L'inaugurazione

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Sento il letto traballare qualcuno sta salendo sul mio letto e si sta avvicinando. Due mani si poggiano sulle mie gambe e iniziano a scuotermi. Io mugolo infastidita e assonnata, questo brutto vizio lo ha una sola persona che io conosco fin troppo bene. Continua a scuotermi fin quando io non mi stufo, tiro via il cuscino da sotto la mia testa e glielo lancio contro, non sento più movimento fin quando quello stesso cuscino non mi torna indietro dritto in faccia.

"Elisabeth!!!" Urlo sedendomi e prendendo il cuscino fra le mani, la colpisco.

"Zelja!" Sbotta lei e prende l'altro cuscino colpendomi a sua volta. La rabbia dovuta al sonno diventa ben presto divertimento e risate che si interrompono solo quando qualcuno apre la porta.

"S-Signorine... vi stavo cercando, la signora è già pronta e vi aspetta..."

"O Dio! Siamo in ritardo!" Elisabeth salta subito giù dal letto, mentre Kira esce dalla stanza. "È tutta colpa tua, Zelja!"

"Magari se mi avessi chiamata in un modo più gentile." Dico mentre mi guardo intorno, sono ancora lì. Poi mi soffermo su di lei, ha i capelli arruffati. Inizio a ridere.

"Non dovevi prendermi a cusc-" Si volta. "Che hai da ridere?"

"I tuoi capelli." Rido ancora.

Lei si guarda allo specchio. "Be' non sono messi peggio dei tuoi."

A quelle parole mi alzo subito, i miei capelli già arruffati di loro sono ancora più gonfi. "No! Ci metterò un'eternità a sistemarli!"

"Il piacere di avere i capelli lisci." Mi sorride beffarda lei. "Però potrei darti una mano a domarli se tu..."

"Se io?"

"Mi aiuti a decidere che cosa indossare per andare al porto."

"Il vestito più bello che hai nell'armadio?" Ripeto le parole di mia madre.

"Non so scegliere!" Piagnucola facendomi gli occhi dolci.

Io scuoto la testa divertita. "Va bene, va bene, ti aiuterò."

Io ho già in mente che vestito indossare, l'ho visto ieri quando Elisabeth ha aperto il mio armadio. È un abito completamente rosa confetto, molto semplice e pomposo. Me ne sono innamorata non appena lo vidi. Quindi la prima a vestirsi sono io, dopodiché mi dirigo nella sua camera ancora con i capelli sfatti. La aiuto a scegliere un abito, le consiglio qualcosa che risalti il colore verde dei suoi occhi. Tra i tanti abiti, quello che noto subito è uno simile al mio ma di color porpora. A questo punto la aiuto a vestirsi. Ne approfitto per ammirare anche la sua camera che è quasi identica alla mia se non per delle variazioni di colori sugli arredamenti e mura.

Quando finisce di vestirsi mi fa sedere alla sua specchiera e fa quello che mi aveva promesso, mi aiuta a domare la mia chioma rialzandola in uno chignon molto largo e doppio, come se avessi un grande cerchio di capelli sulla mia testa. Due ciocche libere mi contornano i lineamenti del viso. Elisabeth prende un nastro contornato da piccolissimi fiori dello stesso colore dell'abito e lo attacca intorno a quello chignon. Ne approfitta per farmi anche un leggerissimo trucco e mi consiglia di non mettere gioielli troppo sfarzosi alla vista di quelli che potrebbero essere marinai, navigatori, scaricatori di porto, servi e schiavi di altre famiglia.

Quando siamo pronte entrambe scendiamo di sotto. Mia madre ci guarda, il suo sguardo acconsente al nostro vestiario ma va così di fretta che non ci dice nemmeno una parola. Ci passa i nostri ombrellini per ripararci dal sole e insieme usciamo di casa. Fuori casa nostra è presente una carrozza, un uomo di mezz'età ci porge la mano e ci aiuta a salire all'interno di essa. È fantastica e l'interno è tappezzato di un tessuto davvero morbido e di un certo livello. Quando i cavalli partono c'è un piccolo sobbalzo da parte di tutte e tre, ridacchiamo leggermente e ci godiamo il piccolo viaggio.

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora