Il regalo

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Oggi è la Vigilia di Natale, per un po' sarò lontana dalla scuola e da tutto ciò che essa comporta. Sono seduta alla mia scrivania, il gomito poggiato su di essa, il mento sulla mano e lo sguardo rivolto verso la finestra mentre guardo la neve che cade lenta e leggiadra. È da molto tempo che non nevicava, chissà se il posto si riempirà di un bianco candido o con i primi raggi del sole tutto si scioglierà. Spero nella prima opzione, mi piacerebbe fare una passeggiata fra la neve. Rabbrividisco leggermente e mi alzo dalla sedia, il rumore che emette lo strusciare dei suoi piedi sul pavimento mi fa stringere leggermente gli occhi. Mi avvicino alla stufetta elettrica presente nella camera, infilo la spina nella presa e la accendo con il suo telecomando. Subito sento quel calore avvicinarsi a me.

Ritorno verso la scrivania, guardo il libro ancora aperto poggiato su di essa. Un altro classico finito, un'altra storia terminata e un altro amore che trova la sua gioia. Lo prendo fra le mani, sorrido leggermente e lo richiudo, lo porto verso la mia libreria personale e lo infilo nella fessura dalla quale l'ho preso. Passo un dito su tutti i miei libri soddisfatta delle mille vite che ho vissuto attraverso le avventure dei protagonisti. Dai fantasy alle storie d'amore, dai gialli agli horror... non ho mai avuto un genere fisso, viaggio in mille mondi e in mille epoche diverse con la mia mente immedesimandomi nei panni dei vari protagonisti.

Vado verso lo specchio, sono ancora in pigiama e il mio volto non è dei più belli. I miei occhi marroni sono contornati da occhiaie presenti a causa del poco sonno, le noterebbe anche un cieco. Allungo le braccia e mi stiracchio per poi passare una mano nei miei capelli ricci e rossi che, ogni mattina, trovo in modo diverso. Non so mai come saranno: perfetti da far invidia o un cespuglio intricato del bosco più fitto? Be', almeno oggi sembrano quasi accettabili. Apro l'armadio, prendo un pantalone e una maglia, tolgo il pigiama e mi vesto. Vado verso il bagno e sciacquo il mio viso e i miei denti.

"Zelja, scendi, è arrivato un pacco per te!" Sento mia madre gridare dal piano di sotto, non so con quale voglia si alzi la mattina in modo così energico e attivo.

"Arrivo!"

Urlo a mia volta, cerco di sistemare i miei capelli come meglio posso mentre penso al pacco che mi è appena arrivato. Non ho ordinato nulla ultimamente, cosa potrebbe mai essere? Regali di parenti di cui nemmeno ricordo il nome? Non credo, di solito si limitano a fare gli auguri. Scendo le scale di fretta, gli ultimi scalini li salto e mi dirigo direttamente in salotto. Mamma è alle prese con la colazione, papà non è presente quindi sarà gia uscito per lavoro. Al tavolo c'è seduta solo mia cugina Elisabeth.

"Buongiorno!" Sorrido.

Mia madre mi guarda con la coda dell'occhio senza togliere l'attenzione da ciò che stava facendo ai fornelli. "Era ora, non potresti essere più puntuale come tua cugina? E cosa sono quelle occhiaie? Non mi dire che hai passato un'altra notte in bianco."

"Dai zia Kery, non rimproverarla." Ridacchia divertita Elisabeth guardando il mio viso esasperato dalle lamentele di mia madre. "Si sarà sicuramente persa in uno dei suoi mondi."

"Dovrebbe vivere più nella realtà la nostra signorina, non riposare non fa affatto bene alla sua salute."

Decido di andare dietro di lei, la abbraccio e le lascio un bacio sulla guancia. "Suvvia mamma, se fossi nata all'epoca dell'ultimo romanzo che ho letto, la mia pelle bianca e le mie leggere occhiaie sarebbero state figure di vera bellezza."

Lei alza gli occhi al cielo. "Siediti che è pronta la colazione."

Faccio come mi dice, guardo mia cugina e entrambe ridacchiamo divertite. La mamma ci mette davanti delle frittelle cosparse di crema al cioccolato. Sia i miei occhi che quelli di Elisabeth si illuminano, iniziamo a mangiare con una certa voglia. Solo in quel momento mi ritorna in mente il pacco che mi era arrivato. Butto giù un boccone troppo grosso battendomi la mano sul petto, guardo mia madre.

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora