È già sera, mia madre mi ha ordinato di andare a dormire e che avrebbe badato lei a mio padre. Sono ore, però, che non riesco a prendere sonno. Tra un pensiero e l'altro non riesco a chiudere occhio e non credo ci riuscirò. Fossi stata a casa mia avrei accesso la piccola TV posta di fronte ai letti miei e di Eli, in quel modo, le voci presenti in essa mi avrebbero in qualche modo distratta dai miei pensieri e il sonno sarebbe stato più forte di loro. Ma qui no, qui sono solo io in un enorme stanza che fa solo da eco ai miei pensieri. Mi siedo al centro del letto, porto il cuscino sulle mie gambe e lo stringo a me. Devo riprendermi, non posso continuare così, finirò per sentirmi male e non è che qui abbiano chissà quali meravigliose cure.
Non voglio morire in un posto che non mi appartiene... forse è anche per questo che non riesco più ad andare a Via dell'Alba, prima credevo di non avere nulla da perdere. Ora si. Ora so che tutto questo è reale e che quindi... se morissi, sarebbe per sempre. Un brivido percorre la mia schiena, affondo la faccia nel cuscino che stavo stringendo al mio petto. Chiudo gli occhi e sospiro profondamente. Ma non posso nemmeno restare qui, rinchiusa fra quattro mura. Vedo una leggera luce entrare nella mia camera, alzo leggermente lo sguardo dal cuscino notando la porta della stanza aperta e qualcuno entrare.
"Era come pensavo, sei ancora sveglia." dice Elisabeth mentre si avvicina al mio letto, appoggia la candela sul comodino e mi guarda "Posso?" io non le rispondo nemmeno, mi faccio semplicemente più in là facendole spazio sul letto "Suvvia, Zelja, sono quattro giorni che eviti di parlare con chiunque. Solo tuo padre e Barnabus riescono a tirarti fuori qualche parola che non dura nemmeno a lungo."
"Non mi va di parlare, Eli."
Lei sospira "Posso capirlo ma non puoi abbatterti così, vedrai che tuo padre si rimetterà. Se ti chiudi già ora in te stessa, cosa farai se tutto dovesse andare per il peggio?"
Mi volto verso di lei "Non andrà per il peggio! Mio padre è forte, sta solo avendo una ricaduta ma si riprenderà."
Mi sorride "Ecco, è con questo ottimismo che devi andare avanti. Evitare di parlare con me a cosa ti porta?"
"A nulla." sussurro "È che... mi sento sola. Circondata da tutti voi ma... sola." tengo a loro, sono la mia famiglia con abiti e caratteri diversi ma non è la stessa cosa. A me mancano loro, io voglio... la mia vera famiglia.
Elisabeth si avvicina e mi attira a sé, mi stringe fra le sue braccia mentre io ancora tengo stretto il cuscino. Mi accarezza la spalla "Anche io mi sentivo così quando scoprii che mia madre era malata. Non volevo parlare con nessuno, non volevo nemmeno più giocare ed ero solo una bambina." dice con voce bassa e dolce "Io però ero a conoscenza del fatto che lei sarebbe morta. Nessun medico le aveva dato alcuna speranza ed io lo sapevo, lo avevo sentito, anche se mio padre si ostinava a dirmi il contrario. Ma, anche se non volevo nessuno, ho sempre avuto te al mio fianco ed anche Kira. Passavate le vostre giornate con me anche se io non avevo alcuna voglia di parlarvi o di giocare. Tu poi, testarda come sei, venivi anche a trovarmi di notte. Passavamo le notti in silenzio, oppure fingevi di leggermi una storia. E dico fingevi, perché ancora non sapevamo leggere." ridacchia leggermente.
Inizio a sentire gli occhi pieni di lacrime, le faccio uscire. Lascio il cuscino e mi volto verso di lei abbracciandola forte a me "Scusami, Eli." dico con la voce rotta dal pianto.
"Non devi scusarti, sciocchina." mi stringe "Fa bene piangere, sfogati. Basta che non mi riempi la veste di moccio." mi prende in giro.
Quella frase mi fa ridere, mi stacco da lei con un leggero sorriso "Mi passi un fazzoletto?"
Lei annuisce, mi prende un fazzoletto dal comodino e me lo passa "Se ti vedesse il tuo Barnabus adesso non so cosa potrebbe pensare."
Io alzo gli occhi al cielo mentre asciugo i miei occhi e soffio il naso "Prima di tutto non è il 'mio' Barnabus e seconda cosa, non mi interessa." le faccio la linguaccia.
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Vivere in un sogno
Romance"A volte bisogna stare attenti a ciò che si desidera." ~ Zelja Moose è una ragazza di appena vent'anni con un innata passione per la lettura. Qualsiasi genere le venga proposto lei lo accetta volentieri, legge libri tutti i giorni per intere giornat...