Polpette di cinghiale

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L'allenamento è durato davvero troppo tempo, credo di aver lottato con Terence per quasi tre ore. Lui ha un leggero fiatone, io sono del tutto stremata. Credo sia anche inutile dire come siano stati gli esiti degli scontri... ho fatto davvero schifo. Non ci è stata nemmeno una volta in cui io sia riuscita a mandare a segno un colpo. Venivo sempre schivata e colpita o schivata e lanciata via. Una sola volta mi sono avvicinata così tanto da fargli smuovere un po' i capelli, un colpo di fortuna molto probabilmente. Thatch è rimasto lì a fissarci per tutto il tempo, quel cucciolo si diverte a guardarci. In questo momento sono piegata e tengo i palmi della mani sulle mie ginocchia, il pugnale l'ho lasciato a terra ai miei piedi. Sto riprendendo fiato. Terence continua a far volteggiare quel pugnale di legno da una mano all'altra, mi sorride.

"La grinta non ti manca, devo concedertelo."

Prendo un profondo respiro "Ma ho fatto comunque schifo."

Lui alza le spalle "Oh, su quello non c'è dubbio. Ma è stato anche il tuo primo è quasi vero scontro, sei durata molto di più di quanto mi aspettassi." mi si avvicina "A volte non sembri nemmeno una signorinella vissuta nel lusso dalla nascita. Loro hanno paura di spezzarsi le unghie anche una volta giunte qui. A te, invece, non frega nulla delle tue unghie né di altro." mi porge la mano.

Io afferro la sua mano mentre con l'altra raccolgo il mio pugnale da terra, mi rimetto dritta "Nella tua voce sento una nota di confusione."

"Perché è così. Non riesco a leggerti... il che è strano."

"A leggermi? In che senso?"

Mi guarda attentamente "Ogni persona può essere letta, un po' come un libro. Ogni persona racconta una storia che solo lei conosce ma che può essere leggermente intravista da chi sa osservare bene." porta una mano sotto al suo mento "Ho sempre avuto una particolare dote nel capire subito le persone o le situazioni. È anche per questo che sulla nave sono di vedetta ma... con te non ci riesco."

Ridacchio "Stai solo cercando cose che non ci sono, tutto qui."

"Io non credo. Una signorinella caduta in rovina che di signorinella non ha nulla o, almeno, non tutto. Certo, la postura, la buona educazione, la sbadataggine e l'ingenuità. Ma ti manca quel qualcosa che hanno tutte le signorinella di buona famiglia."

"Del tipo?" domando curiosa di sapere cosa ne pensa.

"L'altezzosità, il voler sembrare migliori anche se non lo si è, la cura di sé, il timore di un capello fuori posto, un'unghia che si rompe, il timore delle vesti sporche, le parole sempre ben misurate e... potrei andare avanti per ore. In breve, sembri quasi non appartenere a tutto ciò."

Mi piacerebbe dirti che hai letto perfettamente anche me ma... non posso "Sono sempre stata una un po' fuori dagli schemi. Parecchi mi dicono che sono ribelle come i miei capelli." la butto sul ridere.

Porta la sua mano dietro il mio capo e scioglie il fiocco che avevo fatto per tenere su la mia chioma "A me piacciono i tuoi capelli."

Arrossisco "Be'... g-grazie." non mi aspettavo un complimento da parte sua.

Lui se la ride "Su, torniamo alla locanda. Ti offro una birra o qualsiasi altra cosa tu voglia bere. Devi recuperare un po' di energie prima di domani mattina."

Gli sorrido "Oh, ma non c'è bisogno."

"Ti hanno mai detto che non si rifiuta una cosa offerta da un pirata?"

Alzo gli occhi al cielo ripensando a Luduwig "Si... l'ho già sentito dire."

Lui inizia a camminare "Andiamo allora."

Mi incammino con lui, Thatch ci segue, durante il tragitto cerco di non far mai calare il silenzio tra noi due. Ho il timore che se succedesse mi porterebbe punto e a capo nel mio rapporto con lui. Gli faccio domande sulle sue tecniche, su quanti scontri avesse avuto e su quanti ne ha vinti. Alla maggior parte delle domande risponde in modo molto generico, per quanto ci provi, ancora non si fida di me. Che colpa posso fargliene? Effettivamente gli sto mentendo, il suo sesto senso è molto efficace, eppure lui mi sta dando una possibilità. Ammetto di sentirmi leggermente in colpa perché anche se, gli svelassi la prima verità, scoprirebbe solo che sono ancora una ragazza benestante. Il punto è che io non sono nemmeno quella, io non appartengo per nulla a niente di tutto ciò. Come si può spiegare una cosa simile? Non credo ci sia un modo.

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora