Il sangue sgorgava dal petto d'Ivan come un fiume in piena, Viktor in preda a un odio tremendo aveva conficcato il proprio forcone nella carne di colui che aveva stuprato quella povera ragazza, infierì più volte su quel cadavere oramai senza più un alito di vita.
Polina nel mentre si era accovacciata vicino a un muro, più volte aprì e chiuse gli occhi sperando che ciò che aveva vissuto in quei minuti fosse solo un incubo, del sangue le aveva macchiato l'abito, cercò inutilmente di toglierlo via con le mani, la sua mente la portava a farsi una sola domanda, "che cosa accadrà ora".Rimase con quel pensiero finché Viktor non le toccò la spalla, guardava le sue labbra muoversi ma non riusciva a capire cosa gli stesse dicendo, all'improvviso si sentì sollevare dal pavimento sporco di sangue, ci volle qualche secondo per capire che il ragazzo l'aveva presa in braccio.
Scese al primo piano per adagiare la ragazza su una delle sedie del salone, li Polina uscì fuori dal suo stato di trance si voltò verso la finestra alla sua destra, dove vide alcuni uomini armati di varie mazze tra le mani, di sicuro qualcuno li aveva avvisati.Egli gli disse più volte di non preoccuparsi che tutto sarebbe andato bene ma lei non ci volle credere, la paura le strinse il cuore nell'attimo in cui uno degli uomini, minacciò di bruciarli vivi se non fossero usciti immediatamente.
Viktor scomparve per qualche minuto per poi ritornare con il suo forcone, si inginocchiò davanti alla sua amata, la baciò e le disse di scappare dalla casa uscendo dalla porta usata dalla servitù.
Ma la ragazza non si mosse di un centimetro, l'abbracciò e in preda a un pianto cercò di fargli cambiare idea, gli chiese più volte di fuggire assieme.
Non volle sentire più una parola e gli urlò in faccia di scappare, Polina rimase in silenzio, uscì da quella porta ma invece di nascondersi nelle baracche preferì osservare cosa avrebbero fatto all'uomo che amava più di chiunque altro in questo mondo.Lo vide scendere lentamente le scale, quei contadini lo sbeffeggiavano ma lui rimase impassibile, quando gli fu innanzi, gli si gettò contro eppure la sua forza non bastò contro tutti loro, nell'arco di pochi minuti Viktor si accasciò a terra ferito a morte da quei rozzi, non riusciva a credere a ciò che aveva visto, delle lacrime le scesero, con una mano le asciugava e con l'altra attutiva i singhiozzi, i contadini dopo aver deturpato il cadavere di quel poveretto si misero a cercare la ragazza.
Polina si rifugiò nello scantinato di una delle baracche, rimase lì con la paura che le divorava l'anima, la paura di essere scoperta e forse uccisa, quando sorse la luna uscì con cautela per poi correre senza mai voltarsi indietro, arrivata a un certo punto in preda alla tristezza e alla fatica cadde a terra ove vi rimase fino al giorno seguente.
Al mattino fu svegliata da una donna, il sole fu così forte che dovette coprirsi gli occhi, quando fu totalmente sveglia, osservò una decina di donne che la scrutavano, le chiesero come stesse e perché dormisse in mezzo alla strada, si inventò un paio si scuse che più o meno furono credibili.
Una delle donne le diede una coperta, e dell'acqua, per poi chiedergli "vorresti unirti a noi?" Polina chiese con curiosità dove si stessero dirigendo, e tutte loro dissero quasi in coro "a Kiev".
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La giovane Svetlana
Historical FictionUcraina, XIX secolo. Amore e tragedia si intrecciano in questa storia. Svetlana è una giovane ragazza la cui vita è travagliata dalle lotte continue con i propri familiari, con i rancori e i segreti che ella si porta dentro di se. Costretta ad un ma...