Star meglio

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Il ritorno a casa è stato il più tranquillo che ho mai avuto da quando ho iniziato ad uscire di notte. La pancia piena grazie alle polpette offertemi da Terence e un gran sorriso sul volto dopo la bella serata passata in sua compagnia e in compagnia di quel piccolo cucciolo Thatch. Sono tornata a casa anche prima rispetto alle altre volte, sono appena le quattro e mezza del mattino. Nessun rumore per la casa né alcun passo. Faccio tutto silenziosamente ma, appena arrivo al piano superiore, il mio sorriso si spegne. I miei occhi si poggiano sulla porta della stanza dei miei genitori. È ancora chiusa, proprio come l'avevo lasciata prima di andarmene.

Mi avvicino ad essa e la apro cautamente cercando di fare il meno rumore possibile. La stanza è illuminata dalla leggera luce di una candela posta sul comodino, mia madre deve averla accesa per non tenere accese le luci e disturbare il sonno di mio padre. Il vassoio della cena è posto sul mobile di fronte al letto... è intoccato. Nulla è stato preso o spostato. Mia madre non ha mangiato, è troppo preoccupata per mio padre per riempire il suo stomaco. Mi avvicino leggermente per guardare meglio. Mio padre dorme disteso con il viso rivolto verso il soffitto, il movimento del suo addome è lento, sta respirando davvero piano.

Mia madre ha la mano in quella di mio padre e la testa poggiata sul letto, si è addormentata così. Stasera avrebbe dovuto dormire nella stanza degli ospiti ma qualcosa mi dice che non è riuscita a lasciare la sua camera dove dorme ormai da quando ha sposato mio padre. Mi avvicino ancora di più, non posso lasciarla dormire in questo modo, le verrà un forte mal di schiena. Mi blocco prima che la mia mano si poggi su di lei, porto gli occhi su me stessa. Non posso farmi vedere conciata così, stavo quasi per dimenticarlo. Esco dalla camera per dirigermi alla mia, mi cambio indossando la mia veste da notte, porto uno scialle sulle mie spalle e mi dirigo di nuovo alla camera dei miei. Mi avvicino a mia madre, le scosto i capelli dal viso e lentamente la chiamo.

"Madre, madre svegliatevi." le sussurro dolcemente.

Lei apre lentamente gli occhi, si guarda intorno e stringe la mano di suo marito prima di rendersi conto di me "Zelja? Che ci fai in piedi a quest'ora?"

"Avevo urgenza del bagno. Passando sono venuta a controllare che mio padre stesse bene e vi ho trovata ancora qui." mi metto dritta "Non potete restare a dormire in questo modo, vi farete venire un gran mal di schiena."

Distoglie gli occhi da me, li poggia sul suo grande amore "Preferisco soffrire a causa della mia schiena che per altro."

"Madre, non penate. Il dottore ha detto che è stabile e gli ha dato delle gocce da prendere. Si riprenderà." poggio una mano sulla sua spalla "Ma voi dovete dormire in un letto comodo, avete bisogno di riposo e che il vostro corpo sia forte. Per un po' di giorni dovrete prendere le veci di mio padre insieme allo zio Julius, non potete farvi vedere stanca o affranta."

Scuote il capo "Sarebbe la prima volta che non mi interesserebbe delle malelingue."

"E fareste benissimo, madre. Nessuno è degno di parlare di qualcosa di cui non è a conoscenza, ma voi dovete mantenervi in forze per lui e non per gli altri." le porgo la mano "Forza, alzatevi, mio padre vorrebbe vedervi sempre bella e sorridente."

Lei prende la mia mano ma non si alza da dove è seduta "Ho timore di lasciarlo solo. In quarant'anni non ci siamo mai lasciati."

"E non vi lascerete, state solo andando a riposare." la guardo "Se vi può tranquillizzare, resterò io a vegliare su mio padre fino all'alba e vi chiamerò qualunque cosa succeda."

Si volta verso di me "Ma Zelja, devi riposare."

Le accenno un sorriso "Ho dormito fino ad ora, un paio d'ore di sonno perse non mi faranno male." le mento, ma preferisco restare io che vedere lei in questo stato.

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora