Alle prime luci dell'alba Sveta s'alzò dal letto per scambiarsi di posto con la serva, aprì lentamente la porta è scrutò il corridoio per vedere se vi stesse giungendo qualcuno, camminò lentamente per non creare il più minimo rumore, se l'avessero scoperta sarebbe "morta", rinchiusa per tutta la vita in quella casa, al sol pensare gli vennero i brividi su tutto il corpo.
Entrò nella stanza matrimoniale ove incontrò lo sguardo sbarrato della giovane serve, che l'osservava con tristezza, quegli occhi raccontavano la vergogna patita quella notte (Mikhail era conosciuto per sodomizzare le donne con cui andava a letto) egli dormiva ancora, Sveta tese la mano alla ragazza che subito la prese, stringendola più forte che poteva come se stesse in mezzo al mare, pronta per annegare ma non nell'acqua bensì nell'umiliazione di aver condiviso il letto con quel "mostro".
Prima di uscire, Sveta l'abbracciò più forte che poté, cercando di consolarla in qualche maniera, l'accompagnò fin nella sua stanza è gli promise che oggi non avrebbe lavorato (per via del suo stato emotivo) tornata indietro si mise sotto le coperte mettendosi sul bordo del letto, fece finta di dormire fin quando Misha non aprì gli occhi"Buongiorno amore"
"Buongiorno"
"Lo sapevo che alla fine ti saresti concessa, anzi hai fatto molto di più"
Non osava pensare a cosa la serva avesse fatto per "compiacerlo" si limita solo a fare dei cenni con la testa
"Allora Misha io ho tenuto fede al patto, ora tu farai la tua parte?"
"Si, un patto è pur sempre un patto, parlerò più tardi con mia madre e te ne darò l'esito"
" Di qual esito stai parlando? Io mi son concessa in cambio della piena certezza di poter andare da mia madre"
"Tu non preoccuparti, ci andrai""Quando?" Disse stizzita
"Se non mi fai più domande, ti recherai oggi"
Rimase muta, passò tutta la mattinata a cercare i cimeli che sua madre gli aveva dato nel corso del tempo, voleva che avesse dei buoni ricordi prima che spirasse l'ultimo respiro, durante il pranzo si rese partecipe della discussione tra Misha e la madre, non andò a buon fine, Ludmilla s'adirò non poco con entrambi borbottando accuse che non vi si trovano né in cielo né in terra, mosse solo dell'orgoglio (visto che la parola era legge in quella casa, e a un tratto non valeva più nulla) passarono il resto del tempo in silenzio in attesa che tutti e tre finissero di mangiare
"Gli do il mio consenso ad andare, ma a una condizione"
"Quale sarebbe tale condizione?"
"Dovrà essere accompagnata da due guardie, se ti rifiuti rimarrai qui, a te la scelta"
Con gran rammarico accettò la proposta, avrebbe preferito stare da sola, ma infondo era meglio che rimanere un altro secondo in questa tomba.
Il dì seguente si alzò prima del previsto, mise tutti gli oggetti in una sacca e li poggiò sul letto, indossò l'abito più bello che aveva, "prese in prestito" alcune vivande per sua madre e infine bussò alla porta della serva che le aprì ancora in lacrime per quell'accaduto"Non trovo parole per ciò che hai dovuto fare, tuttavia....
"Andatevene via, avevate promesso di poter incontrare mio figlio, e non avuto ancora sue notizie"
"Ci vuole del tempo, sappi che io mantengo sempre le promesse"
"Cosa volete da me?""Oggi mi dovrai accompagnare"
"Dove?""Da mia madre, è in procinto di lasciare questo mondo"
"A cosa vi può servire la mia presenza?"
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La giovane Svetlana
Historical FictionUcraina, XIX secolo. Amore e tragedia si intrecciano in questa storia. Svetlana è una giovane ragazza la cui vita è travagliata dalle lotte continue con i propri familiari, con i rancori e i segreti che ella si porta dentro di se. Costretta ad un ma...