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Saša le chiese ogni cosa su di lei, su quell'uomo che il giorno prima gli tese la mano, sul rapporto con sua madre, volle sapere ogni singola cosa nei minimi particolari.

Olga gli disse tutto, aveva trentadue anni, era nata da un rapporto fuori dal matrimonio tra suo nonno e una ragazza figlia di un piccolo industriale, suo nonno abbandonò sua madre subito dopo la sua nascita, visto che la madre era molto benestante, studiò letteratura a Mosca, viaggiò in mezza Europa.
All'età di venticinque anni sposò Fëdor di cui si innamorò non per il denaro o lo status sociale che possedeva bensì perché egli la faceva sentire amata, un anno fa decise di scoprire chi fosse suo padre, quando seppe di avere una sorella cercò in ogni modo di rintracciarla senza avere successo, quando seppe della sua dipartita, si fece dare una foto del figlio (fatta da un fotografo francese in visita nella città per trovar fortuna) cercò di trovarlo per prenderlo in custodia, la ricerca si protrasse per mesi, la sua ricerca si concluse nel momento i cui suo marito non lo trovò davanti al municipio.

Saša rimase ammutolito, non riusciva più a parlare sembrava di stare in un sogno, ma non quelli che lui faceva che poi si tramutavano in orrendi incubi, ma uno con un meraviglioso lieto fine Olga gli fece una richiesta "vorresti vivere con me e mio marito?".

Li rimase ancora più spiazzato, gli avevano dato più amore e comprensione queste due persone che tutti coloro che aveva incontrato fin a ora, eccetto i suoi genitori.
Il ragazzo aspettò qualche minuto che per lui sembravan ore, ma alla fine fece un cenno con la testa, il volto di Olga si macchiò di lacrime non di tristezza ma di gioia, la sera quando Fëdor venne a sapere della risposta di Saša, rimase pietrificato per poi abbracciarlo con tale forza, che per poco non lo fece morire soffocato.

La vita di Aleksander cambiò dal giorno alla notte, fece di tutto pur di rendere felici la sua "famiglia", i Vostakov (cognome di Fëdor e di sua moglie Olga) i due lo fecero studiare nelle migliori università del paese, venne più volte spinto da sua "madre" a fare i suoi stessi passi, ovvero viaggiare in Europa ma Saša rimase sempre restio ad andare oltre i confini della Russia, egli amava il suo paese e non voleva conoscerne altri.
Dopo un periodo di cinque anni, finiti gli studi universitari, uscendo con dei voti eccellenti, entrò nell'impresa di suo padre adottivo il campo tessile, Fëdor Vostakov possedeva più di trenta impianti industriali tessili nelle maggiori città dell'Impero ma aveva la sua sede principale a Kiev, Saša imparò tutto da lui, su come dirigere gli operai, quali ordini impartire loro, ma anche delle semplici lezioni di vita, che ricordò anche dopo che il padre morì.

Nel 1828, all'età di ventotto anni, prese nelle sue mani metà dell'impresa dal padre che era morto dopo esser caduto e aver sbattuto violentemente la testa contro un gradino, l'impresa venne divisa tra lui e i fratelli di Fëdor che mal vedevano Aleksander e che gli tolsero tutto tranne la fabbrica di Kiev.
Sua madre Olga morì invece quello stesso anno per una tubercolosi, Saša si chiuse in casa per alcuni giorni non voleva vedere nessuno, volle tenersi il dolore per se stesso, pianse così forte per la perdita dei suoi genitori che rischiò più volta di soffocare per il suo stesso pianto.
L'unica che fu in grado di dargli forza di andare avanti era una domestica da poco entrata in casa sua, in poche settimane riuscì totalmente ad rialzargli lo spirito, Saša se ne innamorò perdutamente, per i suoi modi umili ma eleganti, per la sua bontà d'animo, in quello stesso dicembre la sposò, il suo nome era Polina Sergeevna.

La giovane Svetlana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora