Uno strano risveglio

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Non ho mai dormito così tranquillamente, forse se dormissi così tutte le notti sarebbe meglio. Mi eviterei molte cose: le miei occhiaie, le urla di mia madre e il sonno perenne. Ma tutto ciò mi potrebbe via la lettura notturna e di quella non posso proprio farne a meno. Sono sveglia ma non ho ancora riaperto gli occhi, sono così beatamente al caldo e comoda che il solo pensiero di alzarmi mi fa rabbrividire. Elisabeth deve essere già di sotto, non sento passi né spostamenti per la stanza. Non ho nemmeno sentito la sveglia, credo di essere già in ritardo per l'orario concordato ma, hey, è stata lei a non chiamarmi quando ha spento la sveglia. O forse lo ha fatto e io non l'ho sentita? Be', conoscendomi, sarebbe possibile anche questa opzione.

Sento la porta aprirsi, mia cugina deve essere tornata a chiamarmi, o forse è mia madre? Non mi preoccupo più di tanto, non parlano né sembrano avvicinarsi al mio letto. Sento una tenda aprirsi e subito la luce del sole entra nella camera, colpendo il mio viso. Io mi giro di spalle e mi copro con la coperta fin sopra la testa, solo in quel momento mi rendo conto che noi non abbiamo una tenda e la luce del sole della mia finestra non arriva da quella angolazione. Qualcuno si avvicina, è al fianco del letto ma non osa toccarmi.

"Signorina Zelja, dovrebbe svegliarsi. È già tardi e sua madre e sua cugina la aspettano per fare colazione." Signorina Zelja? Di chi è questa voce? Devo star sognando, devo essermi riaddormentata senza rendermene conto. "Signorina? So che è sveglia, non mi faccia rimproverare da sua madre."

Okay, va bene, questo è davvero strano. Da quando abbiamo una cameriera? Non ho mai avuto così paura di aprire gli occhi in vita mia. Nemmeno quando dovevo fare, alle prime ore del mattino, un compito in classe per il quale la sera prima non avevo nemmeno studiato. Apro lentamente gli occhi, la prima cosa che noto sono le pareti e la porta d'entrata della camera: sono di un colore giallo canarino, la porta è marrone ma ha venature dorate che si estendono tutte fino al pomello. Al fianco del mio letto c'è un grazioso comodino color crema con un simbolo strano inciso sopra. Tocco le coperte sentendo il tessuto pregiato che ricopre il mio letto, il mio cuore inizia a battere più velocemente in preda all'ansia e alla paura.

Mi sveglio del tutto e mi metto dritta di colpo, mi scopro con quel gesto. La donna al mio fianco si spaventa leggermente perché la vedo sussultare, porto del tutto la mia attenzione su di lei, la scruto dalla testa ai piedi: il vestito che indossa le cade leggero sui fianci, ma è stretto sul petto e dal collo alto, è molto lungo quasi non le si vede la punta delle scarpe nere. Le maniche sono a prosciutto e strette ai polsi, tutto completamente nero. Sopra al vestito ha un grembiule completamente bianco, lungo almeno fino a quasi le caveglie, è attaccato sia dietro al collo che dietro alla schiena. Ha i capelli marroni raccolti in uno chignon molto alto, a coprire la sua chioma una cuffietta del medesimo colore del grembiule. I suoi occhi azzurri mi scrutano confusa dal mio sguardo persistente su di lei.

"Signorina, si sente bene?"

Non le rispondo. "Questo è un sogno..." sussurro "Questo DEVE essere un sogno!"

Mi alzo dal letto, cammino a piedi nudi per la stanza fino all'enorme finestra che affaccia sulla strada. Tutto ciò sotto lo sguardo ancora interdetto della cameriera. Guardo attraverso i vetri il mondo esterno a quella casa. Donne con vestiti sfarzosi passeggiano per le strade coprendosi dal sole con degli ombrellini, uomini con vestiti eleganti e cappelli camminano per la strada guardando l'orario dai loro orologi tascabili. Carrozze trainate da cavalli percorrono le vie andando chissà dove. Indietreggio di un paio di passi.

"Okay, ora ne sono sicura. Questo È un sogno!"

"I-io andrei a dire a sua madre che... che si è svegliata." Sento del timore e del disagio nella voce della ragazza.

Esce dalla stanza ancor prima che io possa rispondere alla sua frase, non aspetto nemmeno un secondo. Esco dalla stanza subito dopo di lei e mi guardo intorno. Questo posto è davvero enorme e... maestoso. Scuoto la testa, non ho il tempo di perdermi in questi futili dettagli. Corro lungo il corridoio, vedo delle scale che portano di sotto e le percorro di corsa. Quando sono giù vedo di fronte a me l'enorme portone che porta all'uscita di questa strana e bizzarra situazione. Nei sogni bisogna sempre trovare la via d'uscita più plausibile per svegliarsi, bene, quella e una porta, non mi resta che aprirla. Vado verso di essa e la apro, esco fuori dalla casa e corro verso la strada.

Vivere in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora