In Biblioteca

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Riesco a ritornare a casa giusto in tempo, spero di non aver fatto stancare troppo questa povera bestia. Riporto il cavallo nella sua stalla versandogli dell'acqua e altro fieno, se lo merita. Io torno davanti casa, devo tornare in camera prima che mio padre e mio zio si alzino per andare a sbrigare le loro faccende. Vedo i primi raggi del sole spuntare all'orizzonte. Prendo subito le chiavi da dentro la pianta dove le avevo poggiate, apro la porta e la richiudo rimettendo le chiavi al proprio posto. Sfilo via le mie scarpette e, in punta di piedi, ripercorro le scale con più velocità di quella notte. Arrivo alla mia stanza, apro la porta e me la richiudo alle spalle. Prendo un profondo respiro sentendomi al sicuro, ma devo ancora spogliarmi. Tolgo il foulard, poi il vestito ed in fine la camicia. Butto tutti i vestiti sotto il letto e tolgo la vestaglia dal cuscino. La indosso il più velocemente possibile e mi infilo sotto le coperte nel momento esatto in cui l'orologio del salotto fa scoccare le sei del mattino.

Che esperienza stressante, peccato che dovrò rifarla, perché quella di stasera non ha per niente soddisfatto la mia curiosità. Tutta colpa di quel tipo! Avrei avuto più informazioni dal locandiere probabilmente. Be' prima di versare un'intera birra al suolo... ah! Lasciamo perdere! Ci penserò stasera, ora ho un estremo bisogno di dormire. Non so cosa mi attenderà questa mattina ma vorrei riposare almeno un po' prima che qualcuno venga a destarmi dal mio sonno. Chiudo gli occhi e prima che io possa anche solo cambiare posizione, cado in un sonno profondo.

"Zelja! Oh, suvvia, Zelja! È la quarta volta che vengo a chiamarti!"

"Ancora cinque minuti, dai." Dico con la voce ancora assonnata.

"Zelja quali cinque minuti? Sono le otto e mezza, alzati immediatamente prima che la zia Kery venga qui e ti butti giù dal letto."

Sbadiglio sonoramente. "Certo che quando ti ci metti sei peggio di mia madre, Elisabeth." Apro gli occhi e la guardo mentre mi stiracchio.

"E tu sei una pigrona. Sei andata a dormire prima di tutti noi e a quest'ora sei ancora a poltrire." Si allontana dal letto. Se solo sapesse. "Mi sono occupata di prepararti i vestiti per oggi, ti aiuterò a darti una sistemata. In queste condizioni spaventeresti persino il tuo corteggiatore."

Mi siedo al centro del letto. "Il mio chi?" Chiedo mentre mi passo le mani sugli occhi.

"Dai, non fare la finta tonta. Parlo di Barnabus." Sorride. "Com'è andata l'uscita di ieri? Sei scappata senza raccontarmi nulla, non mi starai mica nascondendo qualcosa?"

"Ehi, ehi, calma. Eli, frena il tuo cervello dalle strane fantasie che sta creando." Rido leggermente. "Cosa avrei mai potuto fare con Ignes praticamente incollata alle mie vesti?"

"Non si è allontanata nemmeno un po'?" Fa una faccia curiosa.

"No. Ti pare che una delle domestiche trasgredisca alle regole di mia madre? Probabilmente quello che io sto dicendo a te, Ignes lo ha già detto alla mamma." Alzo le spalle.

"Era così vicina da poter anche sentire ciò che vi dicevate?"

Ci penso "Non credo fino a quel punto." Mi alzo e inizio a vestirmi "Ma suvvia, cugina, davvero non sei mai andata a passeggiare con un uomo?"

Lei scuote la testa "Papà è molto... severo al riguardo e io non ho mai trovato qualcuno per il quale valesse la pena pregare mio padre."

"Se vuoi ti cedo Barnabus." Rido.

Lei mi stringe il corsetto "Ma che dici?!"

"Non stringere troppo forte!" Dico e lei lo allenta, riprendo fiato "Stavo solo scherzando, dai."

"Anche se fossi stata seria non sarebbe stato possibile. Barnabus mi ha letteralmente ignorata per tutta la durata delle chiacchiere in salotto, si rivolgeva alla zia mentre guardava te. Ormai immaginavo che avrebbe chiesto alla zia di portarti in giro, sarebbe stato strano se non lo avesse fatto." Mi aiuta a mettere la crinolina, stavo molto meglio questa notte senza "Allora, che tipo è?"

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora