22: Umili origini

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La famiglia di Alexey (Smirnov) era una delle tante famiglie contadine che avevano beneficiato dell'indennità del capo famiglia Petro Nikolayevic Smirnov che arrivato alla venerabile età di ottantaquattro anni aveva portato un pò di stabilità alla sua famiglia grazie al fatto di essere reduce di ben due guerre (contro i turchi vent'anni prima e quella contro i francesi di Napoleone dove aveva perso due dita della mano destra per un proiettile).

Tra le due guerre comprò un piccolo appezzamento di terra dove fece costruire una piccola casa a due piani, qui visse i migliori anni della sua vita affianco a sua moglie Nadia e suo figlio Vassily, ma la sua felicità si spense il giorno in cui morì la sua adorata per una febbre, non potendo lasciare il padre da solo Vassily decise di tenerlo con lui, con il passare del tempo si sposò con una certa Katerina Jur'evna una donna dalla forte personalità (non amava farsi mettere i piedi in testa da nessuno).
Con lei ebbe due figli Alexey (un dei personaggi che preferisco di più) e Artyom, entrambi nati da un rapporto fuori dal matrimonio (visto che Vassily aveva il forte desiderio di avere reazioni carnali con la sua amata, e poi aveva sempre avuto degli screzi con il prete del villaggio).

Erano persone abbastanza loquaci, possedevano una buona educazione di base e la cosa che mi affascina era che anche nei momenti difficili non perdevano mai il sorriso quasi come se lo avessero inciso nella carne.
Ma nonostante ciò, la gioia di vivere venne a mancare al vecchio Petro, quando morì sua moglie egli disse di sue testuali parole "il mio mondo è morto" cadendo in una spirale di tristezza quasi a toccare la depressione, il figlio Vassily invece era di tutto altro temperamento, uomo molto duro ma dolce con chi lo sapeva prendere nel modo giusto, trovò lavoro presso un grande impianto tessile di proprietà di Saśa, e con il suo salario tenne a galla tutta la famiglia facendo come si vuol dire dei "salti mortali" per non farle mancare nulla.

La moglie di lui, la carissima Katerina, donna dai forti valori morali proveniva dal sud da una piccola famiglia di pescatori che ogni tanto venivano a Kiev per trovare qualche acquirente per la loro merce, e in uno di questi viaggi che incontrò Vanja (diminutivo) se ne innamorò subito, pagò la dote al padre per prenderla sotto di sé, una donna poco religiosa anzi quasi atea se voglio dire la verità, anch'essa molto attaccata ai valori familiari, sopratutto ai figli a cui diede tutto ciò che poteva (si toglieva il pane in bocca per darglielo ai suoi pargoli).

Il figlio più grande Artyom fin dalla nascita è sempre stato un ragazzo molto silenzioso (la madre lo portò dai migliori medici per capire perché non parlasse, rivendo sempre la stessa risposta "non vuole parlare") nonostante il suo silenzio era molto perspicace, riusciva a leggere i volti della gente soltanto osservandoli, non potendo studiare (visto che non si decideva a parlare) Vassily lo mandò fin dalla tenera età di dodici anni a lavorare il piccolo campo che aveva fuori casa, a suo dire egli diceva " se non vuol usare la lingua userà le mani".

Vassily e Katerina all'età di ventiquattro anni lui e ventuno lei ebbero il secondo figlio Alexey che nacque non senza difficoltà, ci vollero quattro medici e più di tre ore per tirarlo fuori da sua madre (più che un parto sembrò di assistere ad'una operazione chirurgica).
A differenza del fratello Alyosha era un ragazzo che amava parlare (sopratutto creando battute dal gusto insensato o stupide) dopo aver finito la scuola, il suo desiderio era quello di andare a Pietroburgo per divenire un gendarme, ma si dovette scontrare con il padre che mal vedeva quegli uomini in divisa che tanto si pavoneggiavano dietro a quelle uniformi innanzi alla gente per poi fare le peggior nefandezze.

Stanco delle illusioni del figlio, Vassily lo mandò a lavorare con il fratello nel campo "il lavoro gli aprirà il cervello" pensava l'uomo che poneva tutte le speranze nel lavoro contadino.
Una di quelle notti, mentre Artyom andò a dormire Alyosha rimase per pulire il piccolo caseggiato che usavano per gli attrezzi, salito sul tetto scrutò l'orizzonte, un magnifico v'era quella notte con tutte quelle stelle che illuminavano quel campo appena lavorato.
Stava per andarsene fin quando non udì un pianto, incuriosito si avvicinò alla fonte da cui provenivano quei singhiozzi quasi che si strozzavano nella gola di chi li stava emettendo, vide una ragazza che stava lì inginocchiata con le mani sul volto, Alyosha cercò le parole dentro di sé da digli per confortarla e con un balzo le si avvicinò.

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