. Le luci iridescenti che fuoriuscivano attraverso il braccio di Bruce illuminarono la stanza mentre lui continuava a lottare contro l'energia delle gemme.
"Toglilo! Toglilo!" Thor urlò sinceramente preoccupato. "No aspetta!" si fermò Steve, "Bruce, stai bene?"
"Parla con me, Banner!" Lo chiamai, preoccupato che il potere delle pietre potesse ucciderlo. "Sto bene, sto bene." Alla fine rispose "ce la faccio". Cacciò un grido di dolore, ma riuscì a unire le dita e alla fine schioccarle. Anche da dietro la mia armatura, si sentii l'ondata di energia travolgerci e Banner cadere a terra, debole e completamente svuotato.
Il guanto gli scivolò via dal braccio, e Clint gli diede un calcio per spostarlo.
La squadra si precipitò in avanti per aiutarlo. "Bruce!" urlò Steve preoccupato, inginocchiandosi accanto a lui. "Non muovetelo!" avvertii, prima di congelargli il braccio per lenire l'ustione. Sembrava stordito, ma riprese presto conoscenza.
Si aggrappò al braccio di Steve, "Ha funzionato?" Chiese, respirando affannosamente dal dolore. "Non ne siamo sicuri." rispose Thor, guardandolo con occhi preoccupati "È finita, va tutto bene." Le porte di metallo iniziano a riaprirsi e la luce del sole si riversò nella stanza.
Presto una musichetta spezzò il silenzio. "Cos'è?" Chiesi, guardandomi freneticamente intorno, solo per rendermi conto che era solo il telefono di Clint.
Si avvicinò al dispositivo, e i suoi occhi si illuminarono di pura gioia e sollievo.
Capii immediatamente che ce l'avevamo fatta. "Tesoro?" Clint rispose al telefono, i suoi occhi luccicavano di lacrime. Alzai lo sguardo su Steve e Thor, poi su Bruce. Le mie labbra si allargarono in un ampio sorriso. "Ce l'abbiamo fatta." ridacchiai "Ce l'abbiamo fatta-"
All'improvviso, venimmo tutti scaraventati in direzioni diverse mentre la stanza esplose, facendo crollare il pavimento sotto i nostri piedi e risucchiandoci nel sottosuolo.
STAI LEGGENDO
Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1] TRADUZIONE
FanfictionSolo in pochi sanno dell'esistenza della sorella di Natasha. Che proprio come lei, era un'agente dello SHIELD. Sfortunatamente Camille Romanoff è deceduta 5 anni fa, o così si dice in giro. Ma quando Fury viene a bussare alla sua porta, in cerca di...