16: La città dei lumi

160 11 2
                                    

Un gelido freddo soffiava in quelle ore, un freddo che non era dovuto all'abbondante nevicata ma alla tristezza che nacque nel vedere quel ragazzo steso li inerme.
Ai primi segni dell'alba, la polizia venne a prelevare il cadavere, tutti s'accostarono per vedere la scena, tanti bisbigli, tanti sguardi si posero su quel piccolo lenzuolo bianco da cui fuori usciva la mano penzolante di Iosif.

Anch'io all'epoca vidi tra la folla ciò che accadde in quei fatidici momenti, Pasha era li, sul ciglio della strada con le mani tra i capelli e ogni tanto ne strappava uno o due in preda alla rabbia, mentre Nikolay rimase in silenzio per tutto il tempo li a guardare il sangue che veniva coperto dalla neve, la polizia rimase sul luogo per meno di dieci minuti per poi far sgomberare tutta la zona.

Erano come dei morti, respiravano ma non provavano nessuna emozione, saltarono il pranzo, non potevano mangiare non dopo ciò che era accaduto, Pasha rimase a fissare la stanza da letto e con la mente immaginò la camera fino a qualche giorno fa, c'era una spensieratezza e una gioia che riempiva quei pochi metri di spazio, ora dai muri fuori usciva solo dolore e angoscia.
Pavel provò a scacciare quel cappio al cuore che si stringeva giorno dopo giorno sempre di più con l'alcol, ma l'effetto che ebbe fu solo di divenire ancora più triste.

All'inzio della primavera, decise di cambiare aria, non c'è la faceva più a stare in quella stanza, in quella città, in quel paese, il suo più grande sogno era quello di andare all'estero, ancora rammentava dei racconti narrati da chi tornò in patria dai vari viaggi, delle grandi avventure, delle splendide città.
Alla fine di aprile prese la decisione di espatriare per cercare non solo fortuna ma anche per gettarsi alle spalle tutte le orrende notti passate a sognare il suo amico, chiese a Nikolay se gli avrebbe fatto compagnia ma egli rispose che il padre lo aveva richiamato con urgenza per motivi familiari.
Un pò di angoscia turbò il giovane che desiderava avere il suo amico in questo lungo viaggio, con l'inganno ebbe altri soldi dal padre per sopperire al pagamento sia del viaggio che dell'alloggio, in segreto mandava delle lettere a Svetlana per aggiornarla su ciò che faceva.

Il viaggio fu molto lungo, Pasha dormiva profondamente quando la carrozza si fermò, ancora mezzo addormentato aprì gli occhi ma la tendina gli offuscava la vista, una volta sceso si trovò innanzi la città dei lumi, Parigi.
Con curiosità si inoltrò nella città, tutto gli era nuovo, le persone, i costumi, anche gli edifici erano molto diversi da quelli che conosceva, rimase incantato nel vedere l'arco di Trionfo che era stato completato da una decina d'anni, subito prese una tela e vi dipinse sopra l'immenso monumento, i vari passanti si fermarono dietro di lui per ammirare il suo operato, quando ebbe finito si girò per prendere un fazzoletto e rimase sbalordito dalla folla che vi si era creata, tutti gli chiesero il prezzo per il quadro ma Pavel che del francese non sapeva nulla li guardava agitando la testa in orizzontale.
Gli si illuminarono gli occhi quando un uomo di veneranda età gli pose molte monete, nella sua prima giornata in città e già aveva guadagnato sia fama che un pò di denaro.

Pasha affittò casa nei dintorni della Piazza della Bastiglia, alla fine dell'estate il ragazzo divenne una "celebrità" per i quadri che dipingeva, tutti ne volevano acquistare uno, e chi non poteva lo ospitava in casa sua per pranzo o la cena, nell'appartamento pose sul muro il quadro della sorella e lo contemplava ogni qual volta desiderasse ricevere l'ispirazione.

Una notte d'ottobre, si coricò prima del previsto, un grande sonno lo avvolse fin dal mattino, quando si addormentò i suoi incubi lo vennero a trovare, essi prendevano forma di Iosif facendolo rivivere a ripetizione quella tragica notte, nel sogno il suo amico con il volto insanguinato tendeva la mano verso Pasha chiedendogli aiuto ma il giovane non poteva muoversi, rimanendo inerme nel vederlo morire più volte.

La mattina seguente una forte febbre colpì il giovane che dovette rimanere in casa per vari giorni, i medici temevano che non in quelle condizioni non avrebbe superato l'inverno, quindi gli proposero di risiedere per qualche tempo in una città sul mare, Marsiglia, Tolone, Ajaccio furono le varie opzioni che gli diedero, ma Pasha non accettò nessuna di queste città, allora gli fu proposta Napoli, in quanto la città partenopea era famosa per il suo clima mediterraneo, vedendola come una buona città (e sapendo che ci vivevano anche dei suoi connazionali) disse di sì.

La giovane Svetlana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora