29: La vigilia di capodanno

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"Pasha ma dove stiamo andando?"

"Non ti preoccupare, oggi voglio farti divertire"

Il ragazzo tenendo stretta la sorella per la mano, si gettò tra l'immensa folla del centro città, rispetto agli altri anni c'era più gente tutti a far compere per l'imminente capodanno, chi comprava del cibo, chi vodka per scaldarsi, anche i mendicanti che tutto l'anno stavano a raccogliere danari per sfamarsi si diedero all'esubero più sfrenato comprando tutto ciò che potevano.
Nella piazza v'era un piccolo caffè che serviva ai clienti anche in tarda notte, i due s'apprestarono a ordinare e nel mentre ordunque poterono interloquire lontani dagli occhi indispettiti della loro madre

"Sveta t'ho lasciato due anni fa eppure oggi ti ritrovo come un fiore pronto a germogliare, sei bellissima" le disse baciandole la mano

"Suvvia Pasha non dire così"

"Ma ciò che ti sto enunciando è la pura verità, ma raccontami come sono stati questi anni, nostra madre t'ha importunata?"

Svetlana non sapeva cosa riferirgli, se gli avesse raccontato tutte le sue avversità che ancora oggi ne porta il segno indelebile, Pasha avrebbe dato di matto, rischiando di provare un faida nella famiglia

"Abbastanza bene, nostra madre è stata "gentile" nei miei riguardi, ella ma fatto entrare in amicizia con alcune donne della nobiltà cittadina"

"E chi sarebbero costoro?"

"Ne rammento soltanto il nome, Irina, Nadezhda, Zoya"

"Non le ho mai sentite fin ad'ora"

Pasha mentì, elle le erano fin troppo note alla sua memoria, più volte gli crearono dei grattacapi in città, danneggiando il suo lavoro per via di un mancato fidanzamento con Zoya, che non seppe digerire, prefissandosi di distruggere la carriera del ragazzo gettandogli fango addosso assieme alle sue amiche.
Ora temeva più che mai per il futuro di sua sorella

"Sveta credo che tu debba cambiare amicizia, quelle ragazza sono note per delle voltagabbana, ascolta il mio consiglio restagli lontana"

La fanciulla fece un cenno con la testa, già conscia dei loro "modi", in cuor suo le considerava come tre baldracche e nulla più, preso il caffè Pasha la invitò a far una passeggiata sulla Via Khreshchatyk, visionarono tutta le merce sulle bancarelle più svariate, divertendosi ad assaggiare tutto ciò li vendevano di commestibile, verso mezzo dì per darle una gioia in più la portò fuori città ove moltissime persone si dilettavano con il pattinaggio sul fiume Dnepr.
Quando vide tale maestosità gli occhi di Sveta si illuminano come fosse folgore, ma la sua "luce" si spense quasi immediatamente per via della mancanza dei pattini

"Perchè hai smesso di sorridere?"

"Pasha non abbiamo nulla per poter pattinare"

"Qui sei in errore mia cara"

Quando egli tirò fuori quattro pattini dal suo sacco di stoffa che portava con sé, sua sorella per poco non cadde a terra per una mancanza di forze
Avanti e indietro, su e giù pattinarono su quel fiume, danzando su ogni lembo di quella superficie intrinseca di neve ghiaccio

"Pasha dove vai, ti prego aiutami"

"Vai che c'è la fai"

Non ostante la sua euforia, Sveta non aveva mai pattinato in vita sua, e ciò la  rendeva non poco nervosa e a esso si intrecciò anche il fratello che non gli era di nessun aiuto

"Pasha ti giuro che se cado, stasera non torni a casa con le tue gambe"

Pavel incentivò Sveta a muoversi,  quando ebbe concluso i primi passi cadde a terra la sua fortuna fu quella che il ghiaccio non si ruppe

"Ti sei fatta male?"

"No, no, sto bene"

"Perdonami non credevo che cadessi (almeno non così in breve tempo)

"Ora che son divenuta spettacolo pubblico, t'andrebbe d'insegnarmi?"

"Ma certo"

Svetalna ebbe ragione, tutti la guardarono mentre cadde con il fondo schiena a terra, e io che stetti tra la folla vidi che niuno dei presenti si risparmiò una risata anche se velata dalle mani poste sulla bocca, costoro persero il ghigno quando in meno di qualche minuto grazie all'aiuto del fratello, la fanciulla creò in quel luogo uno spettacolo d'arte pura, effettuando seppur piccole ma grondanti di splendore piroette che una volta concluse ebbero non solo il mio applauso ma anche quelli delle duecento persone li in loco.
Sveta abbracciò il fratello affermandogli codeste parole

"Grazie di cuore"

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