10 [02]

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"Io sono con Natasha e Clint." annunciò Steve mettendosi lo scudo sulla schiena. "Va bene, io e Cam andiamo a Oslo, come previsto." Rispose Tony. "Andremo in ricognizione, raggiungeremo il NEXUS e ritorneremo da voi il prima possibile."

Indossai la mia tuta intera in materiale tecnico, mettendo in spalla la faretra e mi chinai infilando le lame nell'imbracatura legata alla coscia, pronta per la battaglia che ci sarebbe stata dopo Oslo. "Se Ultron sta davvero costruendo un corpo ..." Steve si interruppe. "Sarà il più potente di tutti noi. Forse più di tutti noi messi insieme." Tony continuò al posto suo "Un androide progettato da un robot". 

"Mi mancano davvero i giorni in cui la cosa più strana che la scienza avesse mai creato fossi io." Steve affermò. "Non mi preoccuperei, Cap. Secondo me sei ancora in cima a quella lista." Lo stuzzicai, sperando di poter spezzare l'imbarazzo che incombeva su noi due. Le sue labbra si aprirono in un sorriso. 

Sembrò che volesse dire qualcosa, ma rimase in silenzio. "Lascio Banner alla torre." si unì Fury alla conversazione. "Ti dispiace se prendo in prestito la signorina Hill?" 

"È tutta tua, a quanto pare." borbottò Tony, non mandando giù il fatto che Maria avesse chiamato prima Fury, "Cosa hai intenzione di fare?" 

"Non lo so." alzò le spalle Fury "Spero qualcosa di drammatico" Detto questo, uscì dalla porta e Tony riportò la sua attenzione su Steve che aveva ancora lo sguardo perso, come se avesse qualcosa in mente. Gli occhi di Tony guizzarono su Steve e poi su di me, infine di nuovo su Steve. Qualcosa si accese nel suo cervello. "Ti aspetto fuori." disse, prima di seguire Fury. "Non impiegarci troppo tempo!" Urlò di rimando. 

"Io-um..." Steve prese un respiro profondo una volta soli, "Stai attenta là fuori." disse "È solo la NEXUS dubito che che mi farò del male. Tu invece, cerca di non morire." Scherzai. Ridacchiò ma la sua espressione ritornò presto seria. 

"È tutto ok...tra di noi, vero?" Chiese, e le sue sopracciglia si unirono. "Siamo ancora amici se è quello che vuoi sapere." Risi "Non ci si sbarazza di me così facilmente" Sorrise lievemente, ma presto tornò serio. "Mi dispiace." Si scusò "so che è ingiusto" 

"Sono tempi confusi, Steve." Alzò le spalle: "È come dico sempre, la vita non è mai giusta. A me va bene." Alla fine riuscii a farlo sorridere. "Dovresti andare" indicò con un gesto Tony. "Prima che diventi troppo irritabile" Annuii in risposta, "Ci vediamo, Cap." 

"Avete già risolto il vostro battibecco prematrimoniale?" commentò Tony non appena uscii dalla porta. "Ah ah. Molto divertente, Tony." Alzai gli occhi al cielo, "Non stiamo insieme."

"E quindi?" strillò, "Solo un battibecco, allora?" Lo fulminai, "Sai che ad Oslo ci stiamo arrivando tramite un portale? Vuoi rimanere bloccato in un limbo?"

"Uh-huh!" Gridò, puntandomi un dito contro,

"Quindi si può davvero rimanere bloccato nel limbo!" Ridacchiai evocando un portale "muovi il culo Tony" mi ascoltò entrandoci, e io lo seguii a ruota. Arriviamo al NEXUS in un batter d'occhio, un collega di Kyle ci stava aspettando. "Dov'è il tuo amico?" chiese Tony quando il ragazzo ci fece strada verso il centro di controllo.

"Ha detto che era occupato a fare qualcosa. Non riusciva a venire" Alzai le spalle. Giurai di averlo visto fare il broncio, ma quando lo riguardai era già svanito. "Peccato" Sospirò, "Volevo vedere il contendente di Cap" Lo guardai male, ma lui mi ignorò e si catapultò al lavoro non appena arrivammo al centro di controllo.

"Un hacker che è più veloce di Ultron?" Borbottò Tony, a nessuno in particolare, mentre lavorava, "E dato che questo è il centro di tutto, sono solo un ragazzo che cerca un ago nel pagliaio più grande del mondo."

"Come pensi di trovarlo?" chiese l'amico di Kyle che scoppiava dalla curiosità, "Abbastanza semplice" rispose Tony "basta che ti porti una calamita" Digitò, mormorando sottovoce. "voglio decifrare i codici, perché fai resistenza?" Iniziò a canticchiare "Stammi dietro!" Provai a fare del mio meglio, ma non riuscii proprio a concentrarmi.

I ricordi del ragazzo Maximoff erano impressi nella mia mente, e non avevano intenzione di lasciarmi stare. Il suo nome era inciso nel mio cervello, in grassetto e a grandi lettere.

"Cos'è che ti gironzola in testa, Tinky Winky?" Mi chiese. Aggrottai le sopracciglia sentendo il nomignolo che mi aveva attribuito. "Almeno ce l'avevate la televisione in Russia?" Affermò "È uno dei Teletubbies. È quello viola, come te- "Alzai una mano per fermarlo prima che potesse andare avanti "ma che- so cos'è, e non chiamarmi così" Lui alzò gli occhi al cielo, prima di continuare a lavorare.

"Cosa sai del bombardamento a Sokovia?" Dissi improvvisamente, facendo fermare Tony. "Non so nulla, perché?" disse guardandomi; feci un respiro profondo, decidendo che sarebbe stato meglio dirglielo. "Quando ho preso i poteri del ragazzo Maximoff, ho visto i suoi ricordi" Iniziai "Quella bomba che ha abbattuto casa loro, e ucciso i loro genitori... beh, era una delle tue Tony" Deglutii, aspettando con ansia una sua risposta. "Cosa stai cercando di dirmi, Camille?" Chiese "Che in qualche modo è colpa mia?"

"No, non ti sto incolpando, Tony" dissi "Non sapevi a cosa servivano quando li hai venduti. Te lo sto dicendo perché meriti di sapere la verità" "Hanno ferito la nostra squadra" disse semplicemente. "Lo so" sospirai, "Il loro senso di vendetta potrebbe non essere uno dei più ragionevoli, ma qualcosa mi dice che non siano poi così male. Il loro giudizio è solo un po 'offuscato' in questo momento. Tutti meritano una seconda possibilità, Tony"

"Sì?" Mi guardò fisso negli occhi "Come fai ad esserne così sicura? Il mondo è pieno di mostri, Camille" Colsi il guizzo di dolore dietro i suoi occhi quando le parole uscirono dalla sua bocca e capii immediatamente che non stava più parlando dei Maximoff. "Lo so. Ma è anche pieno di un sacco di brave persone" Risposi "A chi altri ne hai parlato?" Distolse lo sguardo, con la testa bassa e si chinò sul tavolo sospirando. "Nessuno" scossi la testa. "Perché?"

"Perché non l'hai semplicemente detto alla squadra" alzai le spalle, "Non è compito mio dirglielo." Rimanemmo zitti entrambi.

I suoi occhi si riempirono di auto-colpevolezza. "I tuoi sbagli non ti definiscono" parlai, "Anche le brave persone commettono errori, Tony. Sono proprio questi errori che ti rendono umano" I suoi occhi si ammorbidirono, quasi come se vedesse le cose da una prospettiva completamente diversa.

"Grazie" mormorò, le parole più sincere che mi avesse mai detto in 3 anni che lo conoscevo. Sorrisi, pensando a quanto la nostra amicizia si era evoluta dal nostro primo incontro. "Artemide" La voce di Clint risuonò attraverso il mio auricolare, spezzando il silenzio. "Abbiamo bisogno di rinforzi. Ultron è qui"

"Vai. Me ne occuperò io" disse Tony. Annuii ringraziandolo, e premetti il pulsante sul mio auricolare "ricevuto".

Artemide : il settimo Avenger; Steve Rogers [1]  TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora